Prima accensione per il propulsore P160C

Il momento dell'accensione del propulsore presso il test stand a Kourou. Credit: ESA/CNES/CSG

Lo scorso 24 aprile, presso il Centre spatial guyanais (CSG) di Kourou nella Guyana francese, si è svolto il primo test di accensione del nuovo propulsore a combustibile solido destinato alle prossime evoluzioni dei lanciatori europei Ariane 6 e Vega-C.

Il P160C, realizzato dalla joint venture italo-francese Europropulsion (50% Avio e 50% ArianeGroup), è l’evoluzione del P80 che tra il 2012 e il 2023 venne utilizzato come primo stadio del lanciatore Vega, e del P120C che dal 2022 è utilizzato sia come primo stadio del Vega-C sia, in coppia, come booster laterale dell’Ariane 6.

Con questo test il P160C diventa il più grande e potente propulsore a combustibile solido monolitico mai costruito, titolo finora detenuto dal P120C. Ricordiamo, per esempio, che i più grandi e potenti booster dello Space Shuttle o dell’Ariane 5, non erano realizzati in un blocco unico ma composti da diversi segmenti impilati uno sopra l’altro.
Come il predecessore, il P160C è largo 3,4 metri, ma è alto ben 14,5 metri, ovvero un metro in più rispetto al P120C. Questo aumento in lunghezza consente di stoccare ulteriori 14 tonnellate di combustibile solido, per un totale di circa 167 tonnellate, a beneficio delle prestazioni. Infatti sviluppa una spinta massima di quasi 5000 kN per 137 secondi di fase propulsiva.

Il P160C – QM3 (qualifiyng model 3) mentre viene trasferito al test stand. Credit: ESA/CNES/CSG

Come per i P80 e P120C, la struttura portante, molto leggera ma resistente, è realizzata da Avio a Colleferro (Roma), avvolgendo 5000 km di fibra di carbonio impregnata con resina epossidica, mentre l’ugello di scarico in compositi ceramici è realizzato da ArianeGroup a Bordeaux.
Completata la struttura i booster vengono spediti al sito di lancio a Kourou dove, l’azienda Regulus (60% Avio e 40% ArianeGroup) provvede al carico del propellente HTPB 1912 mediante colatura.

Credit: ESA/CNES/CSG

L’entrata in servizio del nuovo propulsore è attualmente prevista per il 2026.

Fonte: ESA

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Simone Montrasio

Appassionato di astronautica fin da bambino. Dopo studi e lavoro nel settore chimico industriale, per un decennio mi sono dedicato ad altro, per inserirmi infine nel settore dei materiali compositi anche per applicazioni aerospaziali. Collaboro felicemente con AstronautiNEWS dalla sua fondazione.

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