La NASA rivela il sito di atterraggio del rover Mars 2020
Mentre mancano pochi giorni all’arrivo su Marte del lander InSight, la NASA ha rivelato la destinazione di atterraggio del rover Mars 2020, dopo una ricerca durata cinque anni tra oltre 60 località candidate sul Pianeta Rosso.
La missione Mars 2020 è prevista al lancio per il luglio 2020 e segnerà l’ennesimo passo verso una sempre più completa esplorazione di Marte che la NASA sta conducendo ininterrottamente sulla superficie del pianeta dal 1997, data di arrivo del piccolo rover Sojourner con la missione Pathfinder. Dopo quella che pare essere la perdita definitiva del rover Opportunity e la possibile fine della sua lunghissima missione, a pochi giorni dall’atterraggio di un’altra sonda sul suolo marziano, InSight, la NASA ha rivelato la destinazione di Mars 2020, che cercherà segni della vita microbica passata e raccoglierà campioni di roccia e suolo, conservandoli in un sito dal quale future missioni tenteranno un ritorno degli stessi sulla Terra. Mars 2020 è quindi una missione cruciale, che prepara le basi per il prossimo decennio di esplorazione di Marte.
La scelta del sito di atterraggio è caduta sul cratere Jezero, così chiamato da una delle omonime località della Bosnia-Erzegovina. La scelta dei toponimi su Marte è quanto mai varia ed è a volte riconducibile ai luoghi d’origine dei membri dei team che hanno condotto ricerche in quei siti attraverso rover o satelliti orbitanti. Ma nel caso di Jezero, il nome richiama anche la natura del cratere stesso: in molte lingue slave, jezero significa “lago” e il cratere è stato davvero un lago, milioni di anni fa, quando si sono formati un delta fluviale e diversi canali che ne hanno determinato il riempimento. Ecco quindi che si tratta di un sito con terreni geologicamente ricchi di storia, con formazioni che arrivano fino a 3,6 miliardi di anni d’età, che potrebbero potenzialmente rispondere a domande cruciali per la comprensione dell’evoluzione planetaria. Campioni prelevati da quest’area decisamente unica, una volta studiati potrebbero quindi anche rivoluzionare il modo in cui pensiamo a Marte e alla sua capacità di ospitare la vita.
Il cratere Jezero si trova sul lato occidentale di Isidis Planitia, un gigantesco bacino d’impatto posizionato a nord dell’equatore marziano. La parte occidentale di Isidis Planitia presenta alcuni dei paesaggi più antichi e scientificamente interessanti di Marte. Gli scienziati ritengono che il cratere del diametro di 45 chilometri potrebbe ancora conservare molecole organiche e altri potenziali segni di vita microbica provenienti dai sedimenti che fluivano nel cratere miliardi di anni fa. L’antico delta fluviale del cratere Jezero offre promettenti target di campionamento di almeno cinque diversi tipi di rocce, tra cui argille e carbonati che hanno un alto potenziale nel preservare le possibili forme di vita passata. Inoltre gli scienziati ritengono che il materiale trasportato nel delta attraverso una grande struttura spartiacque potrebbe contenere un’ampia varietà di minerali provenienti dall’interno e dall’esterno del cratere. La diversità geologica che rende Jezero così allettante per gli scienziati di Mars 2020 è però anche causa di notevoli grattacapi per gli ingegneri che dovranno portare a termine le fasi di entry, descent and landing (EDL) della sonda. Insieme all’imponente delta fluviale e ai piccoli impatti asteroidali, il cratere contiene infatti numerose formazioni rocciose nella sua sezione orientale e scarpate e depressioni con sabbie impervie per un rover nella sua sezione occidentale. Quando è iniziata la ricerca del sito di destinazione, gli ingegneri avevano già perfezionato il sistema di EDL in modo da ridurre la zona a un’area del 50% più piccola di quella per l’atterraggio del rover Curiosity, avvenuto nel 2012 nel cratere Gale e questo ha consentito ai team di considerare luoghi di atterraggio decisamente più impegnativi. Per poter includere nel novero dei siti considerati quelli di maggiore interesse scientifico, la NASA ha aggiunto una nuova capacità chiamata Terrain Relative Navigation (TRN), che consentirà la fase di discesa in modalità sky crane, un’evoluzione di quella alimentata a razzo già utilizzata per Curiosity, capace di trasportare il rover al di sopra della superficie per evitare le aree più pericolose.
La scelta del sito è dipesa quindi proprio da approfondite analisi e test di verifica sulle capacità del sistema TRN. Un rapporto finale sarà presentato ad un comitato di revisione indipendente e al quartier generale della NASA nell’autunno del 2019. Una selezione così precoce del sito di atterraggio consentirà a chi dovrà condurre il rover da remoto e al team delle operazioni scientifiche di ottimizzare al meglio i loro piani per esplorare il cratere di Jezero. Usando i dati della flotta di satelliti di cui la NASA dispone in orbita intorno a Marte, i ricercatori mapperanno l’area nel modo più dettagliato e identificheranno le regioni di interesse e i luoghi con le caratteristiche geologiche più interessanti.
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