Annunciata la scoperta delle più grandi molecole organiche mai rilevate su Marte

NASA/Dan Gallagher

Analizzando un vecchio campione di suolo presente a bordo del rover NASA Curiosity, un team internazionale di ricerca ha annunciato di aver rilevato decano (C10H22), undecano (C11H24) e dodecano (C12H26), molecole di idrocarburi semplici chiamati alcani.

Queste tre molecole, composte rispettivamente da 10, 11 e 12 atomi di carbonio legati solamente tra di loro o ad atomi di idrogeno, potrebbero essere quello che resta di più complesse catene di acidi grassi, che sono tra gli elementi costitutivi della vita.
Sulla Terra infatti, tra le altre funzioni, gli acidi grassi sono alla base delle membrane cellulari della materia vivente. Possono però anche avere una formazione geologica, come avviene nelle sorgenti idrotermali sottomarine, grazie all’interazione dell’acqua con diversi minerali.

La scoperta è stata realizzata da un team di ricerca internazionale, guidato da Caroline Freissinet dell’ Université Versailles St Quentin a Parigi e Daniel P. Glavin del NASA Goddard Space Flight Center.

Il luogo dello scavo del campione Cumberland nel maggio 2013. Credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Il campione di roccia polverizzata, trapanato da Curiosity nel maggio 2013 nella zona Yellowknife Bay e denominato Cumberland, ha un’età di 3,7 miliardi di anni e venne già esaminato dal team nel 2015. All’epoca vennero rilevati abbondati minerali argillosi, composti solforati, nitrati, metano e altri idrocarburi a catena corta. Le scoperte dell’epoca confermarono che il cratere Gale, in passato, aveva ospitato un lago.
Recentemente il gruppo di ricercatori ha fatto rianalizzare alla suite di strumenti Sample Analysis at Mars (SAM) lo stesso campione Cumberland, modificando le procedure per rilevare la presenza di amminoacidi. Queste molecole non sono state rilevate, ma in compenso è avvenuta la scoperta del decano, undecano e dodecano.

A sinistra lo strumento SAM prima dell’installazione su Curiosity, in alMarteto si nota l’involucro del caricatore rotante, GC indica il gascromatografo e MS lo spettrometro di massa. A destra le 74 fiale del caricatore, di cui 61 (in quarzo) sono vuote, 7 (in primo piano in acciaio) contengono la miscela MTBSTFA e DMF e 6 (a destra in acciaio) sono di calibrazione. Credit: NASA


Il dodecano quindi diventa la molecola organica più grande rilevata finora su Marte e nonostante non ci sia modo per stabilirne l’origine, la scoperta per diversi motivi è comunque interessante perché fa avanzare la ricerca verso la complessità molecolare necessaria all’origine della vita.
Questo studio inoltre riapre le speranze di trovare altre grandi molecole legate alla passata presenza della vita sul pianeta, che si credeva non potessero essere sopravvissute a miliardi di anni di intensa esposizione alle radiazioni cosmiche e all’aggressiva ossidazione da parte dell’ambiente.
Anche l’età del campione è abbastanza curiosa perché proprio 3,7 miliardi di anni fa sulla Terra la vita cominciava a muovere i primi passi e questo potrebbe far pensare che su entrambi i pianeti la vita potrebbe essersi sviluppata contemporaneamente nello stesso periodo.

Fonte: NASA e PNAS

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Simone Montrasio

Appassionato di astronautica fin da bambino. Dopo studi e lavoro nel settore chimico industriale, per un decennio mi sono dedicato ad altro, per inserirmi infine nel settore dei materiali compositi anche per applicazioni aerospaziali. Collaboro felicemente con AstronautiNEWS dalla sua fondazione.