ESA affida ad Airbus la costruzione del terzo Modulo di Servizio Europeo per la capsula Orion che riporterà gli astronauti sulla Luna
L’Agenzia Spaziale Europea e il colosso Airbus Defence and Space hanno sottoscritto il contratto per la realizzazione dell’European Service Module 3 (ESM-3), che volerà insieme alla capsula Orion della NASA nella missione Artemis 3, attualmente prevista per il 2024, e che vedrà il ritorno di un equipaggio sulla superficie lunare per la prima volta dalla missione Apollo 17 del dicembre 1972.
Airbus, affidandosi a partner e subappaltatori sparsi in dieci nazioni europee, garantisce quindi la continuità del progetto ESM, dopo avere già realizzato e consegnato il primo modello che volerà nella missione Artemis 1 (senza equipaggio) nel 2021 e aver in corso di realizzazione il secondo modello per la missione circumlunare con equipaggio Artemis 2 del 2023.
«Con questo nuovo contratto dimostriamo ancora una volta l’affidabilità europea come partner nel programma Artemis», ha affermato David Parker, ESA Human and Robotic Exploration Director. «L’European Service Module rappresenta un contributo cruciale al programma, permettendo la ricerca scientifica, lo sviluppo di nuove ed essenziali tecnologie, e rafforzando la cooperazione internazionale in nuove missioni di esplorazione umana oltre l’orbita terrestre».
Il modulo ESM ha forma cilindrica con altezza e diametro di 4 metri, pesa 13 tonnellate a pieno carico e fornirà alla capsula Orion aria, acqua, energia elettrica, controllo termico e propulsione.
L’energia elettrica è fornita da quattro grandi set di pannelli fotovoltaici, ciascuno di 7 × 2 metri quando dispiegato, che insieme garantiscono 11,2 kW di potenza.
Per la prima volta quindi una navicella NASA con equipaggio (salvo lo Skylab che era però una stazione spaziale) sarà alimentata da energia fotovoltaica, abbandonando quindi le sole batterie utilizzate sulle Mercury e Gemini e le celle a combustibile delle capsule Gemini, Apollo e dello Space Shuttle.
Il propulsore principale ha una lunga storia; è infatti un AJ10 di Aerojet Rocketdyne, progettato nella seconda metà degli anni ’50 e già utilizzato sul modulo di servizio (SM) delle capsule Apollo a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso e come Orbital Maneuvering System (OMS) dello Space Shuttle. Inoltre l’ESM è fornito di 8 propulsori secondari e ulteriori 24 propulsori di manovra e controllo d’assetto.
La maggior parte della massa dell’ESM è costituita da quattro serbatoi da 2.000 litri per il carburante dei propulsori, due di monometilidrazina (CH₃(NH)NH₂) e due di miscela di ossidi di azoto (NO, N₂O₄ e NO₂), per un totale di 8,6 tonnellate.
Sono presenti inoltre 240 kg di acqua potabile in 4 serbatoi, 90 kg di ossigeno in 3 serbatoi e 30 kg di azoto in un serbatoio.
L’ESM potrà ospitare carichi paganti, vedi cubesat o strumenti scientifici indipendenti, per un totale di 380 kg e 0,57 metri cubi di volume.
L’ESM è direttamente derivato dal modulo di servizio della navicella automatica ATV, utilizzata in cinque missioni di rifornimento alla Stazione Spaziale Internazionale tra il 2008 e il 2015.
Tra i partner di Airbus spicca Thales Alenia Space, che anche questa volta realizzerà nella sua sede di Torino la struttura primaria dell’ESM, la protezione dagli impatti di micrometeoriti, il sistema di controllo termico, i serbatoi dei consumabili e l’impianto di distribuzione degli stessi.
«Questo contratto conferma il nostro know how nel settore delle infrastrutture per l’esplorazione spaziale», ha commentato Walter Cugno, vice presidente dell’Exploration and Science Domain di Thales Alenia Space. «Ancora una volta viene scelta la nostra grande esperienza per quanto riguarda il volo spaziale con equipaggio. Il futuro delle esplorazioni spaziali umane dipende dall’affidabilità delle tecnologie impiegate e dalla sicurezza e comfort degli astronauti e questi tre parametri combinati sono al centro della nostra attenzione».
Fonte: ESA, Airbus, Thales Alenia Space.
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