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Il duo di Crew-9 è partito per la ISS

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Nick Hague e Aleksandr Gorbunov. Credits: NASA

Sabato 28 settembre alle 19:17 italiane, lo Space Launch Complex 40 (SLC-40) della Cape Canaveral Space Force Station (CCSFS) in Florida, negli Stati Uniti d’America, è stato protagonista per la prima volta della partenza di una missione con equipaggio da quando è stato inaugurato, il 18 giugno 1965. A decollare è stato un Falcon 9 di SpaceX, sulla cui cima era posizionata la Crew Dragon Freedom e l’equipaggio, composto dal comandante Nick Hague e dallo specialista di missione Aleksandr Gorbunov, provenienti rispettivamente dall’agenzia spaziale statunitense (NASA) e russa (Roskosmos) e facenti parte della missione Crew-9.

Il volo si è svolto regolarmente e le operazioni di terra sono state minimamente impattate dalla presenza della tempesta Helene: è stato solamente necessario riportare il Falcon 9 all’interno dell’hangar e riposizionarlo qualche ora più tardi. Come riportato da Steve Stich, manager del Commercial Crew Program (CCP) durante una conferenza stampa prima del volo, nel corso delle verifiche effettuate poco dopo lo static fire, ci sono stati due piccoli problemi: il primo ha riguardato il sistema di gestione dell’acqua della Dragon e responsabile del raffreddamento, mentre il secondo ha riguardato della sporcizia che si è accumulata sui pannelli solari e sulla capsula in seguito all’accensione dei motori. Il sistema di convogliamento dei gas esausti del pad è infatti orientato verso l’oceano e il vento presente in quel momento li ha riportati verso la torre di lancio, facendoli impattare con il razzo. Dopo alcuni lavori di sistemazione, pulizia e ritinteggiamento della Dragon, tutto è stato dichiarato pronto al lancio.

Il primo stadio usato, B1085, è stato recuperato correttamente dopo essere atterrato sulla Landing Zone 1, posizionata a qualche centinaio di metri dal pad di lancio, mentre il secondo stadio ha immesso correttamente Freedom sull’orbita corretta. Il booster era al secondo volo, dopo aver supportato la missione Starlink 10-5 il 20 agosto 2024: inizialmente questo particolare seriale era stato assegnato a Crew-9, ma la formazione di umidità durante il trasporto dal sito di produzione alla costa est degli Stati Uniti aveva indotto NASA e SpaceX a effettuare una missione senza equipaggio per assicurare il perfetto funzionamento del vettore.

Dopo il distacco dal secondo stadio la Dragon ha aperto il portellone sulla parte superiore, il nosecone, in modo da esporre gli star tracker, dei dispositivi che tramite il confronto tra le stelle osservate e delle mappe precaricate nel software di bordo riescono a determinare la posizione della capsula, e iniziare così le operazioni di innalzamento dell’orbita. Dopo circa 20 ore dal lancio, una volta arrivata nei pressi della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), la Dragon effettuerà l’aggancio in modo completamente automatico e rimarrà attraccata fino a febbraio, quando rientrerà, concludendo la missione.

Non si tratterà però della prima volta in cui Freedom effettuerà questo tipo di manovre: la capsula è infatti alla quarta missione, dopo essere stata la capsula di Crew-4 (fine aprile – metà ottobre 2022), Axiom-2 (21 maggio – 31 maggio 2023) e Axiom-3 (18 gennaio – 09 febbraio 2024).

A differenza dell’andata, il ritorno vedrà la Dragon avere due persone in più: si tratta di Barry Wilmore e Sunita Williams, il comandante e la pilota del Crew Flight Test di Boeing, rimasti sulla ISS dopo che NASA valutò più sicuro un rientro senza equipaggio della capsula Starliner con cui erano arrivati, a causa di alcuni problemi ai thruster e al sistema di pressurizzazione con l’elio.

