L’equipaggio della Sojuz TMA-15M si prepara al decollo
L’equipaggio della Sojuz TMA-15M, composto da Samantha Cristoforetti, Terry Virts (NASA) e dal comandante Anton Shkaplerov (RKA), si trova a Bajkonur da martedì 11 novembre dove si sta preparando al lancio che darà inizio alla missione di sei mesi a bordo della ISS.
L’equipaggio di backup, composto da Oleg Kononenko, Kimiya Yui e Kjell Lindgren, è arrivato in Kazakistan con un giorno di ritardo a causa di un problema dell’aeroplano.
In una intervista rilasciata al podcast AstronautiCAST a diciotto giorni dal lancio, Samantha si è detta molto serena e pronta per il lancio:
«[Sto bene], sono molto serena, tranquilla, appagata e contenta. [Ho] Quel senso di tranquillità e di, non lo so… di gioia di essere nel posto dove vuoi essere, essendo pronta e avendo fatto tutto quello che dovevi fare, quindi… molto serena.»
Mercoledì scorso l’equipaggio ha fatto visita alla Sojuz negli stabilimenti di Energia, dove viene predisposta per il lancio. Lì i tre astronauti hanno potuto familiarizzare con la situazione che troveranno a bordo della capsula e hanno potuto prendere visione del materiale già caricato nel veicolo. Successivamente gli astronauti hanno avuto modo di indossare le tute Sokol per un test di tenuta. La Sokol, infatti, viene pressurizzata durante il lancio per salvaguardare l’astronauta in caso di una depressurizzazione della cabina. Indossate le tute, l’equipaggio è tornato sulla Sojuz per un test di ingresso e di comfort sui seggiolini. Approfittando del momento è stata eseguita una prova generale del lancio, una ultima simulazione di decollo e di ascesa, anche per testare a fondo il computer di bordo.
Durante il lancio Samantha siederà sulla sinistra, accanto al Comandante Anton, ecco come ha descritto il suo ruolo durante questa importantissima fase della missione:
«Io e il comandante lavoriamo molto in parallelo, insieme quindi ci controlliamo a vicenda, entrambi teniamo un po’ un occhio su tutto. Se vogliamo proprio andare a vedere da procedura quelle che sono le responsabilità del comandante e dell’ingegnere di bordo, Anton sicuramente è essenzialmente responsabile per tutte le parti dinamiche, l’accensione dei motori e l’orientamento corretto del veicolo in tutte le fasi di avvicinamento alla Stazione Spaziale; io, invece, sono principalmente responsabile di controllare che i sistemi di bordo funzionino correttamente. Quindi controllerò uno schermo informato dove ci sono tutti i parametri che vanno dai sistemi di supporto vitale al sistema dei motori. Tutti quanti i paramenti di bordo devono essere continuamente monitorati, specialmente quelli da cui dipende la nostra vita, se parliamo di supporto vitale, o comunque la possibilità di completare con successo la missione, se parliamo dei sistemi di gestione della navigazione.»
Dopo la vista dell’equipaggio, la Sojuz è stata trasportata in un edificio dove è stata riempita con circa 800 kg di propellente (tetraossido di azoto e dimetilidrazina asimmetrica) e con diversi gas necessari per pressurizzare i serbatoi (elio e azoto) e per respirare a bordo (azoto e ossigeno).
Venerdì, completato il rifornimento, la Sojuz è stata ispezionata ancora una volta, nel weekend è stata installata sull’adattatore che la connetterà al razzo Sojuz FG e inserita nel fairing che la proteggerà durante l’ascesa in orbita.
In settimana l’equipaggio potrà dare un ultimo sguardo alla Sojuz nella configurazione finale, completamente carica, prima che venga unita alla lanciatore Sojuz FG e trasportata al pad.
Nel frattempo l’equipaggio è entrato in quarantena (da mercoledì), ogni giorno viene monitorato accuratamente da una squadra di medici.
Nei giorni scorsi gli astronauti hanno partecipato alla tradizionale cerimonia dell’alzabandiera, oggi invece hanno preso parte alla cerimonia che prevede di piantare un alberello prima del lancio, come fece Yuri Gagarin nel 1961 e come da allora si è sempre fatto.
