Rocket Lab completa la sua prima missione del 2021
Lanciata con successo la missione “Another One Leaves The Crust”.
Il vettore Electron a due stadi è decollato dal Launch Complex 1 della Rocket Lab posto sulla Māhia Peninsula, situata sulla costa orientale dell’isola settentrionale della Nuova Zelanda, lo scorso mercoledì 20 gennaio, quando in Italia erano le 08:26, con a bordo un satellite per le comunicazioni della compagnia europea OHB Group. Il rilascio del carico pagante è avvenuto con successo settanta minuti dopo il liftoff. Inizialmente il lancio era previsto per il 16 gennaio, ma è stato rinviato per un problema legato a dei dati anomali forniti da un inclinometro.
Il satellite GMS-T realizzato dalla OHB Cosmos International Launch Services GmbH, una compagnia della divisione OHB DIGITAL della OHB SE, è stato collocato correttamente sulla sua orbita operativa polare di 1.200 km con un’inclinazione di novanta gradi, ed è subito entrato in funzione come pianificato.
GMS-T è il primo prototipo di satellite relativo al programma di una nuova costellazione composta da diverse centinaia di satelliti da collocare in orbita bassa terrestre e dotati di tecnologia a microonde in banda larga. Oltre a testare la nuova tecnologia radio e la piattaforma del veicolo spaziale, questa prima unità utilizzerà delle frequenze registrate con l’International Telecommunication Union (ITU). OHB Cosmos è responsabile per tutte le fasi dei test e per l’operatività del satellite per tutta la durata della sua missione operativa, fino alla fase di deorbitazione automatica. La compagnia ha sviluppato ed integrato il payload, costruendo di fatto il satellite nell’arco di soli sette mesi. Rocket Lab dal canto suo, ha avuto la capacità di riuscire a integrare il satellite nel suo sistema di lancio in breve tempo.
Another One Leaves The Crust è stata la diciottesima missione complessiva del vettore Electron, alto 18 metri e largo 1,2 m, il quale fornisce i suoi servizi di lancio per piccoli payload dal 2018. Con questo lancio, Electron ha collocato in orbita un totale di 97 satelliti.
Electron è un razzo a perdere, tuttavia Rocket Lab intende a breve iniziare a riutilizzare i primi stadi, i quali verranno sostanzialmente afferrati “al volo” da un apposito elicottero durante la loro ricaduta a terra al termine della loro missione. Infatti il primo stadio è troppo piccolo per poter contenere il carburante necessario alle manovre di rientro e atterraggio propulso, come fanno invece i primi stadi del Falcon 9 della SpaceX.
La compagnia californiana ha in passato svolto alcune prove di rientro controllato dei primi stadi, per esempio accompagnando il booster con un paracadute a uno splashdown dopo il lancio dello scorso 20 novembre. Rocket Lab è riuscita a recuperare lo stadio esausto per lo svolgimento delle opportune ispezioni ed analisi.
Per il lancio di mercoledì non è stata prevista alcuna attività di recupero del primo stadio.
Il 12 dicembre 2020 Rocket Lab ha ufficialmente aperto il proprio primo nuovo sito di lancio in territorio statunitense, presso il Mid-Atlantic Regional Spaceport di Wallops Island, Virginia. Il pad, denominato Launch Complex 2 (LC-2) è situato presso la Wallops Flight Facility della NASA e supporterà i lanci per i clienti governativi e quelli per la sicurezza nazionale.
Il prossimo lancio della compagnia statunitense potrebbe coincidere con il primo lancio dal Rocket Lab Launch Complex 2 di Wallops Island, ed è attualmente previsto per il 28 febbraio 2021 alle 01:00 di Roma. Electron dovrà collocare in orbita il satellite governativo per il Dipartimento della Difesa STP-27RM.
Anche presso il sito LC-1 in Nuova Zelanda, è tuttora in fase di allestimento un secondo pad di lancio, denominato appunto LC-1 Pad B.
Fonti: Space.com; OHB; ForumAstronautico.it
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