Ritorno sulla Luna: un 2024 da record e le prospettive per il futuro
Il 2024 è stato un anno con un numero considerevole di missioni lunari di successo, l’anno più ricco di missioni del ventunesimo secolo, che ricorda un po’ il periodo 1960-1970 con la prima corsa alla Luna. Una nuova corsa è iniziata di recente e sembra davvero non fermarsi. L’interesse verso il nostro satellite naturale, stando alle dichiarazioni di alcune agenzie spaziali. è crescente sia per quanto riguarda l’esplorazione robotica sia per quella con equipaggio. Se nel secolo scorso i principali attori lunari erano Stati Uniti e Unione Sovietica, nel periodo attuale il baricentro delle attività si è spostato di più verso l’Asia centrale, con la Cina in testa, e altre nazioni limitrofe che seguono con attenzione, come Giappone, Corea del Sud e India.
Gli eventi del 2024
L’anno è iniziato appunto con il successo di una missione giapponese. La sonda SLIM, partita a settembre del 2023 si è posata sul suolo lunare il 19 gennaio 2024, anche se con qualche problemino. L’atterraggio non è stato morbido e la sonda non è caduta in piedi, ma si è adagiata su un lato. Nonostante ciò, la missione è considerata un grande successo per l’Agenzia spaziale giapponese (JAXA), in quanto ha dimostrato la fattibilità di un allunaggio di precisione. Inoltre è stata anche la prima sonda sulla superficie a sopravvivere a intere notti lunari senza l’ausilio di riscaldatori nucleari, come le unità al plutonio usata da alcuni lander e rover.
Il mese successivo è stata la volta di IM-1, la prima missione del programma CLPS (Commercial Lunar Payload Services) della NASA. Lanciata a febbraio 2024, ha segnato il ritorno di un veicolo spaziale statunitense sulla Luna dopo oltre 50 anni dall’ultima missione Apollo. L’obiettivo primario di IM-1 era quello di dimostrare la fattibilità di un allunaggio morbido in una regione specifica del nostro satellite naturale: il cratere Malapert A, situato nelle vicinanze del polo sud lunare. Questa zona è stata scelta per la sua rilevanza scientifica, in quanto si ritiene che possa ospitare significative quantità di acqua sottoforma di ghiaccio, una risorsa cruciale per future missioni con equipaggio.
Nonostante l’impresa storica dell’allunaggio, la missione IM-1 ha incontrato alcune complicazioni. L’atterraggio, pur avvenuto con successo, ha posizionato il lander Odysseus in un’inclinazione non ideale, limitando l’operatività degli strumenti scientifici a bordo. Inoltre, le comunicazioni con la Terra si sono rivelate più deboli del previsto, ostacolando la trasmissione dei dati. Queste difficoltà, combinate con una durata delle operazioni scientifiche inferiore al previsto, hanno parzialmente compromesso gli obiettivi iniziali della missione.
Successivamente c’è stata una missione passata un po’ in sordina, formata da una coppia di sonde gemelle. DRO-A e DRO-B sono partite insieme il 13 marzo 2024 con un lanciatore Lunga Marcia 2C. Inizialmente non annunciato, questo lancio ha destato sorpresa nella comunità spaziale, soprattutto perché rappresentava la prima missione lunare cinese non promossa pubblicamente prima del decollo. Il lancio ha subito un’anomalia nello stadio superiore del vettore, mettendo a rischio il successo della missione. Inizialmente si temeva un fallimento, opinione spinta anche dal silenzio da parte delle autorità cinesi. Tuttavia, le analisi dei dati di tracciamento da fonti statunitensi hanno mostrato un graduale aumento dell’orbita, suggerendo un tentativo di recupero. Nonostante la Space Force non fosse in grado di tracciare i satelliti a grandi distanze, manovre successive hanno portato DRO-A e DRO-B a 240.000 chilometri dalla Terra, avvicinandoli all’orbita lunare. Ad agosto è stato appurato con sicurezza che entrambe le sonde avevano raggiunto correttamente l’orbita lunare. A ottobre è stato ulteriormente confermato che si erano inserite nell’orbita desiderata, decretando il pieno successo della missione. Si ritiene che il sistema di guida autonomo delle sonde abbia giocato un ruolo cruciale nel recupero, consentendo manovre correttive anche in assenza di comunicazioni continue. È importante sottolineare che questa missione non faceva parte del programma nazionale cinese Chang’e.