Ogni giorno ciascun astronauta trascorre un po’ di tempo su una branda inclinata per per prepararsi fisicamente alla condizione di assenza di peso. L’inclinazione permette di simulare in parte l’aumento della pressione sanguigna a livello del capo, condizione che si sperimenta non appena si arriva in orbita.
Gli astronauti hanno avuto modo di controllare il proprio piccolo bagaglio personale che verrà presto caricato sulla Sojuz e hanno potuto impratichirsi nuovamente con alcune procedure di emergenza e con della strumentazione di bordo (telefoni satellitari, telerilevatori laser ecc…).
Durante l’intervista di AstronautiCAST, Samantha ha anche avuto modo di commentare l’esplosione del razzo Antares avvenuta il 28 ottobre 2014, il fallimento, infatti, ha coinvolto in parte anche sua missione ed è stata necessaria una intensa attività di pianificazione delle attività da svolgere sulla ISS, Samantha in ogni caso non si è mostrata preoccupata:
«Beh, [a bordo] c’erano alcuni esperimenti, due dell’Agenzia Spaziale Italiana [ASI], però con un hardware relativamente limitato sia come volume, sia come peso e complessità, quindi credo che siamo sulla buona strada per poter mandare un hardware di rimpiazzo prossimamente, non dovremmo perdere molto da un punto di vista scientifico. C’erano naturalmente anche esperimenti dell’Agenzia Spaziale Europea [ESA] e della NASA. È chiaro che un cargo che va in fiamme, naturalmente ha degli impatti, ma non degli impatti catastrofici sul programma della Stazione Spaziale, [infatti] non c’erano pezzi di ricambio fondamentali per la vita della Stazione Spaziale [a bordo], c’erano però rifornimenti e approvvigionamenti per la vita dell’equipaggio, ma anche lì, niente di vitale o niente che non si possa rimpiazzare per tempo. Magari dovremo indossare i nostri vestiti per un po’ di tempo in più rispetto a quanto solitamente si fa prima di poterne prendere uno nuovo, insomma, tutto sommato cose abbastanza gestibili, nulla di catastrofico.»
Una volta in orbita il primo giorno sulla ISS sarà essenzialmente un giorno di ambientazione e di riposo per il nuovo equipaggio, Samantha ha infatti ricordato che:
«L’equipaggio che arriva solitamente ha un giorno libero, la tua prima attività è dormire e riposare, renderti un attimo conto di dove sei, sopratutto adesso con il fatto che c’è l’arrivo veloce, quindi dopo una giornata estremamente lunga arrivi sulla Stazione Spaziale stanchissima, magari stai anche male e, insomma, la prima giornata non pianificano proprio niente, se non orientamento.»
Samantha ha aggiunto poi che quando l’equipaggio arriva sulla stazione per i primi giorni sperimenta una forte sensazione di spaesamento, nonostante l’allenamento simuli in ogni particolare la vita a bordo, la realtà rimane sempre un po’ diversa:
«[I nostri colleghi] ci tenevano a preparaci psicologicamente al fatto che le prime settimane sarebbero state un continuo chiedere, un continuo dover fare affidamento all’equipaggio veterano, quindi [ci dicevano di] non avere l’aspettativa di arrivare ed essere immediatamente efficienti, pronti a partire al cento percento, [ma] arrivare [a bordo della ISS] con molta umiltà, consapevoli del fatto che siamo in un ambiente nuovo e che per quanto l’addestramento ti prepari non è la stessa cosa essere a bordo; è assolutamente naturale chiedere più volte la stessa cosa, perché all’inizio sono davvero tante le cose da imparare. Questa è la cosa che ci hanno tenuto veramente a farci capire in modo da non arrivare ed essere in un certo senso delusi dal fatto che non siamo immediatamente dei crew members efficienti al cento percento.»
Il decollo della Sojuz TMA-15M è programmato per domenica 23 novembre alle 22:01, il docking rapido dovrebbe avvenire sei ore dopo. Potete seguire tutti gli eventi del lancio in diretta con la diretta speciale di AstronatiCAST.
Potete trovare altre fotografie di questi ultimi giorni a Bajkonur nell’album Flickr di Samantha:
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