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Aggiornamenti dal sistema solare: marzo 2024

Credit: NASA

Arrivano notizie contrastanti dagli Stati Uniti: il budget NASA per il 2024 è stato approvato con circa sei mesi di ritardo, ma c’è qualche taglio alle future missioni del sistema solare, e la più vacillante è la più importante, Mars Sample Return. Per quanto riguarda le missioni in corso, quella che ha attirato più attenzione mediatica è stata Voyager 1, a causa del suo stato di salute non più eccellente.

Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e di quelle in fase di preparazione.

In preparazione per il lancio

Test dei pannelli per Europa Clipper (NASA), la sonda in partenza a ottobre per Giove. Da lì il Sole è molto lontano, e servono pannelli fotovoltaici molto ampi per riuscire a ottenere una potenza elettrica sufficiente al mantenimento della sonda e al funzionamento degli strumenti scientifici. I pannelli, dopo i test di apertura, andranno sottoposti a ispezione e pulitura.

Test del nulla per Hera (ESA): la sonda in partenza sempre a ottobre verso Dymorphos è stata messa in una camera sotto vuoto per tre settimane per vedere come resiste all’ambiente spaziale. Dall’Italia è partito anche Milani, il CubeSat compagno di Hera che verrà integrato nei prossimi mesi alla sonda madre.

Non ci sono novità per EscaPADE (NASA), se non che Rocket Lab ha annunciato il suo portfolio di kick stage per vari tipi di missione. Quelle dedicate all’esplorazione del sistema solare, come appunto EscaPADE, useranno un kick stage di tipo Explorer. Il lancio avverrà a bordo di un vettore New Glenn di Blue Origin, al suo volo inaugurale. La missione è molto ambiziosa per il budget disponibile: oltre a validare le tecnologie spaziali di alcune aziende private, Blue Origin e Rocket Lab in primis, potrebbe essere anche la prima missione di successo del programma SIMPLEx, che finora ha lanciato, ma senza successo, soltanto le due missioni Q-PACE e LunaH-Map.

Nel sistema solare interno

Nuovo passaggio al perielio per Parker Solar Probe (NASA), che il 30 marzo è passata a 7,9 milioni di chilometri di distanza dal Sole, eguagliando così con il perielio numero 19 la distanza minima raggiunta anche al perielio 18 e 17. A novembre incontrerà Venere e l’influenza gravitazionale del pianeta cambierà la sua orbita per posizionarla in una con un perielio di 6,9 milioni di chilometri. L’obiettivo della sonda è appunto studiare la nostra stella il più vicino possibile.

Anche Solar Orbiter (SolO) (ESA) è vicina al prossimo perielio, che avverrà il 4 aprile. L’obiettivo non è tanto avvicinarsi al Sole, quanto cercare di studiarne i poli, che più sfuggono all’osservazione, visto che quasi tutte le sonde di eliofisica sono state e sono nel piano dell’eclittica. L’unica eccezione fu Ulysses, una missione di circa 30 anni fa. SolO sfrutterà il prossimo sorvolo di Venere, a febbraio 2025, per cambiare piano orbitale, aumentando la sua inclinazione da 7,7° a 17°. Sarà il primo di cinque sorvoli dedicati all’aumento dell’inclinazione.

STEREO A (NASA) studia il Sole da un’angolazione diversa, né inclinata né vicina, ma comunque importante. Avere così tante sonde, dedicate e non allo studio del Sole, permette di osservare i fenomeni da angolazioni diverse e con strumenti diversi. Come pubblicato di recente sul sito di NASA, infatti, una particolare eruzione solare del 2021 fu osservata da sei posizioni differenti disposte complessivamente in un arco di 210°. Questo permise non solo di capire quanto era ampio il getto dell’esplosione, ma anche come procedeva il flusso, e di distinguere che erano diversi i fenomeni scatenanti per ogni tipo di particella. Allora BepiColombo (ESA/JAXA) fu quella più esposta al vento solare e le due sonde MPO (ESA) MMO (JAXA) della missione furono in grado di misurare la velocità diversa di elettroni e protoni del flusso.

OSIRIS-APEX (NASA) si risveglia. A gennaio era passata un po’ troppo vicino al Sole anche lei, ha chiuso buona parte dei pannelli solari, spento gli strumenti e interrotto le comunicazioni. A marzo sono riprese le comunicazioni, ad aprile verranno riaccesi gli strumenti uno alla volta e a maggio verrà effettuato un controllo di funzionalità di tutta la strumentazione di bordo. La missione prevede un incontro con l’asteroide Apophis nel 2029.

