La Cina conferma Tianwen-3 per il 2028, verso Marte e ritorno
Il 5 settembre a Tunxi, nella provincia di Anhui, in Cina, si è tenuto il secondo congresso internazionale sull’esplorazione dello spazio profondo. Durante questo convegno, Liu Jizhong, capo progettista della missione Tianwen-3, ha fornito un aggiornamento sulla missione, rivelando che la Cina punta a lanciare la missione marziana nel 2028, come era già trapelato a inizio anno, e con due anni di anticipo rispetto alla data indicativa del 2030 comunicata ufficialmente l’anno scorso.
La missione Tianwen-3 è una missione di prelievo di campioni di suolo marziano, con successivo ritorno a Terra, per l’analisi in laboratori specializzati. È organizzata dalla China National Space Administration (CNSA) e uno degli obiettivi principali della missione è cercare prove di vita su Marte. Se avrà successo, Tianwen-3 sarà la prima missione a riportare campioni da Marte sulla Terra. La missione Tianwen-3 sarà composta da due lanci dalla Terra utilizzando razzi Lunga Marcia 5. Un lancio trasporterà un lander e un veicolo di risalita, e probabilmente a bordo del lander ci saranno anche un rover a sei gambe e un drone per la raccolta dei campioni lontano dal luogo di atterraggio. L’altro lancio trasporterà un orbiter e un modulo di ritorno. Tianwen-3 utilizzerà una combinazione di tecnologie collaudate e sperimentali, tra cui quelle già sperimentate con le missioni Chang’e 5 e Tianwen-1. L’orbiter Tianwen-1 ha condotto di recente proprio dei test di aerobraking in preparazione alla missione Tianwen-3.
Al congresso è stato dichiarato che lo scopo principale della missione è proprio la ricerca di tracce di vita. Gli altri obiettivi scientifici della missione sono lo studio dell’ambiente marziano, atmosfera, clima e geologia, ma anche la preparazione di future missioni umane su Marte. Tianwen-3 sarà il banco di prova di nuove tecnologie e sfide ingegneristiche, divenendo, in caso di successo, la prima missione a fare un docking in orbita marziana e la prima a portare campioni da un altro pianeta. La Cina ha dichiarato che condividerà i dati e i campioni della missione con la comunità scientifica internazionale. Questo obiettivo di cooperazione non è nuovo, è stato già fatto con le missioni di campionamento di suolo lunare Chang’e 5 e Chang’e 6 e ha elevato l’importanza delle missioni cinesi sul piano globale.
Le aree candidate per l’atterraggio sono state ridotte a 3 dalle 86 proposte l’anno scorso e sono Amazonis Planitia, Utopia Planitia (l’area in cui è atterrato il rover Zhurong di Tianwen-1) e Chryse Planitia. Nei prossimi anni si saprà quale sarà quella definitiva. La selezione ha seguito sia criteri scientifici che ingegneristici. Ovviamente andava selezionata una zona dove in passato c’era qualcosa che ha permesso uno sviluppo geologico dinamico, acqua prima di tutto, ma andavano messi in conto anche dei criteri per massimizzare le possibilità di successo della missione. Su Marte, infatti, l’atmosfera è molto poco densa, il che rende difficoltosa la manovra di atterraggio, in quanto è difficile far rallentare la sonda e i paracadute hanno un’efficacia minore. Scegliere depressioni profonde come luogo di atterraggio aiuta molto ad affrontare queste sfide ingegneristiche, infatti lì la pressione atmosferica è leggermente maggiore, così come il tempo trascorso in atmosfera durante la manovra finale.
La Cina non è l’unica a programmare una missione di campionamento su Marte, anzi tecnicamente ce n’è già una in corso guidata dalla NASA. L’agenzia statunitense, infatti, da circa 20 anni progetta e rimanda una missione simile. La missione Mars Sample Return della NASA, in collaborazione anche con l’ESA, è molto più complessa di Tianwen-3, in quanto prevede una fase di esplorazione prima del campionamento, che è già in corso. Su Marte c’è attualmente il rover Perseverance che ha esaminato da vicino luoghi di notevole interesse scientifico, prelevato e incapsulato alcuni campioni, che ha abbandonato in punti relativamente facili da raggiungere in attesa di una missione futura per il recupero. Attualmente il programma è in stallo in attesa di un cambio di architettura di missione per il recupero con lo scopo di abbassare i costi e accorciare i tempi. Inoltre è doveroso menzionare i programmi dell’agenzia giapponese JAXA che intende lanciare la missione MMX nel 2026 con recupero di campioni da Fobos, uno dei due satelliti naturali di Marte.
Fonti: SpaceNews, Tiandu Forum
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