Primo fallimento per Vega
Dopo una striscia positiva di ben 14 lanci consecutivi coronati dal successo, che durava fin dal debutto avvenuto nel febbraio 2012, si è dovuto registrare il primo fallimento del vettore a propellente solido europeo, quando in Europa erano le prime ore di giovedì 11 luglio.
Il fallimento del lancio è stato dichiarato da Arianespace, circa due minuti dopo il decollo avvenuto alle 03:53:03 italiane di giovedì, dallo spazioporto europeo nella Guiana Francese. Luce Fabreguettes, vice presidente esecutivo di Arianespace, provider per i servizi di lancio di Vega, ha spiegato poco dopo l’incidente, che la grave anomalia è occorsa al momento dell’accensione del secondo stadio Z23 (Zefiro 23) e che i team di Arianespace nella Guiana Francese e di Avio in Italia, si sarebbero messi immediatamente al lavoro per analizzare i dati telemetrici in modo tale da trovare le cause del guasto.
Il problema con il secondo stadio di Vega è parso subito evidente seguendo il tracking durante la diretta del lancio. Nel grafico qui riportato si può notare la divergenza fra la traiettoria teorica, in verde, e quella effettiva, in giallo.
Secondo la telemetria del webcast di Arianespace, 2 minuti e 13 secondi dopo il decollo la velocità del razzo aveva raggiunto i 2,17 km/s quando poco dopo l’accensione del motore del secondo stadio essa aveva incominciato a diminuire. Inoltre la rotta del veicolo aveva preso a deviare da quella di ascesa nominale e infine, il Vega con il suo payload sono precipitati nell’Oceano Atlantico, a nord del Guiana Space Center. Al momento non è chiaro se siano intervenuti i responsabili della sicurezza comandando l’autodistruzione del vettore.
Al termine dell’accensione del primo stadio P80, si è attivato il motore Zefiro 23 del secondo, il quale avrebbe dovuto funzionare per 77 secondi, dando poi spazio al terzo stadio solido Zefiro 9 con i suoi 117 secondi di spinta, e infine al quarto stadio AVUM a propellenti ipergolici.
La quindicesima missione del lanciatore europeo avrebbe dovuto collocare il satellite militare per osservazioni Falcon Eye 1 degli Emirati Arabi Uniti del peso di 1.197 kg, su di un’orbita quasi circolare eliosincrona a un’altitudine di 611 km, nel corso di una missione della durata complessiva di 57 minuti.
Vega dovrebbe prossimamente lanciare anche il Falcon Eye 2, gemello del primo. Entrambi i satelliti sono costruiti da Airbus Defense and Space, mentre i payload ottici ad alta risoluzione sono stati forniti da Thales Alenia Space, il tutto al costo di 800 milioni di Euro, all’atto della firma dei contratti avvenuta nel 2013.
ESA e Arianespace hanno immediatamente deciso di istituire una commissione d’indagine indipendente per analizzare le cause del fallimento del lancio VV15 e definire le misure necessarie a ripristinare le opportune condizioni di sicurezza. Questa commissione è guidata congiuntamente dall’Ispettore Generale dell’ESA e dal Vice Presidente nonché responsabile tecnico e per la qualità di Arianespace, e si avvale anche dell’ausilio degli esperti di Avio e dell’agenzia spaziale francese CNES.
Il quindicesimo lancio di Vega è avvenuto con cinque giorni di ritardo, a causa dei forti venti in quota al di sopra dello spazioporto europeo.
Naturalmente, la prossima missione di Vega, prevista per il 10 settembre, è in forte dubbio fino a quando non saranno chiare le cause dell’accaduto.
Ciononostante, le attività presso il Guiana Space Center continuano senza sosta in vista del prossimo lancio dell’Ariane 5, previsto per il 24 luglio. Il vettore europeo dovrà collocare in orbita il satellite per le comunicazioni Intelsat 39 e il satellite EDRS-C, ovvero il primo satellite per l’European Data Relay System sviluppato da Airbus e dall’Agenzia Spaziale Europea.
La dichiarazione di Giulio Ranzo, Amministratore Delegato di Avio, subito dopo il lancio fallito:
Il webcast integrale di Arianespace:
Fonti: Spaceflight Now.com; Avio; Arianespace
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Ma, in questi casi di “abort” tecnico in fase di ascesa, che fine fa il satellite o, comunque, il ‘payload’ che non è arrivato ad essere posto nell’orbita prevista, si perde tutto ovvero è previsto in ogni caso un sistema di recupero del materiale che non è arrivato dove previsto?
Purtroppo in casi come questo, il payload viene perso, non essendone previsto il recupero nei casi di problemi al vettore. Al resto, poi, ci penseranno le assicurazioni.
Un vero peccato per Avio, mi dispiace sopratutto poiché è un azienda che opera in Italia…
Spero chiariscano e risolvano presto le cause del problema.