L’intrigante missione del drone Dragonfly su Titano, la luna più grande di Saturno, verrà lanciata dalla NASA nel luglio 2028.
L’ente spaziale statunitense ha ufficializzato la conferma di questo ambizioso progetto con un comunicato rilasciato lo scorso 16 aprile. Ora il team ingegneristico può continuare la fase finale della progettazione e dare inizio ai test in vista del lancio del drone che avverrà fra poco più di quattro anni.
Il rotocraft (o velivolo ad ala rotante) Dragonfly, delle dimensioni paragonabili a quelle di un’auto, è in fase di costruzione presso il Johns Hopkins Applied Physics Laboratory (APL) di Laurel, Maryland e raggiungerà Titano nel 2034. Qui, per i seguenti 2 anni e mezzo, il drone alimentato da un generatore termoelettrico a radioisotopi eseguirà un volo ogni giorno titaniano (che corrisponde a 16 giorni terrestri), a caccia di processi chimici prebiotici in luoghi selezionati sulla gelida luna saturnina, che si ritiene possa contenere materiale organico.
Titano, perché?
Essendo l’unico satellite del Sistema Solare a possedere, a quanto è noto oggi, una densa atmosfera e a ospitare dei mari liquidi sulla sua superficie, Titano solletica da tempo la curiosità dei planetologi, i quali ritengono che la luna assomigli alla Terra primordiale ricca di metano, e che possa nascondere degli indizi sulla genesi della vita. I fiumi di idrocarburi combinati con la presenza di materiale organico potenzialmente favorevole a sostenere la vita, aumentano le quotazioni di Titano come luogo abitabile da forme di vita organiche.
La progettazione e il budget
Mentre la missione Dragonfly ha passato una serie di revisioni tecniche indipendenti agli inizi dello scorso anno ed era in rotta verso la sua data di lancio originale del 2027, la NASA ha dovuto posporre la data finale di lancio a causa dell’incertezza sulla disponibilità di finanziamenti del progetto per l’anno corrente e per il prossimo. La proposta di budget per il 2025 per la NASA, pubblicata dall’amministrazione Biden agli inizi di marzo 2024, stanzia 2,73 miliardi di dollari per l’esplorazione planetaria robotica che include la missione Dragonfly, i cui costi totali dell’intero ciclo di vita saranno ora di 3,35 miliardi di dollari, ha affermato la NASA in una nota.
Come spesso accade nelle missioni interplanetarie complesse, il costo finale è significativamente più alto di quello proposto all’inizio, e lo stesso vale anche per Dragonfly, il cui budget di sviluppo era stato fissato a un miliardo di dollari quando venne selezionata nel 2019 come quarta missione del programma New Frontiers della NASA. L’agenzia spaziale ha dichiarato che il budget della missione era aumentato a causa delle iterazioni di progettazione, dei problemi della catena di approvvigionamento dovuti alla pandemia da COVID-19 e ai costi extra per un lanciatore pesante che avrebbe compensato l’arrivo ritardato su Titano, accorciando la durata della fase di crociera del veicolo spaziale.
Oltre dieci anni prima che Dragonfly possa volare su Titano, diversi componenti del drone, inclusi i suoi sistemi di controllo e navigazione, sono stati testati sulla Terra. Nel luglio del 2022, gli ingegneri hanno fatto volare un drone identico a Dragonfly sulle Imperial Dunes in California, che assomigliano molto alle dune ricche di materiale organico di Titano; quindi il drone è stato testato nelle gallerie del vento del Langley Research Center della NASA, in Virginia. La conferma della missione da parte dell’ente spaziale statunitense, permette agli ingegneri di procedere con le fasi finali della progettazione.
«Dragonfly è una spettacolare missione scientifica che suscita un notevole interesse nella comunità dei ricercatori, e noi siamo entusiasti di proseguire con i suoi preparativi», questo è il commento di Nicky Fox, amministratore associato del Science Mission Directorate presso il quartier generale della NASA di Washington. «L’esplorazione di Titano amplierà i confini di ciò che possiamo fare con i rotocraft al di fuori del pianeta Terra».