ESA proporrà NASA di collaborare al modulo di servizio di Orion/MPCV
Il sito SpaceFlightNow.com riporta la notizia che ESA sta offrendo la propria disponibilità a NASA per una versione evoluta del veicolo europeo cargo ATV, interoperante con la capsula MPCV/Orion.
In una conferenza stampa tenutasi all’inizio di questa settimana, nel contesto dei “Multilateral Coordination Board” che ESA, NASA e altri partner internazionali organizzano periodicamente, l’Agenzia Spaziale Europea ha presentato la proposta di modificare la parte propulsiva del modulo ATV, per integrarla alla capsula Orion nelle sue future missioni oltre l’orbita terrestre.
“Il nostro interesse è capitalizzare su quanto è già stato realizzato”, ha dichiarato il Direttore dell’Agenzia Spaziale Europea Dordain. “L’ATV è un progetto fondamentale per l’Europa.”
Secondo le indiscrezioni l’idea sarebbe quella di utilizzare il modulo di servizio di ATV, riccamente equipaggiato con hardware ormai “flight proof”: computer, avionica, quattro potenti motori a razzo con il relativo sistema di alimentazione, nonchè il sistema di generazione dell’elettricità basato su quattro grandi pannelli solari.
L’opportunità di questa nuova collaborazione si è palesata quando NASA ha deciso di supportare la Stazione Spaziale Internazionale fino al 2020.
ESA aveva già “barattato” con NASA la sua quota di costi della Stazione, pari a circa l’8% del totale, con cinque missioni ATV programmate fino al 2014, due delle quali hanno già volato nel 2008 e nel 2011. Questo accordo scadrebbe nel 2017, e al momento ESA non ha pianificato la costruzione di ulteriori ATV oltre ai cinque già programmati.
“Questo lascia aperta un’interessante possibilità.” ha dichiarato Thomas Reiter. “Non solo possiamo scambiare la nostra quota di costi con ulteriori missioni di rifornimento, ma anche intraprendendo una nuova prospettiva di sviluppo tecnologico, incentrata principalmente su un derivato di ATV, capace di andare oltre l’orbita terrestre.”
Reiter ha reso nota la disponibilità di una prima tranche di investimenti per la costruzione di nuovi esemplari di ATV, da utilizzare tra il 2017 e il 2020, pari a circa 450 milioni di euro; altri fondi potrebbero essere trovati nel caso in cui la proposta di costruire un modulo di servizio per Orion/MPCV trovasse il favore di NASA.
ESA appare insomma determinata a giocare un ruolo primario nello scenario dell’esplorazione umana dello spazio oltre l’orbita bassa, e non solo come fornitore di sottosistemi: “Chiaramente vorremmo che l’oggetto dei nostri accordi di scambio fosse un sistema vero e proprio, e non delle semplici sottocomponenti”, ha aggiunto Reiter al proposito.
Lo stanziamento di 450 milioni di Euro per gli ulteriori esemplari di ATV è statato preventivamente approvato durante un meeting degli stati aderenti ad ESA risalente allo scorso marzo, quando i rappresentanti dei Paesi che finanziatori hanno concordato sull’opportunità di supportare il funzionamento della Stazione Spaziale fino al 2020.
“Viste le ambizioni del programma,” ha aggiunto ancora Reiter, “siamo convinti di poter trovare un elemento interessante per NASA, e che ci consentirà di supportare lo sviluppo delle industrie europee in direzione dell’esplorazione del cosmo.”
Lo stesso ha poi aggiunto che gli ingegneri ESA stanno completando uno studio su una versione rinforzata di ATV, capace di riportare verso Terra equipaggiamenti ed esperimenti provenienti dalla ISS, l’Advanced Reentry Vehicle (ARV).
Il Direttore Generale di ESA Dordain ha rivelato di aver cominciato a discutere con NASA del riutilizzo del modulo propulsivo di ATV già nello scorso maggio. Bill Gerstenmaier, l’Amministratore Associato per le operazioni spaziali di NASA, ha definito i negoziati come “preliminari”, anche se ha ammesso che un eventuale accordo con i partner europei potrebbe concretizzarsi entro la fine del 2011.
Bisogna tener presente che eventuali nuovi progetti di ESA richiederanno comunque l’avallo dei paesi finanziatori, ed il prossimo meeting è previsto per la fine del 2012.
“Sappiamo che prima o poi arriverà anche il momento del dopo-ISS”, ha detto Reiter, “Avremo esploratori umani che lasceranno l’orbita terrestre. In questo senso siamo nel momento migliore per compiere quanto meno il primo passo in quella direzione. Non ci concentreremo unicamente sul supporto della ISS, ma anche sull’abbandono dell’orbita bassa.”
La Lockheed Martin sta costruendo la capsula Orion/MPCV sotto contratto NASA; l’accordo che prevede anche lo sviluppo del modulo di servizio. Al momento però la maggior parte del lavoro svolto dall’azienda si sta concentrando sul modulo abitato, che dovrà far posto ad un equipaggio minimo di quattro astroanuti.
Il “Ground Test Article” (veicolo per le prove a terra) di Orion è in questo momento sottoposto alle prime prove, mentre la Lockeed afferma che potrebbero essere pronti per un primo volo di test senza equipaggio entro il 2013. Naturalmente questa data ha poco significato, stante l’assenza sul mercato di un razzo capace di trasportare Orion.
Come noto il lanciatore pesante SLS, attualmente allo studio da parte di NASA, non è ancora stato presentato ufficalmente e non dovrebbe comunque essere disponibile prima del 2017, secondo quanto affermato dall’Amministratore Charles Bolden in una recente audizione al Congresso.
Dordain ha ritenuto di sottolineare con forza l’importanza di un’azione coordinata a livello internazionale per ogni futura iniziativa di esplorazione del cosmo, visto che l’azione autonoma ed indipendente delle varie agenzie spaziali fin qui condotta ha portato ad una sovrabbondanza di mezzi adatti al trasporto sulla ISS di merci e rifornimenti, ma non di equipaggi umani.
Il Direttore di ESA ha infatti concluso le sue dichiarazioni con una considerazione molto netta:
“La NASA ha deciso unilaterlmente di concludere il programma Shuttle, gli Europei hanno preso la decisione unilaterale di sviluppare ATV. I Giapponesi hanno deciso unilateralmente di creare HTV. Una vera anarchia. Dobbiamo essere chiari a questo proposito. Tutti hanno sviluppato sistemi solo sulla base delle proprie necessità, senza nessuna discussioni con gli altri partner su cosa fosse meglio realizzare per soddisfare i bisogni collettivi.”
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