Missione Artemis I: Orion in rotta verso la Terra
La navicella spaziale Orion, al suo ventesimo giorno di missione, ha computo il suo secondo e ultimo passaggio ravvicinato alla Luna alle 17:43 italiane di ieri, lunedì 5 dicembre, sorvolando la superficie lunare a meno di 130 km di quota.
Le immagini che sono arrivate tramite la diretta streaming di NASA sono state letteralmente mozzafiato, mostrandoci la Luna da prospettive inedite per le nuove generazioni. In questo video di NASA si possono apprezzare i minuti immediatamente precedenti e successivi il flyby lunare.
L’accensione, condotta con il motore principale del Modulo di Servizio Europeo (ESM), è durata 3 minuti e 27 secondi e ha modificato la velocità del veicolo spaziale di circa 1.054 km/h (293 m/s). Si è trattato dell’ultima manovra orbitale di grande ampiezza compiuta dal propulsore derivato dagli OMS (Orbital Maneuvering System) dello Space Shuttle. Nei prossimi giorni sono infatti attese solo piccole correzioni di rotta.
«Orion sta tornando a casa! Oggi il team ha raggiunto un altro traguardo importante, volando a soli 130 km dalla superficie della Luna. Il flyby lunare ha permesso alla navicella di sfruttare la gravità della Luna per lanciarsi verso la Terra e il suo atterraggio», ha dichiarato l’amministratore della NASA Bill Nelson.
Alcune ore prima del passaggio ravvicinato con la Luna, più precisamente alle 10:43 italiane di lunedì, Orion aveva eseguito una correzione della traiettoria utilizzando i propulsori di manovra del modulo di servizio. La fase propulsa, durata 20,1 secondi, aveva modificato la velocità del veicolo spaziale di 2,24 km/h (0,62 m/s).
Nel frattempo, sulla Terra, il controllo missione ha dato il via ai preparativi per le operazioni di recupero di Orion, dopo il suo ammaraggio al largo delle coste della California programmato per il prossimo 11 dicembre. Anche se a bordo non vi sono esseri umani le squadre di soccorso utilizzeranno questa opportunità per mettere a punto le procedure che dovranno eseguire tra due anni, quando la capsula di Artemis II riporterà a casa gli astronauti che avranno circumnavigato la Luna.
Subito dopo l’ammaraggio, una squadra composta da sommozzatori, ingegneri e tecnici lascerà la nave appoggio su piccole imbarcazioni e approccerà la capsula. I sommozzatori assicureranno alcune funi all’esterno della navetta, grazie alle quali sarà rimorchiata fino alla parte posteriore della nave appoggio. A quel punto, l’azione di un verricello trascinerà la capsula sopra una struttura a culla montata sul ponte sommergibile della nave appoggio. Una volta fissata in posizione grazie a ulteriori cavi di sicurezza, il ponte sommergibile della nave sarà drenato, e le squadre di supporto potranno avvicinarsi e accedere alla capsula.
Al termine della manovra di ieri è stato possibile calcolare che nel corso di Artemis I siano stati utilizzati 3.651 kg di propellente, con un risparmio di circa 81 kg rispetto al previsto. A oggi Orion ha una scorta di propellenti pari a 941 kg.
Artemis I sta proseguendo senza particolari problemi, anche se NASA continua a studiare l’apertura inattesa di alcuni interruttori LCL (Latching Current Limiter) di una delle PCDU (Power Conditioning Distribution Unit) avvenuta lo scorso 4 dicembre attorno alle 17:41 italiane. Questi componenti possono essere comandati in posizione aperta o chiusa e servono a gestire l’afflusso di corrente elettrica nei vari sottosistemi di Orion. In questa particolare occasione alcuni LCL sono scattati in posizione aperta senza che vi sia stato un esplicito comando.
Non si è trattato di un’anomalia particolarmente grave, e la capsula Orion ha proseguito la sua missione senza conseguenze grazie ai sistemi ridondanti e la pronta reazione dei controllori di volo che hanno richiuso gli LCL riportandoli alla configurazione prevista.
Come accennato, le prossima tappe che attendono Orion sono alcune correzioni di rotta (Return Trajectory Correction) il cui numero e momento esatto dipenderà dalla precisione della traiettoria, e l’ammaraggio nell’oceano Pacifico il prossimo 11 dicembre.
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Fonti: NASA
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