Una settimana dopo le due sonde DRO è partita invece una missione ausiliare del programma Chang’e: Quequao-2. Lo scopo primario del satellite è quello di fungere da relè di comunicazione tra la Terra e le future missioni lunari cinesi, in particolare quelle dirette verso il lato nascosto della Luna. Per buona parte della sua orbita, Queqiao-2 è in grado di mantenere una linea di vista sia con la Terra che con dei punti strategici della Luna, in particolare la faccia nascosta e il polo sud lunare, superando così il problema delle comunicazioni dirette per le prossime missioni lunari cinesi in programma. Oltre al suo ruolo di ponte radio, Queqiao-2 è dotato di una serie di strumenti scientifici che lo rendono un vero e proprio osservatorio spaziale.
Infine la missione più complessa di quest’anno, Chang’e 6. Lanciata nel maggio del 2024, Chang’e 6 si è distinta dalle sonde che l’hanno preceduta per un obiettivo ambizioso e pionieristico: raggiungere il lato nascosto della Luna, prelevare campioni di suolo lunare e riportarli sulla Terra. Questa regione, perennemente nascosta alla vista dalla prospettiva del nostro pianeta, cela ancora molti misteri e potrebbe svelare importanti informazioni sulla formazione della Luna e del nostro sistema solare. È qui che entra in gioco Queqiao-2, il satellite per le comunicazioni messo in orbita poco prima di Chang’e 6. Queqiao-2 ha agito come un ponte radio, permettendo di mantenere una comunicazione costante tra la Terra e Chang’e 6, soprattutto durante le fasi più critiche della missione. Dopo aver prelevato i campioni di suolo lunare, il modulo di ascesa di Chang’e 6 ha effettuato un rendez-vous in orbita lunare con il modulo di servizio, contenente il modulo di rientro. Quest’ultimo, dopo un lungo viaggio, ha rilasciato nell’atmosfera terrestre una capsula contenente i preziosi campioni lunari.
Non ci sono stati altri lanci effettuati verso la Luna nel secondo semestre del 2024, né ce ne sono altri pianificati entro la fine di dicembre. È opportuno ricordare che oltre a questi successi, c’è stata anche una missione che ha fallito completamente l’obiettivo. Il lancio di Peregrine Mission One è stato un successo, ma purtroppo la missione è stata segnata da un’avaria al sistema di propulsione poco dopo la separazione dal lanciatore. Questa inattesa complicazione ha compromesso la capacità del lander di raggiungere l’orbita lunare e, di conseguenza, di effettuare un allunaggio.
Le missioni pianificate
Oltre alle missioni già effettuate, sulla Terra si è continuato a lavorare ai veicoli che verranno lanciati a breve e sui possibili studi di un futuro più lontano e ambizioso sulla Luna. Ci sono vari programmi principali che guidano queste missioni: quelli statunitensi CLPS, con la consegna di carichi utili sulla superfici, il programma Artemis e la costruzione del Lunar Gateway, poi il programma cinese Chang’e, quello russo Luna, quello indiano Chandrayaan. A contorno di questo ci sono altre piccole agenzie che vogliono dimostrare la loro capacità dell’esplorazione nello spazio profondo e attori privati che ambiscono a portare servizi sulla Luna da vendere ad agenzie governative.
Il CLPS ha al momento sette missioni pianificate tra il 2025 e il 2026, con quattro fornitori privati a gestire il tutto. L’obiettivo del programma, infatti, è di affidare quasi completamente al settore privato la consegna del carico utile sulla superficie lunare, come se fosse un corriere. Intuitive Machines, che ha già fatto atterrare con successo Odysseus nel 2024, invierà altri due lander nel 2025, IM-2 e IM-3, e uno nel 2026, IM-4. Firefly Aerospace ne spedirà due, Blue Ghost M1 e Blue Ghost M2, mentre gli altri due partecipanti del programma, Astrobotic Technology e Draper Laboratory, ne manderanno uno a testa. Astrobotic Technology ha già alle spalle la gestione di una missione lunare, Peregrine Mission One, che anche se è fallita ha comunque portato tanta esperienza all’interno dell’azienda.
Procede un po’ più lentamente il programma Artemis, che dopo la prima missione del 2022 sta accumulando a catena ritardi sulle altre. Il programma, guidato dalla NASA, mira a stabilire una presenza umana a lungo termine sulla Luna. Artemis I evidenziò dei problemi allo scudo della capsula Orion durante la fase di rientro, che si consumò più del previsto. Lo scudo termico è la principale protezione degli astronauti contro le alte temperature che la capsula incontra durante fase di rientro atmosferico. Comprensibilmente prima di mettere a repentaglio l’incolumità dell’equipaggio di Artemis II per un nuovo volo di collaudo, i tecnici vogliono essere sicuri che la prossima volta andrà tutto bene. Al momento la missione è posticipata a settembre 2025.
