La Russia pensa a lanci orbitali low-cost grazie ai missili balistici riconvertiti
Il già grande panorama dei lanciatori commerciali russi si arricchirà dal 2017 di nuovi protagonisti. La United Instrument Manufacturing Corporation (UIMC) – una controllata dall’azienda statale Rostec – sta lavorando alla riconversione in vettori spaziali di numerosi missili balistici (Intercontinetal ballistic missile, ICBM) radiati dopo gli accordi START. I nuovi razzi e la nuova piattaforma di lancio saranno pronti entro nel 2017 e sono attualmente impegnati nella fase di test.
Gli ICBM riconvertiti saranno lanciati dalla ISC Kosmostras, la joint venture internazionale tra l’Agenzia Spaziale russa Roscosmos e le controparti ucraina e kazaka, che finora ha utilizzato come razzo vettore il Dnepr-1, derivato dall’ICBM RS-20B (o R-336), conosciuto in occidente con il codice NATO SS-18 Satan. In particolare, l’azienda si è ritagliata una fetta di mercato nel lancio di piccoli satelliti ad un costo contenuto ed è quindi ipotizzabile che i nuovi vettori saranno utilizzati per perseguire la politica low cost di Kosmostras.
In dettaglio, il Dnepr è un lanciatore leggero di circa 30 metri in grado in portare in orbita LEO fino a 4500 chilogrammi di payload. Il razzo per adesso ha volato 22 volte – da Baikonur in Kazakhstan e da Yasny, nel sud della Russia – registrando un solo insuccesso. Il primo lancio è avvenuto nel 1999, mentre l’ultimo il 25 marzo scorso, quando il Dnepr ha portato in orbita il satellite per l’osservazione della terra coreano KOMPSAT-3A (video in basso). In passato, i russi hanno utilizzato gli SS-18 anche per la famiglia di lanciatori Tsyklon, radiata definitivamente nel 2009.
«I Dnepr stanno diventando obsoleti e devono essere smaltiti. Stiamo lavorando ad una nuova generazioni di lanciatori derivati non solo dagli RS-20B, ma anche altri missili ritirati dal servizio», ha detto il Ceo di UIMC Sergey Skokov.
Proprio ieri, inoltre, l’agenzia spaziale russa Roscosmos ha annunciato che saranno dismessi entro il 2016 diciassette missili balistici leggeri Topol, (codice NATO SS-25 Sickle). Tra il 1993 e il 2006 i Topol sono già stati utilizzati con il nome commerciale di Star-1 per lanci orbitali di piccoli payload fino a 500 chilogrammi di peso. Non è ancora chiaro se anche i Topol dismessi rientreranno nel programma annunciato da UIMC.
Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, la controparte russa di Kosmostras aveva annunciato la fuoriuscita dalla joint venture dopo il completamento dei lanci già prenotati nel 2015. Il nuovo progetto annunciato nei giorni scorsi lascia però ipotizzare un proseguimento del consorzio.
I razzi orbitali sono tutti derivati dalla tecnologia degli ICBM, quindi la riconversione di quest’ultimi a fini spaziali è un procedura più che normale. Semplificando un po’, si può dire che basta eliminare la testata nucleare e sostituirla con un satellite per creare un lanciatore spaziale a tutti gli effetti. In particolare in Russia, l’enorme arsenale nucleare sovietico è stato già utilizzato, oltre che per i razzi già citati, anche per il Rokot della Eurockot Launch Services.
Negli Stati Uniti, la famiglia Atlas ha avuto, fin dagli anni Sessanta, il doppio utilizzo di ICBM e di vettore spaziale. L’ultima generazione della famiglia – l’Atlas V – verrà utilizzata dal provider di lancio United Launch Alliance almeno fino al 2020.
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