XCOR licenzia tutti i dipendenti
In mezzo a diverse storie di successo e di altissimi introiti nell’ambito dell’industria spaziale privata americana, ci sono anche vicende che finiscono nel peggiore dei modi, sia per i progetti intrapresi, sia per il personale che aveva riposto fiducia nelle iniziative. L’azienda di produzione di spazio-plani e razzi XCOR ha licenziato i propri dipendenti residui, pur continuando gli sforzi di ricerca fondi nel tentativo di mantenere alcuni progetti chiave.
In una dichiarazione del 5 luglio scorso, Michael Blum, membro del consiglio di amministrazione di XCOR, ha dichiarato che alcuni dipendenti in funzioni chiave verranno mantenuti come contractor esterni, durante la fase in cui l’azienda tenterà di rimanere sul mercato almeno con funzioni parziali rispetto al passato. A causa di condizioni finanziarie avverse, XCOR è stata costretta a chiudere i contratti di impiego di tutti i dipendenti al 30 giugno. La proprietà intellettuale dell’azienda sarà tutelata in linea di principio attraverso il mantenimento di collaboratori esterni, nel tentativo (ormai abbastanza disperato) di tornare sul mercato nel prossimo futuro.
Blum non ha rilasciato dichiarazioni in merito a quanti dipendenti saranno effettivamente licenziati e quanti saranno mantenuti come contractor. Già nel maggio 2016, XCOR aveva licenziato circa la metà dei suoi 60 dipendenti: in quel periodo l’azienda aveva dichiarato la sospensione della realizzazione del suo Lynx, uno spazio-plano per voli suborbitali a due posti che l’azienda aveva cominciato a sviluppare già quattro anni fa con la finalità di sviluppare un mezzo dedicato al mercato del turismo spaziale. Questa dichiarazione aveva di fatto contraddetto precedenti comunicazioni dell’azienda in relazione all’intenzione di continuare a sviluppare il prototipo di Lynx denominato Mark 1, in costruzione presso lo stabilimento di Mojave in California.
XCOR era già senza amministratore delegato: Jay Gibson, assunto in questo ruolo in marzo, ha lasciato l’azienda in giugno. Peraltro l’amministrazione Trump ha nominato Gibson alla carica di vice capo del Management Office del ministero della difesa lo scorso 16 giugno.
La decisione di XCOR di licenziare il personale residuo potrebbe anche mettere a rischio l’incentivo di 10 milioni di dollari ricevuto dall’azienda nel 2012 per ricollocazione delle strutture produttive a Midland in Texas. Era infatti previsto proprio ieri un incontro tra XCOR e la Midland Development Corporation (che aveva fornito il pacchetto di incentivi) per discutere l’esito di questo finanziamento. Da notizie rilasciate dai canali di informazione locale di Midland, XCOR avrebbe concordato di lasciare almeno 3 dipendenti come contractor esterni a Midland, mentre altri 10 sempre basati nella sede in Texas sarebbe già stati licenziati.
Ove non diversamente indicato, questo articolo è © 2006-2024 Associazione ISAA - Leggi la licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.