Diminuiscono le probabilità di recuperare il telescopio spaziale CoRoT

CoRoT - Rappresentazione artistica

Diminuiscono le probabilità di riuscire a recuperare le funzionalità del telescopio spaziale francese cacciatore di pianeti CoRoT, che ha smesso di inviare dati a terra lo scorso novembre.

CoRoT (Convection, ROtation and planetary Transits mission) è equipaggiato con un telescopio di 27 cm e una fotocamera a campo largo. La strumentazione di bordo ha smesso di trasmettere dati a terra dallo scorso 2 novembre. I tecnici che hanno analizzato il problema incolpano le radiazioni, che potrebbero aver danneggiato alcuni sistemi elettronici di bordo.

Sono stati effettuati alcuni tentativi di riavviare la piattaforma del satellite, ma nessuno ha avuto successo. Il satellite, ha detto il responsabile della missione, funziona sostanzialmente in modo corretto, il problema probabilmente risiede nel sistema di comunicazione fra gli strumenti e il computer di bordo.
CoRoT era equipaggiato con un sistema di gestione dei dati ridondante, tuttavia una delle unità di rielaborazione dei dati si era guastata nel marzo 2009 perdendo così completamente uno dei due sistemi di backup.

Sia il guasto del 2009 sia quello più recente si sono verificati dopo che il satellite aveva attraversato la South Atlantic Anomaly (SAA) una regione dove le particelle altamente energetiche possono penetrare più facilmente nell’atmosfera a causa della conformazione particolare delle fasce di Van Allen.

In dicembre il CNES ha eseguito un reboot completo dei sistemi informatici del satellite su un bus di backup, ma il tentativo di comunicazione con la strumentazione di bordo non ha avuto successo neppure questa volta. Dai dati raccolti tuttavia è emerso che l’unità operativa sembra essere in funzione, la telemetria infatti mostra un aumento della temperatura nel box dell’elettronica ogni volta che viene inviato il comando di riavvio, tuttavia non vengono trasmessi dati.

Al momento sono ancora in corso alcune indagini per tentare l’estremo recupero del satellite, ma la situazione non sembra avere molto margine di miglioramento.
Tre giorni prima che si verificasse la seconda anomalia la missione era stata estesa per la seconda volta ed era appena stato approvato un interessante programma di ricerca.

CoRoT è in orbita ormai da sei anni, è stata la prima missione dedicata alla ricerca di esopianeti che orbitano altre stelle analizzando le variazioni di luminosità in concomitanza di un transito del pianeta.
La durata iniziale della missione era di due anni e mezzo, con l’ultima estensione sarebbe dovuta arrivare fino ala 2016.

Dal 2007 CoRoT ha individuato 34 nuovi esopianeti, cinque candidati erano in fase di verifica. Sarebbero stati necessari altri dati per continuare le ricerche su circa 200 altri target individuati.

Nel 2009 CoRoT ha individuato il primo pianeta roccioso fuori dal Sistema Solare, soprannominato CoRoT-7b, si trova alla distanza di 480 anni luce dalla terra e orbita la sua stella con un periodo di 20 ore. Il pianeta è circa cinque volte più massiccio della Terra e possiede un volume del 70% maggiore.

I dati relativi agli ultimi 18 mesi di osservazione non sono ancora stati rilasciati, molti astronomi pensano quindi di poter accreditare qualche altro esopianeta alla missione francese.

Fonte: SFN.

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Filippo Magni

Appassionato di spazio, studente di ingegneria aerospaziale presso il Politecnico di Milano. Collabora all'amministrazione del forum come "Operations Officer". Scrive su AstronautiNEWS da maggio 2009.