Primo contratto per la misteriosa startup SpinLaunch
Jonathan Yaney, fondatore e CEO di SpinLaunch, ha annunciato di aver firmato un contratto con il Dipartimento della Difesa statunitense (DOD), per lo sviluppo del primo prototipo del proprio lanciatore orbitale ibrido cinetico/propulsivo.
Fondata nel 2014 in California, SpinLaunch sta sviluppando un nuovo sistema di lancio orbitale per il mercato dei piccoli satelliti, con l’obbiettivo di poter effettuare fino a cinque lanci al giorno e abbassare notevolmente i costi a 250.000 $/lancio.
Il progetto prevede una centrifuga in grado di accumulare abbastanza energia cinetica per poter accelerare il vettore, lungo meno di 10 metri, fino a Mach 5 e lanciarlo in atmosfera, dove un propulsore a razzo completerebbe l’inserzione in orbita.
Nell’aprile 2018 la compagnia ha ricevuto finanziamenti per 40 milioni di dollari da diverse compagnie, tra cui Airbus Ventures, GV (Alphabet – a cui fa capo Google) e Kleiner Perkins. Nel gennaio di quest’anno ha trasferito la propria sede operativa dalla Silicon Valley in due grandi capannoni nella zona industriale di Long Beach e nello scorso mese di maggio ha iniziato i lavori di costruzione della propria facility presso lo Spaceport America in New Mexico.
Il concetto di accelerare un razzo a terra per ridurne la massa che viene effettivamente lanciata, non è sicuramente un’idea nuova. I progetti più noti sono il bombardiere antipodale Sänger-Brecht degli anni 1930/40 e il progetto Hyperion degli anni ’60, che utilizzavano una slitta a razzo su rotaia per accelerare il lanciatore vero e proprio.
L’idea è stata in parte poi applicata ai vettori orbitali lanciati in volo da aerei madre, quale per esempio il Pegasus di Orbital attualmente operativo.
SpinLaunch si propone di costruire un sistema di accelerazione centrifugo non basato su una rotaia o tunnel, come ipotizzato inizialmente dagli appassionati dei forum statunitensi, bensì all’interno di una struttura circolare, simile a quelle che contengono le centrifughe di addestramento degli astronauti, con una via di fuga entro cui verrebbe rilasciato il vettore accelerato verso la sua ascesa in atmosfera.
In assenza di informazioni dettagliate, si possono solo fare supposizioni sulla realizzazione e se effettivamente risulterà un sistema valido. Certamente non mancano le domande, tra cui la principale è sicuramente a quanti G di accelerazione tangenziale verrà sottoposta la struttura del razzo e il suo carico? Qualcuno ha calcolato un valore di alcune migliaia, che potrebbero essere gestite imponendo una rotazione del razzo lungo il proprio asse.
Altri problemi riguardano l’attrito con l’aria a cui sarà sottoposto il razzo al momento dell’uscita dalla camera centrifuga, che probabilmente sarà sotto vuoto. Supposizione avvalorata da un manifesto di carico che un utente del forum NasaSpaceFlight ha trovato consultando gli “USA Import Data Shipment Reports”, in cui compare un acquisto di due grosse pompe da vuoto provenienti dalla Germania e destinate all’azienda SpinLaunch nel 2016.
Anche la questione di come alimentare energeticamente una tale centrifuga, di come gestire il contrappeso al momento del rilascio del razzo, come mitigare l’onda d’urto supersonica e come rassicurare le comunità interessate dalle traiettorie di lancio, sono questioni di primaria importanza.
Nel brevetto depositato lo scorso anno viene riportato un esempio indicativo in cui un vettore di 2000 kg, con un payload di 43 kg, viene accelerato fino a 2800 m/s da una centrifuga di 100 m di diametro che raggiunge 535 RPM e lanciato fino a raggiungere un’orbita stabile di 350 km di altitudine.
Secondo la timeline di SpinLaunch i primi test di volo dovrebbero iniziare già nel 2020, mentre il primo lancio orbitale è previsto per il 2022.
Fonte e foto credit: SpinLaunch, NasaSpaceFlight
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