Si avvicinano i lanci di tre nuove missioni nello spazio profondo, attesi per la fine dell’estate, Hera, Europa Clipper e EscaPADE. Per quanto riguarda Mars Sample Return invece, si ricomincia con una nuova pianificazione. Ci sono ancora problemi per Akatskuki, senza comunicazioni da più un mese. Le altre sonde continuano la propria missione senza intoppi particolari.
Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e di quelle in fase di preparazione.
In preparazione per il lancio
Dopo i test di comunicazione di maggio tra Hera (ESA) e i suoi CubeSat, a giugno si sono svolti quelli tra Hera e Darmstadt, il centro di controllo operativo di ESA. Tutto funziona bene, e la partenza prevista per ottobre non prevede al momento ritardi. Hera andrà a visitare l’asteroide Didymos colpito da DART nel 2022 per vedere da vicino le conseguenze dell’impatto a qualche anno di distanza.
Europa Clipper (NASA) è qualche passo più avanti, è già arrivata in Florida e si trova al Payload Hazardous Servicing Facility del Kennedy Space Center. Qui è stata installata l’antenna per le comunicazioni e prima del lancio rimane solo da fissare i pannelli solari e caricare il carburante. Anche per lei la partenza è prevista per ottobre.
L’altra missione a partire quest’anno è EscaPADE (NASA), prevista attualmente per fine settembre, ma inclusa nella stessa finestra di lancio delle altre due missioni. In realtà c’è più attenzione mediatica sul lanciatore che sul carico. Il vettore che porterà EscaPADE su Marte è il New Glenn di Blue Origin, al suo volo inaugurale, ed è al momento il lanciatore più potente al mondo con primo stadio recuperabile, in termini di energia specifica per missioni nello spazio profondo. A giugno la FCC, Federal Communications Commission, ha rilasciato la licenza per il lancio.
Nel sistema solare interno
Altro tuffo sul Sole da parte di Parker Solar Probe (NASA), che il 30 giugno ha “toccato” l’atmosfera solare, sfiorando la superficie a 7,9 milioni di chilometri di distanza. È il quarto passaggio di cinque a questa distanza, l’ultimo sarà il 30 settembre, e dopo un sorvolo ravvicinato di Venere a novembre la distanza minima dalla superficie del Sole si abbasserà a 6,9 milioni di chilometri. I dati di questo ultimo passaggio verranno trasmessi a luglio, quando la sonda si allontanerà un po’ e sarà sottoposta a stress termici inferiori.
Anche Solar Orbiter (SolO) (ESA) guarda fisso sulla nostra stella, e al momento si trova proprio dalla parte opposta della Terra, riuscendo così a osservare la parte del Sole invisibile a noi. ESA conferma l’osservazione dell’esplosione coronale intensa di maggio, avvenuta dalla stessa macchia solare che ha causato l’aurora polare sulla Terra. L’esplosione misurata da SolO è avvenuta circa una settimana dopo quella osservata da Terra ed è al momento la più intensa misurata di questo ciclo undecennale di attività solare.
Ad oggi sono molte le sonde che osservano il Sole da molti punti diversi, ma inizialmente è stato questo uno dei motivi che ha portato al lancio della missione STEREO (NASA), con due sonde STEREO A e STEREO B posizionate una davanti e una dietro la Terra, e in un’orbita eliocentrica simile a quella terrestre. Oggi sopravvive solo STEREO A, che al momento precede la Terra di circa 17° nella sua orbita, come si può vedere bene nel video in fondo a questo articolo.
Arrivano poche notizie da Hayabusa 2# (JAXA) a causa dell’attuale congiunzione solare. La sonda si trova dalla parte opposta al Sole, con la nostra stella che disturba le comunicazioni. Qualche messaggio di telemetria si riesce ogni tanto a decifrare, ma è poca cosa e non è importante, in quanto la sonda è stata preparata a fine aprile per un periodo di tre mesi di assenza di comunicazioni. Il prossimo obiettivo della missione è sorvolare l’asteroide 2001 CC₂₁ nel 2026.
Nessuna nuova buona nuova per BepiColombo (ESA/JAXA) e OSIRIS-APEX (NASA) che stanno vagando nel sistema solare in attesa di raggiungere i rispettivi obiettivi, Mercurio e Apophis. BepiColombo ha in realtà un problemino con i motori che limita la potenza massima erogata ma non compromette la missione. Non si può dire la stessa cosa per Akatsuki (JAXA), in orbita attorno a Venere, ma con un problema di comunicazione totale da fine maggio. Il team non ha comunicato nessuna notizia sullo stato della sonda, che se non fosse recuperabile, terminerebbe così la sua decennale missione. Al momento la posizione della sonda, quasi in congiunzione solare, non aiuta l’investigazione del problema.
La flotta marziana
In orbita attorno a Marte ci sono sette satelliti attivi da parecchi anni che effettuano regolarmente osservazioni di vario tipo. Raramente ormai si osservano fenomeni inaspettati sul pianeta, ma a giugno bisogna menzionare due casi eccezionali. Il primo è stato pubblicato di recente ma si riferisce a delle osservazioni effettuate nel 2022 da Mars Express (ESA), dedicata all’osservazione della superficie, e Trace Gas Orbiter (ESA/Roskosmos), dedicata all’osservazione dell’atmosfera. Si tratta di formazioni di brina mattutina e serale a quote molto elevate, che non si pensava fossero possibili a quei valori di pressione.
