Aggiornamenti dal sistema solare: marzo 2025

Credit: NASA

Mese ricco di assist gravitazionali con Hera, Europa Clipper e Solar Orbiter che sfruttano qualche pianeta di passaggio per migliorare la propria orbita verso l’obiettivo finale. Le altre missioni proseguono senza intoppi nel loro cammino, anche se a Terra qualche turbolenza c’è, soprattutto in casa NASA, e potrebbero arrivare dei tagli al settore scientifico che porterebbero alla conclusione di alcune di esse. Secondo la pianificazione in corso, quest’anno sono in scadenza le missioni Parker Solar Probe, Juno, Mars Odyssey, Mars Reconnaissance Orbiter, MAVEN (NASA) e Mars Science Laboratory (il rover Curiosity), che senza un’ulteriore estensione di missione termineranno l’operatività.

Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e di quelle in fase di preparazione.

In preparazione per il lancio

C’è solo una missione imminente, Tianwen-2 (CNSA), che partirà questa primavera in una data ancora da specificare, e sarà l’ultima missione interplanetaria del 2025. Non sono stati rilasciati aggiornamenti sulla missione, ma il primo degli obiettivi, l’asteroide (469219) Kamo‘oalewa, è sotto osservazione da tutto il mondo, anche dall’Italia. Nelle recenti analisi sono state effettuate misurazioni che offrono una proiezione migliore dell’orbita dell’asteroide intorno al Sole. Questi studi, insieme a tanti altri avvenuti negli anni passati, agevolano un po’ le operazioni del team che si occuperà della sonda dopo il lancio. La missione prevede infatti di riuscire ad atterrare su questo asteroide, prelevare dei campioni e riportarli a Terra. La sonda successivamente proseguirà verso un altro corpo del sistema solare, 311P/PANSTARRS.

(469219) Kamo‘oalewa ripreso dall’osservatorio di Loiano

Nel sistema solare interno

Il 22 marzo Parker Solar Probe (NASA) è passata al perielio per la 23a volta, forse la penultima. La missione, lanciata nel 2018, era stata programmata per una durata di 7 anni e 24 orbite. È stato in assoluto l’oggetto artificiale a passare più vicino al Sole, a meno di 7 milioni di km dalla superficie, protetto da un robusto scudo solare progettato appositamente. Al termine della missione, se non ci saranno ulteriori estensioni, la sonda abbasserà lo scudo e brucerà quasi completamente. Lo scudo rimarrà intatto a orbitare attorno al Sole per circa un miliardo di anni, se non ci saranno imprevisti.

Il 30 marzo Solar Orbiter (SolO) (ESA) è passata al suo primo perielio della nuova orbita, quella con inclinazione di 17°. A febbraio, infatti, la sonda ha sfruttato un flyby di Venere per aumentare la sua inclinazione orbitale. L’obiettivo della missione è di riuscire a osservare da vicino il polo solare. La sonda sfrutterà ulteriori passaggi di Venere per aumentare ulteriormente la propria inclinazione orbitale, fino ad arrivare, se la missione verrà estesa, a 33° di inclinazione nel 2028.

During panel Q&A I asked what plans are for releasing data from BepiColombo MERTIS. A: As soon as they are sure of calibration, hopefully this year. Data archive is ready to go, just awaiting calibration. But they're willing to release a snapshot for public outreach purposes. Yay! #LPSC2025

Emily Lakdawalla, Uranus Expert (@elakdawalla.bsky.social) 2025-03-11T14:20:32.791Z

BepiColombo (ESA/JAXA), con le due sonde MPO (ESA) e MMO (JAXA), è a una manciata di milioni di chilometri da Mercurio, obiettivo finale della missione. A gennaio ha effettuato il sesto e ultimo sorvolo ravvicinato prima dell’ingresso in orbita, che avverrà a novembre 2026. Durante il Lunar and Planetary Science Conference di marzo, sono state presentate le prime immagini termiche di Mercurio, ottenute con lo strumento MERTIS durante il quinto flyby di Mercurio, quello di dicembre 2024. Ancora l’ESA non ha rilasciato tutti i dati, in quanto devono essere prima sicuri della calibrazione dello strumento, ma probabilmente verrà pubblicato tutto nel corso di quest’anno.

STEREO A (NASA) è una sonda dedicata principalmente all’eliofisica e allo studio del Sole. Però, come cinque anni fa, è iniziata una campagna di osservazione di Betelgeuse, che si prolungherà per qualche mese. La sonda dedicherà circa due ore settimanali all’osservazione della supergigante rossa più vicina a noi, per misurare accuratamente la variazione di luminosità e capire come evolvono le stelle alla fine della loro vita.