Calypso, questo il nome dello specifico esemplare di Starliner usato, aveva attraccato alla ISS a giugno, dopo anni di ritardi e problemi e, in seguito alla decisione di NASA di estendere la permanenza in orbita di Wilmore e Williams, è rientrata il 7 settembre al White Sands Space Harbor in New Mexico, negli Stati Uniti d’America. A bordo di Crew-9 è stato confermato da Stich che ci sarà una tuta SpaceX su misura per Wilmore, oltre a diversi componenti necessari per il funzionamento della stessa, come tubi e sistemi di comunicazione. Per Williams invece la tuta era già presente a bordo.

Per permettere il rientro dell’equipaggio di Starliner, l’agenzia spaziale statunitense, nella persona di Joe Acaba, astronauta e capo dell’ufficio astronauti del Johnson Space Center (JSC) a Houston, ha dovuto contestualmente rimuovere due membri dalla missione Crew-9: si tratta di Zena Cardman, che sarebbe dovuta essere la comandante, e Stephanie Wilson, originariamente specialista di missione. Acaba ha commentato la decisione dicendo che «non è stato facile decidere di ridurre la dimensione dell’equipaggio, soprattutto perché l’addestramento era stato pensato per quattro persone». Sulla decisione ha pesato anche l’esperienza di Hague, già alla seconda missione di lunga durata e pertanto più esperto di Cardman, che sarebbe stata alla prima in assoluto, e di Wilson, che è stata sulla ISS solo per tre missioni Shuttle di breve durata. La presenza di Gorbunov era invece imprescindibile, in quanto parte degli accordi tra NASA e Roskosmos per far volare i propri astronauti sui veicoli dell’altro, nonostante fosse al primo volo spaziale in assoluto.

Come conseguenza della rimozione dei due membri dell’equipaggio, anche la patch è stata cambiata in minima parte, rimuovendo i nomi dei partecipanti. Gli elementi rimasti hanno significati più o meno immediati: la sagoma della Stazione Spaziale Internazionale è chiaramente riconoscibile e indica il luogo dove il duo passerà i successivi mesi assieme ai colleghi già presenti, così come il falco e il 9 sul becco, a rappresentare il Falcon 9 e la nona missione operativa del Commercial Crew Program di SpaceX. La costellazione del Dragone è un chiaro omaggio alla capsula Dragon, mentre il profilo costiero e il mare blu rappresentano la Florida e più in generale il pianeta Terra. Infine, il simbolo Delta rappresenta un collegamento con gli albori del programma spaziale ed è forse anche un omaggio ad Hague, che è un membro della Space Force e il cui simbolo è per l’appunto una Delta.

La patch prima e dopo la modifica dell’equipaggio. Credits: NASA

Per Cardman e Wilson non sono state diffuse informazioni su un eventuale assegnazione a future missioni Dragon o Starliner: la prossima missione di SpaceX, Crew-10, ha già tutti e quattro i membri assegnati (Anne McClain, comandante, Nichole Ayers, pilota, Kirill Peskov e Takuya Onishi come specialisti di missione), mentre Starliner-1, la prima missione operativa della capsula Starliner, ha ancora un posto mancante.

Sempre durante la conferenza stampa pre lancio, Stich ha parlato di alcune novità di cui le capsule di Crew-8 e Crew-9 possono beneficiare in caso di necessità: si tratta dell’utilizzo dei propulsori SuperDraco durante il rientro, nella remota possibilità in cui i quattro paracadute utilizzati per rallentare la discesa della capsula non si aprano. Prima di queste due missioni i SuperDraco venivano disattivati una volta in orbita, in quanto il loro scopo principale è quello di allontanare la Dragon dal Falcon 9 in caso di problemi.

Inoltre è stata estesa la permanenza massima di una Crew Dragon in orbita, da 210 a 240 giorni, per permettere all’equipaggio di Crew-8 di avere il tempo necessario per il passaggio di consegne (handover) con quello di Crew-9. Questo consentirà anche la possibilità di rimuovere i due posti di fortuna rimediati a bordo della Dragon Endeavour di Crew-8 e utilizzati da Wilmore e Williams in caso di emergenze a bordo della ISS, dopo che Calypso era rientrata a Terra. L’handover tra i due equipaggi durerà circa 7 giorni, con l’8 ottobre previsto come giorno per il distacco di Endeavour dalla ISS.

Fonti: NASA, conferenza stampa pre lancio

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