Il secondo in realtà era in qualche modo atteso, visto che è il risultato della tempesta solare da record del mese scorso, ma i dati sono stati comunicati a giugno. Il flusso di particelle che ha investito il pianeta è stato osservato in modo particolare da Curiosity (NASA), il rover in superficie e MAVEN (NASA), in orbita marziana. Il rover ha misurato il più elevato livello di radiazioni da quando è entrato in servizio, cioè dal 2012. Curiosity può rilevare solo particelle cariche ad alta energia con i suoi strumenti, ma MAVEN può misurare abbastanza di quel che manca al rover, in particolare il tipo di particelle che causano le aurore. La tempesta solare ha anche accecato lo star tracker di Mars Odyssey (NASA), uno strumento usato per verificare l’assetto della sonda. Lo strumento è stato fuori uso per poco tempo e non ha compromesso il proseguimento della missione.
Indipendentemente dagli eventi eccezionali di maggio, dalle osservazioni di Hope (UAESA) si è scoperto un altro tipo di aurora, che avviene nel lato notturno di Marte, è molto debole, e la cui origine non è completamente chiara. Grazie alle misure contemporanee di Mars Express e MAVEN, però, si è capito che sono correlate con l’attività solare.
Tutto regolare anche per Tianwen-1 (CNSA), che da tre anni osserva il pianeta con dieci strumenti scientifici. A giugno è stata rilasciata una nuova serie di dati scientifici, più la prima mappa ortofotografica della superficie, un mosaico di fotografie a colori corrette a seconda del punto di ripresa per formare una carta geografica uniforme.
Magari non sarà ricordato come il primo sciopero marziano, ma ultimamente il pilota automatico di Perseverance (NASA) ha più volte bloccato la marcia del rover, rifiutandosi di andare avanti a causa del percorso troppo accidentato. Il team ha dovuto pianificare a mano il percorso, come si faceva fino a qualche anno fa dopotutto, la marcia è andata un po’ più lenta, ma il percorso è più sicuro. Il rover ha raggiunto una zona denominata Bright Angel, con rocce di un colorito particolare. Dall’alto il rover è aiutato da Mars Reconnaissance Orbiter (NASA), che fornisce supporto per le comunicazioni con la Terra e supervisione del terreno, anche se da centinaia di chilometri di distanza non si possono ottenere immagini a risoluzione alta come per quelle catturate in superficie.
Nel sistema solare esterno
Mancano ormai 15 orbite al termine della missione Juno (NASA), che il 14 giugno ha fatto un altro passaggio al perigiovio, fornendo come al solito immagini e dati scientifici. La fase operativa della missione è iniziata ad agosto del 2016 con l’immissione in orbita attorno a Giove dopo un viaggio di cinque anni e si concluderà a settembre 2025. È stato quasi un decennio di studi continui di Giove, della sua atmosfera, del suo campo magnetico, dei suoi satelliti naturali, con numerosi passaggi ravvicinati. È al momento l’unica sonda in orbita attorno a Giove e non avrà compagne fino al termine della missione. Nel 2030 arriverà Europa Clipper, ancora ferma in rampa di lancio e nel 2031 arriverà JUICE (ESA), già in viaggio da un anno. Per cinque anni si potrà contare solo sulle osservazioni col telescopio per lo studio del pianeta.
Lucy (NASA) si sta dirigendo verso la Terra, dove arriverà a dicembre per un assist gravitazionale che la porterà fino all’orbita di Giove nel 2027. A novembre dell’anno scorso ha effettuato un sorvolo di Dinkinesh, che si è poi rilevato essere un sistema di tre asteroidi, di cui due a contatto. Le immagini catturate hanno permesso di ricostruire la dinamica di come questo sistema complesso si sia formato. Insieme a Psyche (NASA) sono le uniche due sonde attive dedicate allo studio degli asteroidi oltre l’orbita di Marte. Psyche arriverà sull’asteroide quasi omonimo, 16 Psyche, nel 2029.
Prosegue senza aggiornamenti di sorta New Horizons (NASA), che ha superato la fascia di Kuiper ed è la sonda con strumenti ottici ancora attivi più lontana dalla Terra.
Arrivano nuovamente dati scientifici da Voyager 1 dopo un lungo periodo di disservizio durato da novembre 2023 a maggio 2024. Il mese scorso il team ha ripreso completamente il controllo della sonda e ora tutti gli strumenti scientifici ancora funzionanti, quattro dei dieci iniziali, stanno inviando dati con regolarità. È la sonda più lontana dalla Terra, distante 24,5 miliardi di chilometri o 163 unità astronomiche. Leggermente più vicino si trova Voyager 2, a 20,5 miliardi di chilometri o 136 au dalla Terra, con cinque strumenti scientifici attivi.
Riassunto missioni
Ci sono 36 missioni spaziali al di fuori dell’orbita terrestre, operate da 43 unità robotiche.
Gli aggiornamenti per questo mese sono giunti al termine, continuate a seguirci e ci risentiamo il prossimo mese con gli aggiornamenti dal sistema solare!