Hera (ESA), in viaggio verso l’asteroide binario Didymos e il suo satellite Dimorphos, ha effettuato un sorvolo ravvicinato di Marte il 12 marzo. Durante questo flyby, progettato dal team di dinamica del volo dell’ESA, Hera è passata a circa 5.000 km dal pianeta rosso, sfruttando la gravità di Marte per modificare la sua traiettoria e accorciare il viaggio verso la sua destinazione finale, risparmiando una notevole quantità di carburante. Questo passaggio ha anche permesso a Hera di utilizzare per la prima volta i suoi strumenti scientifici al di fuori della Terra e della Luna, fotografando sia la superficie di Marte che quella di Deimos, la più piccola e misteriosa delle due lune marziane. Hera ha sorvolato Deimos a una distanza di circa 1.000 km, riprendendo immagini del lato meno osservato della luna. Tre strumenti sono stati attivati durante il sorvolo: l’Asteroid Framing Camera, per la navigazione e l’investigazione scientifica in luce visibile, l’Hyperscout H, per caratterizzare la composizione minerale in 25 bande spettrali visibili e nel vicino infrarosso, e il Thermal Infrared Imager (TIRI) della JAXA, per mappare la temperatura superficiale e rivelare proprietà fisiche.

Martian moon Deimos appears dark, framed by the brighter planet Mars behind, in a visible b/w image (right) and in false colour (left), taken by ESA’s spacecraft during its gravity-assist flyby on 12 March 2025 🧪🔭www.esa.int/ESA_Multimed… @technology.esa.int @operations.esa.int

European Space Agency (@esa.int) 2025-03-14T09:01:11.347Z

Hayabusa 2# (JAXA) prosegue il suo viaggio verso due asteroidi, Torifune e 1998 KY26. L’incontro col primo è previsto per luglio 2026 e avverrà a una distanza molto ravvicinata e a velocità elevata, con un passaggio a meno di 100 km di distanza sfrecciando a 5 km/s.

OSIRIS-APEX (NASA) si sta dirigendo verso una meta ambita per fine decennio. La sonda ha intrapreso una nuova missione dopo aver completato OSIRIS-REX, con il campionamento di superficie dell’asteroide Bennu. La destinazione finale è Apophis, un asteroide verso il quale anche ESA sta preparando la propria missione, Ramses, con una sonda principale e due CubeSat. La prossima tappa, invece, è la Terra, che incontrerà due volte, a settembre 2025, nel 2027 e nel 2029 poco prima dell’incontro con Apophis.

La flotta marziana

Il rover Perseverance (NASA) continua la sua instancabile esplorazione del pianeta rosso e ha recentemente fornito uno dei segnali più forti di potenziale vita antica su Marte. Un team di scienziati ha annunciato in una conferenza che una roccia studiata dal rover lo scorso anno presenta delle particolari “macchie di leopardo” con bordi scuri che potrebbero essere i resti di attività microbica marziana. Questa intrigante chimica della roccia, raccolta dal rover, potrebbe ricondurre ad attività microbica, ma la sua origine è ancora incerta. Attualmente, Perseverance si trova a Broom Point, alle pendici inferiori di Witch Hazel Hill. Il percorso compiuto dal rover dall’inizio della missione è di quasi 34 km. Una quantità ragguardevole in quattro anni: basti pensare che il gemello più anziano, il rover Curiosity (NASA), è lì dal 2012, 13 anni, e ne ha percorsi poco più di 34. Perseverance è dotato di un sistema di navigazione autonomo più evoluto di quello di Curiosity, che gli permette di prendere decisioni in autonomia e di aggirare ostacoli senza l’intervento del team da Terra.

Astronomy Picture of the Day del 23 marzo 2025, quel che rimane di un antica spiaggia marziana. Credit: NASA, JPL-Caltech, MSSS, Curiosity Rover

Dall’orbita marziana, invece, non ci sono molte novità. Tutte le sonde proseguono la loro missione senza aggiornamenti di spicco. Al momento ce ne sono sette attive: Tianwen-1 (CNSA), Al-Amal (UAESA), Mars Odyssey (NASA), Mars Reconnaissance Orbiter (NASA), MAVEN (NASA),Trace Gas Orbiter (ESA/Roscosmos) e Mars Express (ESA).

Nel sistema solare esterno

La sonda Europa Clipper (NASA) ha sfruttato la gravità di Marte per modificare la sua traiettoria. Il 1° marzo 2025, la sonda è passata a soli 884 chilometri sopra la superficie del pianeta rosso. Durante il flyby sono stati testati due strumenti scientifici a bordo, E-THEMIS, il Thermal Imager e il Radar Instrument, per verificarne il funzionamento. Il team di controllo missione ha eseguito tre manovre di correzione della traiettoria (TCM) per preparare il sorvolo marziano. Il prossimo appuntamento è con la Terra, nel dicembre 2026, per un’ulteriore spinta gravitazionale. L’arrivo nel sistema di Giove è previsto per aprile 2030.

Prosegue il lungo viaggio di Psyche (NASA) verso la sua lontana destinazione, l’omonimo asteroide 16 Psyche situato nella fascia principale, che raggiungerà nel 2029. La sonda ha catturato recentemente diverse immagini di corpi celesti, inclusi Marte, le lune di Giove e alcune stelle, durante un test periodico di manutenzione e calibrazione delle sue fotocamere. Queste osservazioni sono utili per valutare la risposta delle telecamere alla luce solare riflessa e per analizzare eventuali vibrazioni del sistema di puntamento della sonda.

