La missione Hera effettuerà un flyby di Marte durante il suo viaggio verso Didymos
La missione Hera dell’ESA per la difesa planetaria effettuerà uno swingby di Marte nel marzo 2025, acquisendo la giusta velocità per raggiungere il sistema di asteroidi binario Didymos.
Nel percorso la navicella si avventurerà fino a 6.000 km dalla superficie del Pianeta Rosso, avvicinandosi ben oltre le orbite delle due lune marziane. La sua traiettoria sarà modificata in modo da poter testare i suoi strumenti scientifici sulla luna più piccola di Marte, Deimos, da una distanza di 1.000 km, osservando anche Marte stesso.
I dettagli dello swingby saranno presentati questa settimana all’Hera Science Community Workshop presso il centro tecnico ESTEC dell’ESA nei Paesi Bassi. «Questo swingby fa parte delle manovre programmate per portare Hera a Didymos entro la fine della suo viaggio di due anni», spiega Michael Kueppers, scienziato del progetto Hera dell’ESA. «Sfruttando il campo gravitazionale di Marte, il veicolo spaziale guadagnerà una maggiore velocità per proseguire con successo il suo viaggio. Questo incontro ravvicinato non fa parte della missione principale di Hera, ma avremo comunque attivato diversi dei nostri strumenti scientifici. Ci dà un’altra possibilità di calibrare i nostri strumenti e potenzialmente di fare delle scoperte scientifiche».
L’ingegnere della dinamica di volo Pablo Muñoz fa parte del team di analisi della missione presso il Centro Europeo di Operazioni Spaziali (ESOC) dell’ESA in Germania, che ha calcolato la traiettoria: «È una vera fortuna che Marte si trovi nella posizione e nel momento giusto per dare una mano a Hera. Questo ci ha permesso di progettare una traiettoria che utilizza la gravità di Marte per spingere Hera verso il suo rendez-vous con Didymos, con un grande risparmio di carburante per la missione. Parte del propellente in eccesso può essere speso per anticipare di qualche mese l’arrivo all’asteroide binario, massimizzando così la difesa planetaria e il ritorno scientifico della missione».
Il lancio di Hera è previsto per ottobre di quest’anno, diretto verso l’asteroide Didymos, grande quanto una montagna, e Dimorphos, dimensionalmente paragonabile a una grande piramide, che orbita intorno a esso. Il 26 settembre 2022, la navicella DART della NASA, ha impattato con l’asteroide Dimorphos a circa 6,1 km/s. Questo primo test del metodo di difesa planetaria definita impatto cinetico è riuscito a modificare l’orbita dell’asteroide bersaglio intorno al suo asteroide “genitore” più grande. Successivamente Hera effettuerà un’indagine ravvicinata di Dimorphos, per raccogliere le informazioni cruciali mancanti sulla massa, la composizione e la struttura dell’asteroide che possono trasformare l’esperimento su larga scala di DART in una tecnica di difesa planetaria ben compresa e potenzialmente ripetibile.
«Gli strumenti di Hera sono stati progettati per osservare Dimorphos, naturalmente, ma c’è il potenziale per ottenere interessanti informazioni anche sull’asteroide Deimos», osserva Patrick Michel, Direttore della Ricerca del CNRS presso l’Observatoire de la Côte d’Azur a Nizza e ricercatore principale di Hera.
In orbita a 23.460 km da Marte, Deimos – il cui nome deriva dal greco “terrore” – è la più lontana e la più piccola delle due lune marziane. Il corpo bitorzoluto ha un diametro di 12,4 km e presenta una superficie scura che ricorda quella degli asteroidi di tipo C. Una teoria è che sia Deimos sia l’altra luna marziana Fobos siano in realtà asteroidi catturati dalla fascia principale degli asteroidi. Tuttavia, le loro caratteristiche superficiali hanno peculiarità in comune con il pianeta sottostante, suggerendo al contrario un’origine da impatto.
«Deimos non è mai stato osservato prima con la combinazione di strumenti scientifici di Hera, quindi speriamo di fare delle scoperte», aggiunge Patrick Michel. «Osserveremo anche in sinergia con la missione emiratina Hope, che è stata lanciata nel luglio 2020 ed è entrata in orbita intorno a Marte nel febbraio 2021».
Si stanno valutando anche le coosservazioni con le missioni Mars Express e ExoMars Trace Gas Orbiter dell’ESA. «Inoltre, le immagini e i dati che raccoglieremo ci aiuteranno a pianificare la missione Martian Moons eXploration (MMX) guidata dal Giappone, il cui lancio è previsto nel 2026. MMX effettuerà un’indagine su entrambe le lune, facendo atterrare anche un piccolo rover franco-tedesco su Fobos e acquisendo campioni da riportare sulla Terra».
Hera utilizzerà tre dei suoi strumenti durante il suo swingby di Marte e Deimos. La sua Asteroid Framing Camera principale raccoglierà immagini visive, mentre il suo strumento HyperScout-H osserverà in una gamma di colori oltre i limiti dell’occhio umano, raccogliendo dati mineralogici in un totale di 25 bande spettrali visibili e nel vicino infrarosso. Infine, il suo Thermal Infrared Imager ossia un “mappatore” di calore, in grado di distinguere le caratteristiche attraverso la notte locale e di misurare come le temperature superficiali cambino nel tempo per aiutare a delineare le proprietà della superficie.
Fonte: ESA
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