MMX, iniziano i test del rover destinato a Fobos

Sono iniziati a fine settembre, presso il centro DLR LAMA (Lande- und Mobilitätstest Anlage) di Brema in Germania, i test di atterraggio del modello ingegneristico del rover franco-tedesco che nel 2025 sarà rilasciato dalla sonda giapponese MMX (Martian Moons Exploration) sulla superficie di Fobos, la maggiore delle due lune marziane.

Realizzata dall’agenzia spaziale giapponese JAXA (Japan Aerospace Exploration Agency), MMX verrà lanciata nel settembre 2024 a bordo del nuovo vettore H3, per raggiungere Marte nella tarda primavera del 2025. L’obbiettivo primario consiste nell’atterrare sulla luna marziana, raccogliere campioni di suolo, effettuare analisi in loco grazie a una suite internazionale di strumenti scientifici e rilasciare il piccolo rover. La sonda lascerà quindi la superficie per effettuare alcuni passaggi ravvicinati dell’altra luna Deimos e inviare a Terra una piccola capsula contenente i campioni di suolo e i dati originali delle immagini riprese ad alta risoluzione. Il rientro sulla Terra della capsula è previsto nel 2029.

La sonda MMX divisa nei suoi tre componenti principali. In basso il modulo propulsivo, al centro il modulo principale che ripartirà da Fobos (con al centro la capsula di ritorno a Terra) e sopra il modulo di atterraggio con le zampe, che rimarrà su Fobos, gli strumenti scientifici e il rover. Credit: JAXA.

Nato dalla collaborazione tra l’agenzia spaziale francese CNES (Centre National d’Études Spatiales) e quella tedesca DLR (Deutsches Zentrum für Luft- und Raumfahrt), il rover è un semplice parallelepipedo di 47,5 × 55 × 27,5 cm e 25 kg di massa, dotato di quattro ruote, pannelli solari, dispositivi stabilizzatori in caso di ribaltamento e strumenti scientifici (telecamere, radiometro e spettrometro Raman).
La scocca del rover, molto leggera ma robusta, si compone di pannelli in alluminio con struttura a nido d’ape, rivestiti con polimeri rinforzati con fibre di carbonio.

Lo scopo di questi primi test è di verificare la resistenza meccanica della struttura simulando il momento dell’impatto con la superficie. Data la fievole forza di gravità di Fobos (un duemillesimo di quella terrestre) per riprodurre l’impatto risultante da una caduta libera prevista tra 40 e 100 metri, in questi test il rover viene lasciato cadere da soli 5 centimetri.

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Considerando il fatto che la riuscita di un atterraggio perfetto è più che altro una questione di fortuna, i tecnici stanno simulando differenti scenari di impatto non perfettamente verticale, spostando un paio di semisfere di 9 centimetri di diametro sulla superficie sabbiosa sottostante il rover.

Sequenza di apertura del rover sulla superficie di Fobos. Credit DLR/CNES.

Dopo aver analizzato i dati risultanti da questi primi test, verrà realizzato un più avanzato modello del rover, completo di tutti i componenti, comprese le quattro ruote attaccate ciascuna a un braccetto mobile e il sistema posteriore di rimessa in posizione in seguito a un ribaltamento o atterraggio su un lato.
Questo nuovo modello l’anno prossimo verrà sottoposto a ulteriori test di stress meccanici, mentre un modello “termico” verrà destinato ai test ambientali, riproducendo le temperature di Fobos, da −150 °C a +50 °C, con un ciclo giorno/notte di sole 7 ore.

Fonte: DLR, JAXA, CNES

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Simone Montrasio

Appassionato di astronautica fin da bambino. Dopo studi e lavoro nel settore chimico industriale, per un decennio mi sono dedicato ad altro, per inserirmi infine nel settore dei materiali compositi anche per applicazioni aerospaziali. Collaboro felicemente con AstronautiNEWS dalla sua fondazione.