Ritardi di diversa natura inficiano le altre missioni. Artemis III vedrà sbarcare il primo equipaggio sulla Luna dopo più di 50 anni. Il lander, fornito da SpaceX, non è ancora pronto. L’azienda di Musk ha ancora bisogno di sviluppare alcune tecnologie necessarie alla missione, come il trasferimento di propellenti criogenici in orbita, senza delle quali non sarà possibile realizzare il lander con Starship. Per il momento la missione è pianificata per fine 2026. Le altre missioni Artemis non sono state oggetto di ulteriori ritardi rispetto a quanto pianificato un anno fa.
La costruzione del Lunar Gateway procede a Terra, alcune parti importanti sono già pronte. Purtroppo però il lancio inaugurale dovrà aspettare ancora molto, durante l’ultima estate sono stati evidenziati dei problemi di massa che potrebbero compromettere il raggiungimento dell’orbita corretta. Al momento la data di lancio è prevista per il 2027, quando un Falcon Heavy porterà i primi due moduli in un’orbita prossima alla Luna, PPE e HALO: Power and Propulsion Element e Habitation and Logistics Outpost. L’assemblamento del l’avamposto lunare continuerà l’anno successivo con la missione con equipaggio Artemis IV, che porterà a bordo anche il modulo abitativo europeo I-HAB. Entrambi i programmi statunitensi sono soggetti alle decisioni di finanziamento a lungo termine della NASA, che al cambiare del governo, come sta avvenendo in questo momento, potrebbero subire modifiche drastiche, sia in termini di tagli che di accelerazioni del programma.
Cambiando continente, in Cina continua il programma di esplorazione lunare Chang’e, iniziato nel 2007 con Chang’e 1. Dopo la già nominata Chang’e 6, ci sono altre due missioni robotiche pianificate, Chang’e 7 nel 2026 e Chang’e 8 nel 2028. Le missioni hanno un profilo simile, con orbiter e elementi di superficie dedicati all’esplorazione del polo sud lunare, ma con obiettivi diversi, anche se entrambe le missioni sono precursori dell’esplorazione lunare con equipaggio. Chang’e 7, tra le altre cose, si occuperà di effettuare una stima diretta e migliore della presenza di acqua sotto la superficie della Luna. Chang’e 8 tenterà per la prima volta l’utilizzo di risorse lunari per la costruzione di un mattone.
La Russia ci riprova a tornare sulla Luna dopo la sfortunata esperienza di Luna 25 nel 2023, che fallì l’allunaggio. Nel 2027 verrà lanciato un orbiter, Luna 26 e nel 2028 c’è stato un cambio di programma, con un ritorno alle buone abitudini sovietiche. Luna 27, infatti, viene sdoppiata in due lander, Luna 27a e Luna 27b. L’obiettivo è atterrare al polo sud, se la prima fallirà, ci proverà la seconda, se invece la prima avrà successo, la seconda tenterà qualcosa di nuovo con un atterraggio al polo nord.
Anche l’India partecipa alla corsa con il suo programma tornato al successo, Chandrayaan. Il ritorno in superficie è previsto per il 2027 con Chandrayaan-4, una missione complessa, con due lanci, per prelevare un campione di superficie dal polo sud lunare e riportarlo a casa. L’anno successivo sarà la volta di LUPEX, una missione in collaborazione con JAXA che sta per essere inserita in coda al programma indiano e dovrebbe ricevere la denominazione Chandrayaan-5. Come va di moda ultimamente tra le agenzie spaziali, uno degli obiettivi principali di questa missione è stabilire la presenza di acqua nei pressi del polo sud.
L’esplorazione con equipaggio
Oltre all’esplorazione robotica, ultimamente, c’è uno slancio nella preparazione di programmi lunari con equipaggio a lungo termine. Oltre alle già citate missioni Artemis, si stanno sviluppando progetti aperti a collaborazioni internazionali per avere attività sostenibili in orbita lunare e sulla superficie, per garantire un futuro accessibile a risorse oltre l’orbita terrestre, non solo in ottica di estrazione mineraria, ma anche in termini di possibilità tecnologiche e scientifiche. Il Lunar Gateway insieme al programma Artemis, non offrono solamente un’infrastruttura di accesso alla Luna, ma costituiscono la base per un futuro più ambizioso, per facilitare l’esplorazione spaziale dello spazio profondo.
