Il 2027 sarà l’anno di nascita di ROSS, la nuova stazione spaziale russa

Layout della Russian Orbital Service Station. Credits: Wikipedia

La Russia ha svelato la pianificazione prevista per la realizzazione della loro nuova stazione spaziale, attualmente nota con il nome di Russian Orbital Service Station (ROSS), e delle infrastrutture terrestri associate, con i primi moduli che dovrebbero essere lanciati entro i prossimi tre anni.

Il primo modulo dell’avamposto, che avrà una forma che ricorda la lettera X dell’alfabeto, sarà un nodo dedicato alla produzione di energia e alla ricerca. Questo primo modulo dovrebbe essere lanciato in un’orbita quasi polare nel 2027. Entro il 2030 è previsto l’attracco dei quattro moduli principali, mentre altri due moduli “speciali” verranno aggiunti entro il 2033. Roskosmos prevede di inviare i primi cosmonauti sulla stazione nel 2028, ma il futuro avamposto spaziale potrà essere gestito anche senza la presenza a bordo di un equipaggio.

Questo aspetto assume particolare importanza poiché da sempre l’invio dell’uomo nello spazio presenta costi elevatissimi. Una delle ipotesi allo studio prevede che i cosmonauti vengano inviati sulla stazione spaziale solamente per l’avvio degli esperimenti, questi poi potranno svolgersi senza una presenza umana che potrebbe rendersi indispensabile solo in caso di necessità o per riportare gli esperimenti stessi a Terra, riducendo così di molto i costi di gestione.

La nuova stazione spaziale russa orbiterà alla stessa altitudine della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), circa 400 km sopra la superficie terrestre, in un’orbita polare eliosincrona. Questa particolare rotta permetterà, secondo quanto dichiarato da Roskosmos, l’osservazione dell’intera superficie del pianeta e fornirà anche una preziosa visuale sulla «strategicamente importante Rotta del Mare del Nord». Il costo stimato dell’intero progetto è di circa 7 miliardi di dollari.

Il programma per la costruzione della nuova ROSS dipenderà anche dal successo del nuovo razzo Angara A5. L’Angara è un vettore progettato per posizionare in orbita carichi utili pesanti. È attualmente in via di sviluppo al Centro statale di ricerca e produzione spaziale Chruničev (GKNPC Chruničev) a Mosca. Il razzo dovrebbe essere lanciato principalmente dal cosmodromo di Pleseck, in modo da ridurre la dipendenza della Russia dall’uso del cosmodromo di Bajkonur, ora di proprietà della indipendente Repubblica del Kazakistan, da dove attualmente sono lanciati tutti i razzi russi della corrente generazione. Ad ogni modo, il pesante Angara A5 potrà essere lanciato sia da Pleseck sia da Bajkonur.

L’Angara sarà in grado di fornire una capacità di sollevamento simile a quella del Proton. Il nuovo vettore è stato progettato applicando il concetto di architettura modulare; la famiglia di lanciatori disporrà di una gamma di configurazioni capace di trasportare in orbita bassa (LEO) carichi utili dai 2.000 ai 25.500 kg. A seconda della configurazione, il primo stadio potrà disporre di 1, 3 o 5 Universal Rocket Module (URM). Ogni modulo verrà alimentato da ossigeno liquido (LOX) e cherosene anziché da combustibile ipergolico, in questo modo si elimina la necessità di decontaminare il suolo dei siti dove il razzo potrebbe eventualmente precipitare e allo stesso tempo permette l’uso di tecnologie che sono state usate su tutti i lanciatori sovietici e russi dagli anni cinquanta ad oggi.

Il recente annuncio russo relativo ai nuovi progetti è stato integrato dalla notizia che per la progettazione e la costruzione della nuova stazione spaziale orbitante, la Russia si avvarrà dell’aiuto fornito dall’Intelligenza Artificiale (IA), anche se non appare ancora chiaro quale forma assumerà la IA nelle fasi di progetto e costruzione di ROSS.

Si è inoltre saputo che a ROSS verranno assegnati obiettivi “insoliti”, poichè la nuova stazione spaziale fornirà indicazioni a una flotta di satelliti, una novità assoluta dell’attuale panorama spaziale.

La Russia, insieme alla NASA, all’Agenzia Spaziale Europea, alla JAXA e all’Agenzia Spaziale Canadese, è stata un membro di primo piano del progetto della Stazione Spaziale Internazionale sin dal lancio. Per la sua nuova stazione, la Russia sta valutando partnership con Brasile, India, Cina e Sudafrica, oltre ad altri paesi africani. Roskosmos aveva manifestato fin dal 2021 l’intenzione di costruire un proprio laboratorio spaziale quale diretto successore della sua precedente stazione spaziale, la Mir. A metà del 2022, dopo l’invasione dell’Ucraina e le crescenti tensioni tra la Russia e gli altri paesi occidentali, Roskosmos ha dapprima annunciato che avrebbe abbandonato il programma ISS “dopo il 2024” per poi confermare che rimarrà legata al progetto ISS fino al 2028.

Sebbene le tempistiche relative all’abbandono della ISS rimangano incerte, il programma evidenzia l’intenzione dell’agenzia spaziale russa di promuovere i propri interessi e concentrarsi sulla sicurezza e sullo sviluppo scientifico che Roskosmos ritiene sia stato ostacolato dagli accordi internazionali sulla ISS. La ISS dovrebbe essere deorbitata nel 2030, ma potrebbe continuare a rimanere operativa fino a quando non saranno costruite altre stazioni spaziali commerciali.

Fonte: Space.com

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Marco Carrara

Da sempre appassionato di spazio, da piccolo sognavo ad occhi aperti guardando alla televisione le gesta degli astronauti impegnati nelle missioni Apollo, crescendo mi sono dovuto accontentare di una più normale professione come sistemista informatico in una banca radicata nel nord Italia. Scrivo su AstronautiNews dal 2010; è il mio modo per continuare a coltivare la mia passione per lo spazio.