La Cina prepara il primo volo della sua nuova capsula
Il China Manned Space Engineering Office ha reso noto che i componenti della nuova capsula abitata che porterà gli astronauti cinesi in orbita terrestre e oltre, sono arrivati al Wenchang Satellite Launch Center sull’isola di Hainan nel Mar Cinese meridionale, lo scorso 20 gennaio, assieme al modulo centrale della prossima stazione spaziale cinese Tianhe.
La nuova astronave è stata progettata per aumentare la capacità della nazione cinese di inviare esseri umani in orbita, con l’opzione di poter ridurre i costi ricorrenti grazie alla sua parziale riusabilità. Essa inoltre sarà in grado di proteggere gli astronauti dalle radiazioni e dalle condizioni dei rientri atmosferici ad alta velocità, tipici delle missioni nello spazio profondo. Il veicolo spaziale della nuova generazione è lungo 8,8 metri con una massa al lancio di 23,8 tonnellate e sarà in grado di trasportare sei astronauti, oppure tre astronauti e 500 kg di carico.
Esattamente come fece la NASA con la missione della sua capsula Orion EFT-1 nel 2014, la Cina intende lanciare il suo nuovo veicolo in un’orbita relativamente alta, con un apogeo di circa 8.000 km, ben al di là di qualsiasi altro lancio relativo al programma spaziale abitato cinese. Durante questo volo verranno testate le performance del veicolo in orbita: l’aggiornato rivestimento ultraleggero di protezione termica per il rientro, il sistema dei paracadute ed un nuovo sistema di airbag per l’atterraggio. Altri sistemi, come quello di supporto vitale, non verranno testati in questa prima missione.
I preparativi per il lancio sono già in corso e si suppone che esso possa avvenire già nei prossimi mesi. Verrà impiegato il vettore Lunga Marcia 5B, una variante dell’enorme Lunga Marcia 5 che è tornato a volare lo scorso dicembre. L’integrazione fra la capsula e il razzo dovrebbe avvenire agli inizi di febbraio sempre presso il Wenchang Satellite Launch Center e, se le performance del razzo confermeranno le attese, esso potrà essere utilizzato anche per la costruzione della nuova stazione spaziale modulare. La capsula trasporterà durante il volo di test quasi 10 tonnellate di propellente per fare in modo che la sua massa si avvicini il più possibile a quella di un modulo della stazione. Come si evince dalle performance dichiarate per questa nuova astronave, appare chiaro che la Cina stia già pensando a missioni al di là dell’orbita bassa terrestre, verso la Luna e potenzialmente oltre. Al momento non è chiaro quando l’agenzia spaziale cinese preveda di far entrare in servizio il nuovo veicolo e si ipotizza che il lancio di prova possa avvenire già in aprile.
Se per le missioni in orbita bassa verrà utilizzato il Lunga Marcia 5B, per quelle nello spazio profondo si dovrà ricorrere a un nuovo lanciatore, oppure a un aggancio con un altro veicolo in orbita terrestre prima di fare rotta verso la Luna.
La Cina è divenuta nel 2003 la terza nazione a lanciare astronauti in maniera indipendente, quando Yang Liwei entrò in orbita con la sua Shenzhou 5. La Shenzhou, del peso di 8,8 tonnellate può trasportare tre astronauti ed è stata usata fin’ora per tutte e sei le missioni abitate cinesi. Essa consiste di tre componenti: la capsula di rientro, il modulo orbitale ed il modulo propulsivo. Diversamente e proprio come la capsula Orion della NASA, la nuova capsula abitata cinese è composta da due componenti: il modulo per l’equipaggio e il modulo di servizio. Se da un lato il progetto della Shenzhou aveva attinto in maniera evidente a quello della storica capsula russa Sojuz, dall’altro, per il nuovo veicolo abitato, gli ingegneri cinesi hanno inserito delle migliorie e delle innovazioni progettuali, come per esempio la parziale riusabilità del modulo dell’equipaggio oppure il suo design modulare, che permetterà alla nuova capsula di venire costruita in modo da incontrare le esigenze delle differenti missioni.
In una recente intervista rilasciata alla China Central Television (CCTV), Yang Quin, il capo progettista della nuova capsula abitata, ha spiegato che in passato la protezione termica delle astronavi Shenzhou era integrata con la struttura metallica interna, pertanto dopo il volo essa non poteva essere sostituita rendendo la capsula non più utilizzabile. «Ora, lo scudo termico delle nuove capsule è stato suddiviso in pezzi più facilmente smontabili». Sarà interessante anche per gli ingegneri, poter effettuare delle analisi sulle parti di cui è previsto il riutilizzo. «Per assicurare un futuro sviluppo industriale sostenibile, la riduzione dei costi è un fattore di primaria importanza, pertanto per quanto ci riguarda, la riusabilità è il miglior modo per ridurre i costi» ha concluso Yang.
Dopo l’atterraggio, la capsula sarà attentamente analizzata per valutarne lo stato e le performance e di seguito verranno verificati anche tutti gli altri sistemi che non sono stati testati in questo primo volo, prima che essa venga dichiarata idonea al volo con equipaggio.
Fonte: Space.com
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