Il Gateway, secondo i piani attuali, inizierà a entrare in servizio nel 2027 e l’assemblamento in orbita terminerà agli inizi degli anni 2030. L’avamposto sarà la base di passaggio per tutte le missioni Artemis con equipaggio destinate alla superficie lunare. Ad ogni lancio Artemis di routine, è previsto che la capsula Orion attracchi al Gateway in orbita, l’equipaggio si trasferisca nella stazione e da lì proceda verso un lander che lo porterà sulla superficie lunare. L’avamposto in sé è un mezzo di traino per altre attività lunari di contorno. È basilare, ad esempio, sviluppare lander, navette cargo e infrastrutture di comunicazione necessarie al supporto delle missioni. Alcuni dei maggiori attori spaziali privati stanno già collaborando per la realizzazione di questi servizi accessori, come SpaceX e Blue Origin, con i loro lander e cargo. Ciò non fa altro che trasferire tecnologie per l’esplorazione lunare al settore privato, aprendo la strada a nuove possibilità future. L’altra faccia della medaglia, è che avere diverse entità partecipanti allo stesso progetto può portare a rischi e ritardi imprevisti, a causa di sviluppi non ideali al raggiungimento del singolo obiettivo, ma concepiti per avere in futuro altri scopi remunerativi.
In Cina, invece, le cose sembrano andare con tempi diversi. Meno annunci epocali, meno partner commerciali, più controllo dello Stato e meno ritardi in generale, per quel che riguarda il primo equipaggio cinese sulla Luna. Al termine del programma Chang’e, 2007-2028, è previsto l’inizio dell’esplorazione umana. L’architettura generale è già definita, almeno per il primo volo. Verranno effettuati due voli con il Lunga Marcia 10, ancora in sviluppo, uno con il lander e uno con l’equipaggio. I due veicoli si ricongiungeranno in orbita lunare e dopo l’attracco l’equipaggio scenderà in superficie nei pressi dell’equatore lunare. La destinazione è stata scelta solo per motivi di semplicità ingegneristica, per riuscire a completare la missione entro il 2030, ma i piani futuri del programma cinese sono abbastanza ambiziosi. Il progetto a lungo termine è di costruire un laboratorio lunare nei pressi del polo sud e sfruttare alcune risorse locali, come acqua e materiale da costruzione, senza portare tutto da Terra.
Pure l’India ha annunciato il suo piano di esplorazione con equipaggio, ma le date comunicate sono abbastanza remote e l’esperienza nel settore è ancora bassa. L’agenzia indiana sta iniziando solo ora a progettare una stazione spaziale per l’orbita terrestre bassa, e i piani prevedono di utilizzarne una simile anche per l’orbita lunare, a partire dal 2040. Nel frattempo stanno facendo tesoro delle conoscenze acquisite con l’esplorazione robotica, l’India è la quarta nazione ad aver fatto atterrare con successo un lander sulla Luna.
Calendario
Questo è un elenco non esaustivo delle prossime missioni lunari pianificate. Molte date sono incerte, alcune missioni potrebbero venir cancellate, altre non presenti potrebbero emergere col tempo.
Data | Missione | Note |
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Gennaio 2025 | Blue Ghost Lunar Lander | Debutto lunare di Firefly Aerospace, CLPS |
Gennaio 2025 | Hakuto-R M2 “Resilience” | Lander commerciale ispace |
Febbraio 2025 | Lunar Trailblazer & Nova-C IM-2 | Missione CLPS |
Marzo 2025 | Blue Moon Cargo Lander | Dimostratore di Blue Origin per Artemis V |
Settembre 2025 | Artemis II | Primo sorvolo con equipaggio del secolo 2000 |
Novembre 2025 | Griffin Mission One | Rover lunare al polo sud |
2026 | Chang’e 7 | Lander cinese al polo sud |
2026 | Starship demo mission | Dimostratore per Artemis III |
Marzo 2026 | Nova-C IM-3 | Missione CLPS |
Settembre 2026 | Artemis III | Primo atterraggio lunare del secolo 2000 |
Dicembre 2027 | Gateway PPE & HALO | Primi due moduli del Lunar Gateway |
2027 | Luna 26 | Satellite scientifico e di telecomunicazioni russo |
2027 | Chandrayaan-4 First Launch | Prelevamento campioni, prima parte |
2027 | Chandrayaan-4 Second Launch | Prelevamento campioni, seconda parte |
2028 | Luna 27 | Lander russo |
2028 | LUPEX or Chandrayaan-5 | Lander indiano e rover giapponese al polo sud |
2028 | DESTINY+ | Assist gravitazionale della Luna verso l’asteroide Phaethon |
2028 | Luna 27b | Lander russo backup della missione precedente |
2028 | Artemis IV | Missione verso il Gateway lunare |
2029 | Chang’e 8 | Lander cinese, costruzione del primo mattone con regolite |
2029 | Artemis V | Missione verso il Gateway lunare |
2030-2035 | La Cina cerca partner per la realizzazione della futura base lunare | Costruzione della base lunare cinese |
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