Hera riprende Deimos durante il flyby marziano

Marte fa da sfondo alla luna Deimos ripresa nel vicino infrarosso. Credit: ESA

La sonda europea in viaggio verso gli asteroidi Didymos e Dimorphos, ha compiuto un flyby di Marte passando a meno di 5.000 chilometri dalla superficie del pianeta rosso e osservando inoltre da 1.000 chilometri la sfuggente luna Deimos.
La manovra orbitale ha sfruttato il campo gravitazionale marziano per affinare la traiettoria della sonda verso la sua destinazione, risparmiando una notevole quantità di prezioso carburante necessario per il prosieguo della missione.

Il punto più vicino al pianeta rosso è stato raggiunto alle 13:51 italiane di mercoledì 12 marzo e durante il passaggio erano attivi tre strumenti scientifici: l’Asteroid Framing Camera (AFC), lo spettrometro nel vicino infrarosso Hyperscout-H e il Thermal Infrared Imager (TIRI) fornito dall’Agenzia spaziale giapponese JAXA.
Oltre alle immagini di Marte, Hera è riuscita a riprendere Deimos, la più piccola delle due lune marziane, da circa 1.000 chilometri di distanza, anche se la distanza minima raggiunta è stata di soli 300 chilometri.
Come avviene con la nostra Luna e i venti maggiori satelliti di forma sferica del Sistema solare, anche Deimos orbita in rotazione sincrona con il suo pianeta a circa 20.000 chilometri di distanza, volgendo verso di esso sempre la stessa faccia. Per questo motivo la faccia rivolta verso lo spazio esterno viene raramente ripresa dalle sonde terrestri che orbitano il pianeta rosso.

Il momento della ricezione dell’immagine di Deimos viene accolto dagli applausi del team scientifico di Hera e dall’astrofisico e chitarrista Brian May. Credit: Max Alexander/ESA

Osservando Marte sullo sfondo si può osservare la chiarissima regione Terra Sabaea prossima all’equatore, il grande cratere Huygen di 450 chilometri di diametro appena sotto a destra e il cratere Schiaparelli a sinistra. In basso a destra è ben visibile il bacino Hellas, che con i suoi 2.300 chilometri di diametro e sette di profondità, è uno dei più grandi crateri da impatto noti nel Sistema solare.

Nell’ottobre 2026, con una serie di accensioni dei propulsori, Hera inizierà la manovra di avvicinamento al sistema binario Didymos/Dimorphos, che raggiungerà stabilmente il successivo 28 dicembre, inserendosi in orbita intorno al maggiore dei due asteroidi, Didymos di 780 metri di lunghezza.
Come ricordiamo l’asteroide più piccolo Dimorphos di 160 metri, venne colpito intenzionalmente dalla sonda NASA Double Asteroid Redirection Test (DART) il 26 settembre 2022, con l’obiettivo di causare una variazione del suo periodo orbitale intorno a Didymos in maniera visibile e misurabile direttamente da Terra (qui le immagini e il risultati dei giorni successivi).

Raggiunto Didymos, Hera raccoglierà inizialmente dati sulle caratteristiche fisiche, dinamiche e termiche di entrambi gli asteroidi. In seguito effettuerà rilevazioni e riprese sempre più dettagliate per valutare gli effetti dell’impatto di DART.
Due CubeSat di 12 kg, Milani e Juventas, verranno rilasciati durante la missione per effettuare ulteriori rilevazioni sul sistema binario e la coda di detriti generata dall’impatto.

Fonte: ESA

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Simone Montrasio

Appassionato di astronautica fin da bambino. Dopo studi e lavoro nel settore chimico industriale, per un decennio mi sono dedicato ad altro, per inserirmi infine nel settore dei materiali compositi anche per applicazioni aerospaziali. Collaboro felicemente con AstronautiNEWS dalla sua fondazione.