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La NASA sta valutando di effettuare una missione Artemis nella bassa orbita terrestre

SpaceX Staship sulla Luna. Credits: SpaceX

Non ci sono ancora notizie ufficiali ma molti indizi fanno pensare che la NASA stia valutando una revisione della pianificazione delle missioni Artemis. Molteplici fonti hanno confermato che l’agenzia spaziale statunitense sta studiando alternative all’atterraggio di due astronauti sulla Luna con la missione Artemis III prevista per settembre 2026, a causa delle preoccupazioni sulla disponibilità dei mezzi e sulla complessità della missione.

NASA ha recentemente dichiarato di avere come obiettivi il volo di collaudo con equipaggio della missione Artemis II a settembre 2025, e la missione Artemis III, per far atterrare gli astronauti vicino al Polo Sud lunare nel settembre del 2026. NASA valuta quotidianamente il progresso e lo stato dei fatti. Qualora un particolare elemento hardware non fosse disponibile come pianificato, l’agenzia spaziale valuterà le alternative avendo nella sicurezza dell’equipaggio la priorità numero uno.

Al di là delle dichiarazioni ufficiali, una delle opzioni attualmente al vaglio prevederebbe il lancio di una navicella spaziale Orion con gli astronauti a bordo per un rendez-vous nella bassa orbita terrestre (LEO) con un veicolo Starship, lanciato separatamente da SpaceX. Nel corso di questa missione, concettualmente simile alla missione Apollo 9 precursore dell’atterraggio lunare effettuato dalla Apollo 11, l’equipaggio convaliderebbe la capacità di attracco di Orion con Starship nonché l’abitabilità all’interno della Starship. Una possibile alternativa vedrebbe il lancio di un equipaggio su un veicolo Orion per volare in direzione del Lunar Gateway, posto in orbita lunare, per poi tornare sulla Terra.

Una timeline irrealistica

La data prevista per la missione Artemis II appare ottimistica ma potenzialmente fattibile se la NASA riuscisse a risolvere i problemi dello scudo termico della navicella Orion. Tuttavia, pensare a uno sbarco sulla Luna nel settembre 2026 appare oggi irrealistico. Gli ostacoli maggiori per la missione Artemis III sono la mancanza di un lander, che SpaceX sta sviluppando attraverso il suo programma Starship, e di tute spaziali, progetto curato da Axiom Space, per le escursioni sulla superficie lunare. Non è infatti chiaro quando saranno disponibili il lander e le tute, progetti che la NASA ha iniziato a finanziare solo negli ultimi due o tre anni.

I problemi legati alla missione Artemis III non sono solamente legati alla disponibilità dei mezzi ma vi sono anche preoccupazioni riferite alla notevole complessità della missione, che richiederà una serie di passaggi mai eseguiti fino ad oggi: il rendez-vous Orion-Starship, l’attracco in orbita lunare, la discesa, l’atterraggio, la risalita dalla Luna, il nuovo attracco Orion-Starship e il ritorno sulla Terra. I pianificatori della missione si sentirebbero più a loro agio se potessero ridurre i rischi di Artemis III convalidando alcune di queste delicate manovre prima della missione di atterraggio sulla Luna.

Questo è il motivo per cui la NASA ha chiesto a SpaceX di prendere in considerazione una missione di docking Orion-Starship da eseguire in orbita attorno alla Terra. Una missione del genere, chiamata Artemis IIS o Artemis III, potrebbe risolvere molti problemi ed eliminare tanti dubbi, tanto da essere al momento l’opzione preferita. Fondamentalmente si verificherebbero le capacità dei due veicoli spaziali di attraccare in un ambiente dove, se ci fosse un problema, sarebbe molto più facile per l’equipaggio tornare sano e salvo a casa. Questa missione convaliderebbe inoltre la capacità degli astronauti di vivere all’interno dell’astronave e eseguire alcune manovre.

