La missione NROL-69 e le spirali viste in Italia

La spirale causata dalla passivazione del secondo stadio del Flacon 9. Credits: Alessandro Gambaro

Nonostante SpaceX nel solo 2025 abbia già completato 38 missioni (almeno nove in più di tutte le altre compagnie, pubbliche o private) solo alcune hanno guadagnato l’attenzione dei giornali generalisti e quindi un pubblico più ampio dei soli appassionati di astronautica: il lancio dei lander lunari Blue Ghost e Hakuto-R, gli spettacolari e falliti test di Starship e la partenza di Crew-10, per la quale la falsa narrativa degli astronauti «bloccati sulla ISS» è stata predominante.

Nessuno invece si aspettava che la missione NROL-69 avrebbe attirato l’attenzione di centinaia di migliaia di persone. Si trattava infatti del lancio di un «singolo satellite militare progettato, costruito e gestito dal National Reconaissance Office (NRO)», il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti che si occupa dei satelliti spia. Del carico rilasciato dal secondo stadio del Falcon 9 non si sa altro, come avviene in tutte le missioni coperte dal segreto.

La patch di NROL-69 da parte del NRO. Il colibrì rappresenta «la velocità e l’agilità con cui [il NRO] fornisce un vantaggio alla nazione e ai suoi alleati». La scritta latina Numquan Hibernare significa mai ibernarti, a significare che il colibrì, e quindi il NRO, è sempre vigile. Credits: NRO
L’emblema di SpaceX per la missione. In alto a destra si può notare una costellazione che forma la silhouette del colibrì. Credits: SpaceX

A diventare protagonista è stato invece proprio il secondo stadio. Dopo un decollo nominale alle 18:48 italiane dallo Space Launch Complex 40 della Cape Canaveral Space Force Station (CCSFS), in Florida, e il corretto rilascio del satellite, il secondo stadio ha iniziato le operazioni preliminari al suo rientro in atmosfera. Si tratta del deorbit burn, un’accensione per abbassare l’orbita, e la passivazione, il drenaggio del carburante residuo rimasto nei serbatoi. Queste procedure vengono eseguite per ridurre al minimo la possibilità di creare detriti o rifiuti in orbita: il secondo stadio del Falcon 9 è infatti grande circa 14m e costituisce un problema sia nel caso rimanga intero, sia nel caso in cui esploda per via del propellente non espulso. Se il deorbit burn non avviene o si verificano problemi, la zona in cui il secondo stadio cadrà non può essere determinata con largo anticipo. La distruzione è comunque quasi sempre completa, sebbene qualche componente più resistente possa sopravvivere al rientro: nel marzo 2025 dei Composite Ovewrapped Pressure Vessel (COPV) del secondo stadio di una missione Starlink sono caduti vicino ad una fattoria in Polonia.

Nel caso specifico di NROL-69 il deorbit burn del secondo stadio è avvenuto intorno alle 21:00 italiane, almeno secondo le previsioni dell’astronomo ed esperto di astronautica Jonathan McDowell. Il secondo stadio è poi rientrato, come avviene nella maggior parte dei casi, sopra l’Oceano Indiano, lontano da aree abitate e attività umane.

Ed è proprio a quell’ora che sono cominciate a comparire sui principali social network decine di immagini che mostravano una spirale molto grande e luminosa in cielo, accompagnate da richieste di chiarimenti o improbabili spiegazioni. La verità è che si trattava proprio del secondo stadio durante le operazioni di passivazione e illuminato dalla luce del Sole ancora presente a quella quota (qualche centinaio di chilometri). Guardando anche la traccia a Terra che il razzo ha seguito, si può vedere come la seconda orbita preveda un passaggio sopra l’Europa, fornendo ulteriore sostegno alla tesi.

Una foto di Alessandro Gambaro della spirale. Credits: Alessandro Gambaro.

Per il NRO si è trattata della quinta missione del 2025: NROL-153 (10 gennaio) e NROL-57 (21 marzo) hanno rappresentato rispettivamente il settimo e l’ottavo gruppo di satelliti Starshield, l’equivalente militare di Starlink, il servizio di internet dallo spazio e telecomunicazioni in orbita terrestre bassa di SpaceX. Le altre due missioni sono state su Transporter-12 (14 gennaio) e Transporter-13 (15 marzo), in volo condiviso con altre decine di microsatelliti.

NROL-69 è stata la prima missione svolta per conto del NRO nell’ambito della seconda fase del National Security Space Launch (NSSL), un programma della Space Force statunitense: nell’agosto 2020 furono assegnate a SpaceX e United Launch Alliance (ULA) 34 missioni, per un finanziamento complessivo di 3,3 e 3,4 miliardi di dollari. Nel luglio 2024 gli importi e il numero di lanci sono stati modificati: per SpaceX il totale complessivo è arrivato a 3,9 miliardi di dollari, per ULA 4,5 miliardi e infine il numero di lanci è salito a 50.

Per SpaceX il recupero del primo stadio del Falcon 9 ha rappresentato il cinquantesimo atterraggio presso la Landing Zone 1 e il 422esimo in generale. Il razzo, seriale B1092, era tornato in servizio per la seconda missione dopo appena 25 giorni da Starlink 12-13.


Fonti: spacenews.com, forumastronautico.it

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Matteo Deguidi

Studio Astrophysics and Cosmology a Padova e qui provo a raccontare quello che succede nel mondo dell'astronautica mondiale, concentrandomi su missioni scientifiche in corso o in fase di sviluppo, con qualche spruzzata di astronomia.