Proseguono senza aggiornamenti di rilievo le due sonde veterane giapponesi, Hayabusa 2# (JAXA) e Akatsuki (JAXA), la prima diretta verso un paio di asteroidi minori dopo aver completato la sua missione primaria su Ryugu, e la seconda in orbita attorno a Venere, anch’essa in fase di missione estesa.

La flotta marziana

Sono sette gli orbiter attivi attorno a Marte, Tianwen-1 (CNSA), Hope (UAESA), Mars Odyssey (NASA), Mars Reconnaissance Orbiter (NASA), MAVEN (NASA), Trace Gas Orbiter (ESA/Roskosmos) e Mars Express (ESA), alcuni dei quali perlustrano il pianeta da meno di cinque anni, altri invece da più di venti. Ormai da decenni la superficie è osservata costantemente ad alta risoluzione da vari strumenti, tanto da aver consolidato i dettagli delle maggiori formazioni geologiche. O almeno questo si credeva fino al mese scorso. Uno studio più dettagliato delle immagini ha infatti sollevato dei dubbi sulla provenienza del materiale magmatico presente in superficie, portando alla scoperta di un vulcano di 9.000 metri mai notato in precedenza. Il vulcano, denominato Noctis Volcano, se la sua esistenza venisse confermata, risalirebbe a 3,7 miliardi di anni fa, e ha perso ormai la sua tipica forma conica a causa dell’erosione, motivo per cui la sua esistenza è rimasta celata a lungo.

Nonostante le incertezze che incombono su Mars Sample Return, la missione che dovrà riportare a Terra campioni di suolo marziano, Perseverance (NASA) continua speranzoso la sua raccolta di rocce marziane. I problemi che aveva avuto il mese scorso con lo strumento SHERLOC si sono risolti, e le osservazioni continuano ad ampio spettro.

Anche Curiosity (NASA) continua la sua marcia su Marte, senza lasciare depositi per il futuro, ma bucherellando la superficie qua e là. Con il suo trapano è capace di perforare le rocce per analizzarne il contenuto in profondità e a marzo ha raggiunto il ragguardevole traguardo di 40 perforazioni.

Nel sistema solare esterno

Mentre Juice (ESA) prosegue il suo cammino verso Giove, una sua copia è appena arrivata al centro ESOC in Germania. Non è inusuale per le missioni più importanti tenere una copia fedele in casa, perché in caso di problemi inaspettati si possono testare le soluzioni sul modello ingegneristico per evitare danni sul modello operativo a milioni di chilometri di distanza.

https://twitter.com/esaoperations/status/1764606754711572950

Psyche (NASA) e Lucy (NASA) sono le sonde più distanti dal Sole ancora in viaggio verso il loro obiettivo primario. Sono a 270 e 300 milioni di chilometri dal Sole, rispettivamente, Psyche andrà a visitare l’asteroide omonimo 16 Psyche, mentre Lucy ha come obiettivo primario gli asteroidi Greci e Troiani, dei corpi celesti co-orbitanti con Giove attorno al Sole.

Manca poco più di un anno al termine della missione Juno (NASA), lanciata nel 2011, ma i dati trasmessi dalla sonda verranno elaborati negli anni a venire. A marzo sono state annunciate alcune scoperte effettuate durante il sorvolo di Europa, avvenuto nel 2022, relative alla produzione costante di ossigeno nella piccola luna grazie alla radiazione ionizzante che scinde l’acqua, che potrebbe essere la base per un metabolismo esobiologico.

Di nuovo per New Horizons (NASA) c’è solamente una veste rinnovata del sito web della missione. La sonda prosegue nel suo viaggio in quella che ha scoperto essere l’estensione della fascia di Kuiper, una zona dove la popolazione di corpi celesti sembrava dovesse diminuire, ma dalla quantità di polvere trovata dalla sonda sembra proprio di no.

Per Voyager 1 ci sono grossi problemi di comunicazione. I dati trasmessi a Terra sembrano senza senso e ripetitivi: qualcosa col tempo ha danneggiato la capacità della sonda di trasmettere messaggi chiari. C’è una nuova speranza che si riesca a decifrare il messaggio, risalire al problema e trovare una soluzione. Ci vorranno mesi per risolvere il problema, se è risolvibile. L’altra sonda del programma, Voyager 2, continua a inviare dati senza problemi. Le due sonde sono a 163 e 136 unità astronomiche di distanza dal Sole.

Riassunto missioni

Ci sono 36 missioni spaziali al di fuori dell’orbita terrestre, operate da 43 unità robotiche.

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Evoluzione della posizione delle sonde del sistema solare nel mese di marzo 2024. I CubeSat sono esclusi. Credit: ISAA/P. Portaluri

Gli aggiornamenti per questo mese sono giunti al termine, continuate a seguirci e ci risentiamo il prossimo mese con gli aggiornamenti dal sistema solare!

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