Inoltre, e non meno importante, una missione del genere consentirebbe all’agenzia spaziale di ridurre il divario di obiettivi attualmente esistente tra la missione Artemis II e la Artemis III.
Non è ancora noto quando sarà pienamente disponibile il veicolo Starship di SpaceX. L’azienda è particolarmente nota per la dinamicità dimostrata nelle fasi di sviluppo dei veicoli, ma vi è ancora un’enorme quantità di lavoro da completare.

SpaceX deve ancora riuscire a far volare regolarmente il veicolo per poi iniziare a condurre i test di rifornimento. Questi collaudi saranno indispensabili per rendere affidabile l’operazione di rifornimento di carburante dei veicoli in orbita, ricordando che nulla di simile è mai stato tentato su questa scala. SpaceX deve quindi imparare a far funzionare la Starship nello spazio profondo, atterrare sulla Luna e, cosa fondamentale, decollare dalla superficie lunare pochi giorni dopo per incontrarsi nuovamente con Orion in modo che gli astronauti possano tornare a casa. Questo processo di validazione potrà trovare soluzione attraverso la progettazione e i test, ma ci vorrà tempo.

Una decisione difficile

Un profilo di missione che prevede un incontro in orbita terrestre con Orion risolverebbe molti problemi rendendo più agevole la fase di sviluppo della missione. SpaceX dovrebbe riuscire a far volare la Starship nell’orbita terrestre bassa con un sistema di supporto vitale funzionale. Questa opzione potrebbe risultare realizzabile nei prossimi due anni.

La missione Starship-Orion avrebbe un altro vantaggio che la distingue da una missione verso il Lunar Gateway: potrebbe essere eseguita senza ricorrere all’utilizzo di un potente stadio superiore sul razzo SLS. Per le sue prime tre missioni Artemis, la NASA utilizzerà su SLS uno stadio superiore “provvisorio” basato sul razzo Delta prodotto dalla United Launch Alliance. Visto che produzione dei razzi Delta è cessata, non è chiaro se si potranno produrre in futuro ulteriori stadi di questo vettore a un costo ragionevole.

Mentre una missione verso il Lunar Gateway richiederebbe l’uso di uno stadio superiore provvisorio per lanciare Orion nell’orbita lunare, per la missione di rendez-vous in orbita terrestre l’utilizzo di un secondo stadio “potente” non sarebbe necessario. Questa opzione consentirebbe alla NASA di salvare l’ultimo stadio superiore provvisorio ancora disponibile per poterlo utilizzare nella prima missione di atterraggio lunare. Successivamente, la NASA dovrà utilizzare un secondo stadio di SLS “definitivo”, l’Exploration Upper Stage. Ma questa nuova fase non sarà attuabile prima del 2028.

NASA è oggi particolarmente sensibile a un’ipotesi di revisione dei piani Artemis perché sta affrontando un taglio di bilancio e forse perché questo è un anno di elezioni presidenziali. Si sussurra che l’agenzia non desideri annunciare ulteriori ritardi o modifiche nei piani di Artemis almeno fino al prossimo anno, anche se pare che ad oggi non sia stata presa alcuna decisione definitiva sulla revisione della missione Artemis III.

Uno dei motivi di queste apparenti indecisioni pare risiedere nel fatto che l’agenzia desidera chiarire ai politici e al Congresso che ritiene gli appaltatori del programma Artemis i veri responsabili delle loro prestazioni. L’agenzia ha dichiarato di aver chiesto a tutti i partner di mettere in atto ogni sforzo per operare nei tempi previsti per garantire che la NASA possa raggiungere gli obiettivi di esplorazione Luna-Marte, ribadendo il concetto che sono stati firmati accordi con i fornitori (SpaceX, Axiom Space e altri) e stabilite le milestone sulla base dei dettagli tecnici e delle garanzie da loro fornite.

Fonte: Ars Technica

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