Dallo scorso novembre l’infaticabile sonda NASA Voyager 1 ha iniziato a inviare a Terra segnali confusi non decifrabili, generati probabilmente da un settore danneggiato di memoria del Flight Data Subsystem (FDS), uno dei tre computer di bordo.
In questi mesi gli ingegneri del NASA Jet Propulsion Laboratory (JPL) in California hanno provato in tutti i modi ad aggirare il problema, inviando diversi comandi e cercando alternative per l’invio dei dati telemetrici e scientifici.
Attualmente, dopo 46 anni di missione, Voyager 1 si trova a più di 24 miliardi di chilometri di distanza dalla Terra, pari a 22,3 ore luce, il che significa che per avere la conferma di ricezione di ogni nuovo comando inviato alla sonda, il controllo missione deve attendere 45 ore.
L’FDS è un computer a 18 bit con memoria RAM CMOS, la prima mai impiegata su un veicolo spaziale, che riceve i dati ingegneristici e scientifici dai vari strumenti presenti sulla sonda e li formatta in un singolo pacchetto che viene inviato a Terra dalla Telemetry Modulation Unit (TMU) attraverso la grossa antenna ad alto guadagno.
Da novembre Voyager 1 invia regolarmente la portante, ma nel segnale non ci sono dati apparentemente decifrabili.
Lo scorso 1º marzo, in risposta a un nuovo comando inviato dal controllo missione, la sonda ha inviato un nuovo segnale, differente da quello inviato dall’inizio dell’anomalia.
«Il nuovo segnale è sempre in un formato diverso da quello che Voyager 1 utilizza quando l’FDS lavora correttamente», si legge in un comunicato NASA. «Ma un ingegnere del NASA Deep Space Network, che lavora con le varie antenne utilizzate per comunicare con la sonda, la sua gemella Voyager 2 e tutte le altre oltre la Luna e nello spazio profondo, è stato in grado di decodificare il segnale scoprendo che contiene l’intera trascrizione della memoria dell’FDS».
In queste ultime settimane al JPL stanno meticolosamente comparando ogni bit della trascrizione ricevuta con una antecedente al mese di novembre, sperando di trovare la causa del problema. L’eventuale risoluzione comunque richiederà diverse settimane, se non addirittura mesi, per scrittura di un nuovo codice risolutivo da inviare alla sonda.
Dal lancio avvenuto nell’estate del 1977, sicuramente questa è l’anomalia più grave che si è manifestata per le due sonde. Nel corso degli anni i tecnici del JPL sono sempre intervenuti tempestivamente per risolvere molteplici problemi, come per esempio l’ultimo intervento dello scorso ottobre effettuato su entrambe le sonde.
Nonostante la progressiva diminuzione dell’energia fornita dal generatore termoelettrico a radioisotopi (Radioisotope Thermoelectric Generators – RTG) e l’esposizione alle radiazioni cosmiche, le sonde Voyager sono ancora strumenti importantissimi per lo studio dello spazio profondo. Proprio Voyager 1, nel maggio 2021, era stato protagonista della scoperta delle debolissime onde di plasma nello spazio interstellare.
Fonte: NASA