Solar Orbiter inizia a inclinare l’orbita per osservare meglio il Sole

Credit: ESA/ATG medialab

Alle 21:48 italiane dello scorso 18 febbraio la sonda europea per lo studio del Sole ha effettuato il quarto passaggio nei pressi di Venere, il più ravvicinato effettuato finora e il più importante. Con questo flyby infatti, Solar Orbiter inizia a inclinare la propria orbita rispetto all’equatore solare e continuerà a farlo con ogni prossimo incontro con Venere, permettendogli di raggiungere i 34° nel 2030.
L’importanza di questa inclinazione risiede nel fatto che renderà possibile riprendere immagini dei poli del Sole e raccogliere dati da angolazioni irraggiungibili da Terra o da qualunque altra sonda impegnata nello studio della nostra stella.

Per perdere buona parte dell’energia cinetica acquisita durante il lancio nel febbraio 2020 e cadere stabilmente verso il Sistema Solare interno, Solar Orbiter ha già effettuato un flyby della Terra e tre di Venere, di cui il secondo in contemporanea con la sonda BepiColombo e il terzo durante una significativa eruzione solare.
Il ritorno scientifico è iniziato inaspettatamente già dal primo perielio (il punto dell’orbita più vicino al Sole) nel giugno 2020, quando la sonda era ancora nella fase di preparazione alla missione scientifica, con la scoperta dei Campfire, piccoli brillamenti sulla superficie del Sole mai osservati fino ad allora.
Lo scorso anno inoltre, l’analisi dai dati provenienti da Solar Orbiter e dalla dalla cugina statunitense Parker Solar Probe, ha permesso di svelare uno dei più grandi misteri della nostra stella.

Durante l’incontro del 18 febbraio la sonda è passata a soli 379 chilometri dalla superficie di Venere, registrando un previsto aumento di temperatura di alcune parti e impegnando il team di controllo dell’ESA ESOC (European Space Operations Centre) a Darmstadt in Germania, con piccole correzioni d’assetto prima e dopo l’evento. L’obiettivo era di avvicinarsi il più possibile per sfruttare al meglio l’azione gravitazionale del pianeta ma non troppo per subirne la resistenza causata dell’alta atmosfera.
Come per i precedenti flyby molti degli strumenti di bordo erano stati attivati e nei prossimi giorni, dovrebbero essere rese pubbliche le immagini.

Il prossimo passaggio ravvicinato di Venere avverrà nel dicembre 2026, aumentando ulteriormente l’inclinazione orbitale e, tra un flyby e l’altro con il pianeta, ogni volta avverranno due o più passaggi al perielio.

Fonte: ESA

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Simone Montrasio

Appassionato di astronautica fin da bambino. Dopo studi e lavoro nel settore chimico industriale, per un decennio mi sono dedicato ad altro, per inserirmi infine nel settore dei materiali compositi anche per applicazioni aerospaziali. Collaboro felicemente con AstronautiNEWS dalla sua fondazione.