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Lanciata la missione sino-europea Einstein Probe

Il lancio di Einstein Probe (Credits: Chinese Academy of Sciences)

Lo scorso 9 gennaio, alle 08:03 italiane, è avvenuto il lancio della missione Einstein Probe da parte della Chinese Academy of Sciences (CAS), per mezzo di un vettore Lunga Marcia 2C dallo Xichang Satellite Launch Centre cinese. Lo scopo di questa missione scientifica è la ricognizione del cielo alla ricerca di esplosioni di raggi X provenienti da oggetti ancora misteriosi come le stelle di neutroni e i buchi neri.

Einstein Probe

La Einsten Probe è nata da una collaborazione guidata dal CAS con l’agenzia spaziale europea ESA e il Max Plank Institute for Extraterrestrial Physics di Garching in Germania.

Una rappresentazione artistica della Einstein Probe. Credits: Chinese Academy of Sciences/ESA

Per monitorare con efficienza routinaria l’intera volta celeste al fine di individuare le fonti di raggi X, questo satellite è equipaggiato di due strumenti i quali, lavorando all’unisono, sono in grado di fornire una veduta della sfera cosmica che circonda il nostro pianeta. Si tratta del Wide-field X-ray Telescope (WXT) e del Follow-up X-ray Telescope (FXT).

Il progetto del WXT ha tratto ispirazione dagli occhi dell’aragosta, in quanto è formato da una composizione modulare che impiega centinaia di migliaia di fibre a sezione quadra che incanalano la luce verso i rilevatori. Ciò conferisce alla Einstein Probe la capacità di osservare quasi un decimo della sfera celeste in una sola occhiata. Le nuove sorgenti di raggi X individuate da WXT verranno di conseguenza subito osservate con l’FXT, il quale ha un campo visivo più ristretto e molto più sensibile che permetterà di catturare maggiori dettagli.

Un diagramma intuitivo del funzionamento di uno dei moduli che convogliano i raggi X nei rilevatori. Credits: Chinese Academy of Sciences/ESA
Questa immagine microscopica mostra un confronto fra gli occhi dell’aragosta e l’ottica sviluppata dagli astronomi per la EP. Gli occhi dell’aragosta sono composti da microscopici pori quadrati e paralleli arrangiati in una sfera che riflette la luce verso il centro sferico. Gli astronomi si sono ispirati agli occhi delle aragoste per realizzare l’ottica della EP. Credits: Chinese Academy of Sciences/ESA

ESA ha supportato le fasi di test e di calibrazione dei detector per i raggi X e delle ottiche del WXT e ha sviluppato l’assemblaggio dello specchio di uno dei due telescopi FXT in collaborazione con l’MPE e con l’azienda italiana Media Lario di Bosisio Parini (LC). MPE ha contribuito all’assemblaggio dello specchio per l’altro telescopio di FXT, oltre a entrambi i moduli dei detector delle due unità FXT. L’Agenzia Spaziale Europea ha inoltre fornito il sistema per la deflessione degli elettroni spuri dai detector. Le stazioni di terra dell’ESA saranno coinvolte nel processo di ricezione dei dati dal satellite scientifico.

Rappresentazione schematica della composizione di uno dei due Follow-up X-ray Telescope (FXT) identici del satellite Einsten Probe. Credits: Chinese Academy of Sciences/ESA

Come ritorno per i propri contributi alla missione cinese, l’ESA avrà accesso al 10% dei dati generati dalle osservazioni della Einstein Probe.

La capacità della missione di scorgere le fonti di raggi X e di monitorare il loro cambiamento nel tempo è fondamentale per migliorare la nostra comprensione dei processi energetici dell’universo. Le potenti esplosioni di raggi X avvengono quando le stelle di neutroni collidono, quando esplodono le supernove e quando la materia viene inghiottita dei buchi neri o eiettata dai mastodontici campi magnetici che li avvolgono.

In questa foto del novembre 2023, un team di ingegneri della Chinese Academy of Sciences (CAS) sta completando l’assemblaggio della Einstein Probe presso il Satellite Launch Centre di Xichang, nel sud ovest della Cina. Credits: Chinese Academy of Sciences/ESA

Einstein Probe, il dottor Erik Kuulkers e l’AstronautiCON

«Non vedo l’ora di osservare le scoperte che Einstein Probe permetterà» ha dichiarato Erik Kuulkers, scienziato del progetto Einstein Probe per l’ESA. «Grazie al suo ampio sguardo davvero unico, saremo in grado di afferrare i raggi X provenienti dalle collisioni delle stelle a neutroni e scoprire la causa di alcune delle onde gravitazionali che rileviamo sulla Terra. Spesso, quando queste elusive increspature spaziotemporali vengono registrate, non riusciamo a localizzarne l’origine. Individuando prontamente queste esplosioni di raggi X, potremo localizzare l’esatta origine di molti eventi inerenti le onde gravitazionali».

Ci si permetta di sottolineare il fatto che dottor Erik Kuulkers è stato ospite della settima edizione di AstronautiCON, la convention di astronautica organizzata dalla nostra associazione ISAA, tenutasi nell’ottobre del 2014 a Lecco, durante la quale, nelle vesti di scienziato del progetto della missione europea INTEGRAL presso ESA/ESAC di Madrid, ha tenuto una conferenza dal titolo INTEGRAL e la sua missione di ricerca nella banda gamma.

L’orbita operativa di Einstein Probe è di circa 600 km, con un periodo di 96 minuti e un’inclinazione di 29 gradi; in questo modo il satellite sarà in grado di monitorare quasi tutto il cielo notturno in sole tre orbite. Il satellite è largo circa 3 metri, alto 3,4 metri e pesa circa 1.450 kg.

Nel corso dei prossimi sei mesi, il team delle operazioni sarà impegnato nelle fasi di test e di calibrazione degli strumenti. Al termine di questa fase di preparazione, Einstein Probe trascorrerà almeno i prossimi tre anni scrutando attentamente il cielo nella banda X.

Un breve filmato del lancio

Fonte: ESA

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