Sarà James Cameron a catturare l’asteroide?
Pesce d’aprile
James Cameron ha proposto formalmente alla NASA di contribuire alla controversa missione di “cattura di un asteroide” con una cifra compresa tra gli 800 milioni ed il miliardo di dollari.
In cambio, il visionario regista canadese, noto per le sue produzioni dal budget ipertrofico, avrebbe richiesto di poter partecipare in prima persona alla successiva missione di approccio e studio del corpo celeste a bordo della capsula Orion.
Cameron non è certo nuovo ad imprese pericolose, ma sin qui si era limitato, per così dire, alle profondità abissali: prima seguendo personalmente una serie di ispezioni del relitto del Titanic, successivamente, nel 2012, raggiungendo il fondo della fossa delle Marianne, primo a compiere l’impresa in solitario e per di più ai comandi di un batiscafo di cui aveva seguito personalmente la progettazione.
Cameron ha già collaborato con NASA nel 2005 con il documentario Aliens of the Deep, girato esplorando la dorsale medio-atlantica, una catena montuosa sottomarina che ospita un ecosistema del tutto particolare.
Ora avrebbe deciso di realizzare un documentario sulla missione NASA più discussa degli ultimi tempi. Il direttore Bolden non perde occasione di sottolineare le potenzialità di questa impresa, sia scientifiche che tecnologiche, ma sin qui è mancato il pieno sostegno da parte del legislatore statunitense, alle prese con seri problemi di bilancio.
Pochi giorni fa NASA aveva aperto ai privati per una collaborazione alla missione, ma probabilmente nessuno si aspettava un contributo di questo calibro. Il costo dell’impresa è attualmente stimato intorno ai 2,5 miliardi di dollari: se consideriamo che le ultime due pellicole di Cameron hanno incassato complessivamente quasi il doppio di quella cifra, possiamo comprendere appieno le potenzialità di questo approccio. Il contributo dovrebbe arrivare direttamente dalla casa di produzione di Cameron, la Lightstorm Entertainment, ma, visti gli importi in gioco, non è escluso l’interessamento diretto da parte di qualche “major” di Hollywood.
In seguito al successo del film “Gravity”, con il quale il regista A. Cuaron ha offerto agli spettatori una visione particolarmente “realistica” delle emozioni e dei pericoli offerti dalle imprese spaziali, si era diffusa la voce che Cameron intendesse soggiornare sulla ISS per girarvi un documentario o un vero e proprio film, ma questa diceria non ha invece trovato riscontro.
Da un punto di vista tecnologico, la sfida per Cameron è ora quella di conciliare le apparecchiature di cui abitualmente si serve (telecamere ad altissima risoluzione con visione stereoscopica per il 3D nativo) con i vincoli di peso e volume imposti da una missione spaziale.
Se così sarà, tra qualche anno potremo tutti godere, in IMAX-3D, della impagabile visione del cosmo offertaci da uno dei registi che maggiormente hanno contribuito a definire il moderno senso dello spettacolo cinematografico, impiegando sempre le tecnologie più all’avanguardia.
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