Lucy (NASA) si prepara a un incontro importante. La sonda ha visitato l’asteroide Dinkinesh nel 2023 e incontrerà Donaldjohanson il prossimo 20 aprile. Quest’ultimo è abbastanza particolare, nel senso che è di natura diversa da quelli visitati ultimamente da varie sonde robotiche spaziali; in particolare si è formato molto di recente e non agli albori del sistema solare. Donaldjohanson appartiene alla fascia degli asteroidi, come Dinkinesh. Dal 2027 al 2033 Lucy visiterà altri cinque gruppi asteroidali posizionati nella stessa orbita di Giove attorno al Sole.

Prima immagine ripresa da Lucy dell’asteroide Donaldjohanson. Credit: NASA/Goddard/SwRI/Johns Hopkins APL

L’ultima sonda in viaggio in attesa di iniziare la missione principale è Juice (ESA), che raggiungerà Giove solamente nel 2031. Attualmente non ha fatto molta strada, anzi si trova addirittura in un’orbita interna a quella della Terra intorno al Sole, più lontano da Giove di quanto non fosse quando è partita nel 2023. Non è un errore: Juice si sta posizionando per sfruttare un assist gravitazionale di Venere il 31 agosto prossimo, per riuscire a immettersi in una traiettoria con energia orbitale più elevata.

La missione Juno (NASA) si appresta a concludere la sua esplorazione di Giove a settembre di quest’anno. Al termine della sua missione estesa, è prevista una manovra di deorbitazione controllata per evitare qualsiasi rischio di contaminazione dei satelliti naturali di Giove, in particolare Europa. La manovra prevede un’accensione dei propulsori in prossimità dell’apogiovio dell’ultima orbita per ridurre l’altitudine del perigiovio a un valore inferiore alla quota convenzionale di superficie di Giove, precisamente a circa 700 km, provocando un tuffo distruttivo nell’atmosfera del gigante gassoso. A marzo la sonda ha ripreso da lontano uno dei satelliti più interni di Giove, Tebe.

New Horizons (NASA) continua il suo viaggio verso i confini del sistema solare, attualmente in modalità di ibernazione. La sonda si risveglierà il 2 aprile per trasmettere i dati accumulati alla rete Deep Space Network della NASA. La missione si sta preparando ad attraversare il termination shock, la regione in cui il vento solare rallenta e diventa subsonico a causa dell’incontro con il mezzo interstellare. L’attraversamento di questa zona potrebbe avvenire già nel 2027.

Le instancabili Voyager 1 e Voyager 2 continuano il loro viaggio verso lo spazio interstellare, rimanendo gli oggetti costruiti dall’uomo più distanti dalla Terra. Tuttavia, a causa della diminuzione graduale dell’energia prodotta dai loro generatori termoelettrici a radioisotopi, i tecnici del JPL hanno dovuto prendere delle misure per diminuire la potenza elettrica assorbita e prolungare la durata delle missioni. Per questo motivo, il 25 febbraio è stato disattivato il CRS, Cosmic Ray Subsystem, a bordo di Voyager 1, mentre il 24 marzo è stato spento il LECP, Low-Energy Charged Particles, di Voyager 2. Nonostante ciò, tre strumenti scientifici continueranno a operare su ciascuna sonda. Si prevede che, grazie a queste misure, le Voyager avranno potenza sufficiente per operare almeno con uno strumento scientifico attivo fino agli anni 2030. Voyager 1 si trova a più di 25 miliardi di chilometri dalla Terra, mentre Voyager 2 a oltre 21 miliardi. A queste distanze, un segnale radio impiega rispettivamente più di 23 ore e 19 ore e mezza per raggiungere le sonde.

Riassunto missioni

Ci sono 37 missioni spaziali al di fuori dell’orbita terrestre, operate da 46 unità robotiche.

Evoluzione della posizione delle sonde del sistema solare nel mese di marzo 2025. I CubeSat sono esclusi. Credit: ISAA/P. Portaluri

Gli aggiornamenti per questo mese sono giunti al termine, continuate a seguirci e ci risentiamo il prossimo mese con gli aggiornamenti dal sistema solare!

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Gianmarco Vespia

La scienza è importante. Ne ho fatto parte tanti anni fa, ma ho dovuto abbandonare la carriera. In Italia manca il supporto agli scienziati, in molti modi: sostegno, fiducia, credibilità, rispetto e finanziamenti. ISAA mi ha dato la possibilità di diventare divulgatore e di raggiungere un pubblico interessato e appassionato in questo piccolo settore che è l'astronautica. La scienza si muove troppo in silenzio, occorre pazienza e attenzione per capirla e apprezzarla, per spiegarla alle nuove generazioni, appassionarle e permettergli di costruire un futuro migliore per sé e per il mondo intero.