ESA firma i contratti per lo Space Rider
L’agenzia spaziale europea affida all’industria la costruzione del veicolo e del suo segmento di terra.
Thales Alenia Space e AVIO, in qualità di co-appaltatore, hanno siglato i contratti con l’ESA per lo sviluppo del sistema di trasporto automatico riutilizzabile Space Rider, destinato a essere lanciato con il vettore Vega C in orbita terrestre bassa. Il valore totale dei contratti è di 167 milioni di euro.
La cerimonia della firma è avvenuta lo scorso 9 dicembre a Roma, presso Palazzo Chigi, alla presenza dei rappresentati del Governo italiano. Questo primo contratto riguarda la fornitura del primo modello di volo dello Space Rider, incluso il modulo di rientro e il modulo orbitale di servizio AVUM, da parte dei due appaltatori TAS e AVIO. Il secondo contratto copre la fornitura del segmento di terra da parte degli altri due appaltatori: Telespazio e ALTEC.
ALTEC avrà il compito della gestione degli esperimenti scientifici e tecnologici a bordo del veicolo durante la missione, e gestirà le operazioni di rientro atmosferico non distruttivo.
Telespazio svolgerà le attività di sviluppo, integrazione e validazione del VCC-OC (Vehicle Control Centre-Operations Control), ovvero del centro di controllo della missione e dello sviluppo e validazione delle relative procedure, sia per la fase LEOP (Launch and Early Orbit Phase) che per la fase di “routine”. Inoltre, Telespazio sarà responsabile della realizzazione e della gestione del Ground Stations Network.
Tutte le operazioni di volo saranno gestite dal Centro spaziale del Fucino. Da qui Telespazio controllerà la fase di rientro in atmosfera dell’AVUM Orbital Module, mentre ALTEC si occuperà delle fasi di rientro e atterraggio del Reentry Module (RM), che seguirà dal VCC-LC (Vehicle Control Center-Landing Control), situato presso il proprio Centro spaziale a Torino. In questa struttura verrà installato anche il Payload Ground Control Center (PGCC), da cui ALTEC seguirà gli esperimenti durante la fase orbitale della missione.
Lo Space Rider offrirà accesso e rientro non abitato dallo spazio in maniera routinaria, per un’ampia gamma di applicazioni spaziali e non, incluse le ricerche in ambiente orbitale, le dimostrazioni tecnologiche, l’osservazione della Terra e l’ispezione dei satelliti. Esso sarà in grado di raggiungere lo spazio a differenti quote e inclinazioni e di restare in orbita come piattaforma orbitale a volo libero per un periodo di due mesi, per poi rientrare nell’atmosfera e atterrare con una precisione di 150 metri. Dopo essere stato recuperato assieme al suo carico utile, può essere rifornito e rilanciato fino a un totale di sei volte.
Thales Alenia Space, alla guida di un consorzio di industrie, centri di ricerca e università europee, è responsabile dello sviluppo del modulo di rientro (Reentry Module – RM), derivato dalla navetta sperimentale IXV costruita in Italia con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana e testato l’11 febbraio 2015 con un volo suborbitale. AVIO naturalmente sì occuperà dei sistemi propulsivi e del modulo di servizio monouso.
Il volo di debutto è pianificato per il 2023 con un Vega C dallo spazioporto europeo di Kourou nella Guiana Francese e i due siti di atterraggio disponibili saranno presso lo spazioporto stesso e sull’Isola di Santa Maria, nell’arcipelago delle Azzorre, Portogallo. Kourou viene considerato il sito principale di atterraggio perché permette la migliore resa della missione, mentre Santa Maria è il sito secondario, adatto per le orbite molto inclinate. Le attività per l’approntamento di queste zone di atterraggio inizieranno presto.
Lo Space Rider avrà una lunghezza di 9,7 m, una massa di 2.430 kg propellenti compresi e potrà ospitare un carico utile di 800 kg nella sua stiva tecnologicamente evoluta da 1.200 litri di volume, la quale sarà in grado di fornire 600 W di energia, controllo termico, gestione dei dati e supporto telemetrico.
Durante il rientro il veicolo raggiungerà una velocità di mach 28 a una quota di 90 km e affronterà una temperatura di circa 1.400 °C sul cono frontale. Quindi un paracadute subsonico si aprirà a una quota di 16 km a una velocità di circa mach 0,73 decelerando il velivolo fino a 50m/s; la parte finale della discesa avverrà con l’assistenza di un parafoil che avrà la funzione di aerofreno per ridurre la corsa di atterraggio.
L’ESA ha già incominciato a diffondere ai potenziali clienti i dettagli tecnici e le specifiche sulla sistemazione logistica dei carichi paganti per il primo volo dello Space Rider. La selezione dei payload verrà svolta nei primi mesi del 2021.
Anche Luca Parmitano ha voluto sottolineare a modo suo l’importanza di questa firma:
Fonti: ESA; Avio; Telespazio
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