L’ASI nella top 10 dell’AIP Bullettin of Research News
Un 2008 da record per l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l'esplorazione del cosmo. Infatti nella lista dei più importanti risultati della fisica per l'anno 2008, riportata sul numero 879 di dicembre dell'American Institute of Physic Bullettin of Research News e divisa in dieci aree tematiche, ben cinque riguardano ricerche condotte da missioni spaziali che vedono l'Asi in primo piano. "Un gran bel risultato per i ricercatori italiani e per l'Agenzia", è il soddisfatto commento di Enrico Flamini a capo dell'Unita' Osservazione dell'Universo dell'ASI, che ha ricordato il ruolo che l'Italia e l'ASI ha da sempre nell'ambito della ricerca spaziale. Ruolo che è stato recentemente ribadito nell'ultimo vertice ministeriale dell'Esa dove l'Italia ha segnato la propria leadership nell'ambito dell'esplorazione robotica dell'Universo.
I cinque risultati – raggiunti grazie anche alla partecipazione dell'ASI – che hanno ricevuto questo riconoscimento importante sono: la scoperta dei geyser d'acqua su Encelado effettuatta dalla sonda Cassini, una missione congiunta NASA-ASI-ESA, con un contributo determinante dello spettrometro italiano 'Vims'; la scoperta di depositi di ghiaccio al di fuori dei poli fatta da ambedue i radar dell'Asi, Marsis a bordo della sonda europea Mars Express, e SHARAD, sulla sonda NASA Mars Recoinassance Orbiter; la determinazione delle strutture delle nubi di Venere che ha visto il sostanziale contributo dello strumento 'Virtis', evoluzione di 'Vims', sulla sonda europea Venus Express; l'osservazione, fatta da Swift, missione NASA con un fondamentale contributo italiano, del più brillante Gamma Ray Burst mai osservato proveniente da un oggetto distante 7 miliardi di anni luce o, in altri termini, da sette miliardi di anni fa quando l'universo aveva solo la metà della sua età odierna; l'evidenza di un eccesso di elettroni, con energia di centinaia di 'GeV' nei raggi cosmici misurata della missione Pamela, in collaborazione russa Roscomos e che è correntemente interpretata come possibile evidenza dell'annichilazione di particelle pesanti della materia oscura.
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