Si chiude l’anno con il passaggio di Juno su Io, un satellite di Giove pieno di vulcani, magari qualche botto l’avrà fatto pure. Le missioni marziane riprendono l’operatività normale dopo la congiunzione di novembre. C’è un nuovo guasto da segnalare su una sonda del programma Voyager, ma si spera che verrà sistemato quanto prima, come per i problemi precedenti. Tutte le altre missioni proseguono regolarmente.
Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e di quelle in fase di preparazione.
In preparazione per il lancio
C’è un posticipo importante per MMX, Martian Moon eXplorer (JAXA), la prima missione di prelevamento di campioni di suolo dal sistema marziano per riportarli a Terra, in questo caso dalla luna Fobos. Il razzo H3 non potrà essere pronto per il 2024 e bisognerà aspettare almeno il 2026 prima che Marte torni nella posizione ideale per poterci inviare una sonda. Le altre missioni in partenza del 2024 non riscontrano problemi, su Hera (ESA) sono stati montati i pannelli fotovoltaici, per Europa Clipper (NASA) si è conclusa la campagna per poter incidere il proprio nome sulla sonda, per ESCAPADE (NASA) è pronto il sistema propulsivo di RocketLab che li manderà su Marte, dopo il lancio con il volo inaugurale del New Glenn di Blue Origin. Tutte e tre le missioni sono previste per la seconda metà del 2024. Non c’è nessun aggiornamento sulle missioni indiane Mangalyaan 2, verso Marte, e Shukrayaan-1, verso Venere, se non un accenno durante il simposio nazionale che prima o poi si faranno, senza una data confermata.
Nel sistema solare interno
Il 29 dicembre Parker Solar Probe (NASA) è passata al suo perielio numero 18, eguagliando il record di vicinanza e velocità rispetto al Sole per un artefatto umano, record stabilito da lei stessa il 27 settembre. Questo è il secondo passaggio di cinque a 7,9 milioni di chilometri dal Sole e a una velocità di 634.000 km/h, dopodiché la distanza diminuirà ancora e la velocità aumenterà di conseguenza. Non si punta a stabilire record, ma a studiare la corona solare il più vicino possibile per capire i fenomeni complessi alla base del funzionamento della nostra stella.
Anche se non è così vicina al Sole, pure Solar Orbiter (SolO) (ESA) può vantare numerose scoperte dall’inizio della sua missione. Al meeting dell’American Geophysical Union di dicembre, sono state annunciate tutte le scoperte effettuate dalla sonda dall’inizio delle operazioni, con particolare rilievo alla recente scoperta dei picojet effettuata a settembre e annunciata solo ora. L’ultima sonda di eliofisica attiva è STEREO A (NASA), ultima sopravvissuta della missione STEREO, che prevedeva due sonde per la visione stereoscopica del Sole.
L’orbita di Venere è in risonanza orbitale 13:8 con quella terrestre. Il che vuol dire che 13 anni venusiani corrispondono a 8 terrestri. Quindi è passato un ciclo completo da quel 7 dicembre 2015, quando Akatsuki (JAXA) è entrata in orbita attorno a Venere, che festeggia quindi questo inconsueto anniversario. L’orbiter è in discreta salute e continua indefinitamente la sua missione di monitoraggio dell’atmosfera venusiana. BepiColombo (ESA/JAXA) è ancora in viaggio verso il suo obiettivo, Mercurio, e l’inserimento in orbita è previsto tra due anni esatti, il 5 dicembre 2025.
OSIRIS-APEX (NASA) affronterà il suo primo test importante a breve. La sonda era stata progettata solo per andare a recuperare campioni su Bennu. La nuova destinazione, Apophis, si è aggiunta in fase avanzata di missione, e ha richiesto una manovra che la porterà il 2 gennaio 2024 a una distanza di 75 milioni di chilometri dal Sole, contro i 115 milioni di chilometri minimi previsti dalle specifiche di progettazione. Secondo il team di gestione dovrebbe però comunque resistere alle temperature elevate. La collega giapponese, Hayabusa 2# (JAXA), ha anch’essa recuperato campioni da un asteroide, Ryugu, e sta andando a visitarne altri due, 2001 CC₂₁ e 1998 KY₂₆. Non si segnalano per lei eventi di riguardo nel mese di dicembre.
La flotta marziana
In orbita
Pur essendo in orbita da 22 anni, per Mars Odyssey (NASA) c’è ancora la possibilità di provare qualche nuovo esperimento. Quest’anno ha ripreso il profilo marziano in modo simile a come gli astronauti della ISS riprendono la Terra. Sembra un’operazione facile a farsi, ma il fatto di non poter muovere la telecamera ha complicato un po’ le cose: tutto l’orbiter si è dovuto ruotare per far puntare la telecamera al profilo marziano, e allo stesso tempo tenere sotto controllo i pannelli fotovoltaici in modo che fossero rivolti verso il Sole. Durante l’operazione non è stato possibile puntare anche l’antenna verso Terra, quindi ci sono delle ore di interruzione radio, ma il risultato è stato soddisfacente. L’operazione non è stata solo estetica, ha anche permesso di osservare le nuvole marziane da un angolo diverso.
MAVEN (NASA) studia atmosfera e magnetosfera, ed è posizionata in un’orbita tale per riuscire a fare buone analisi del debole campo magnetico marziano, del vento solare che investe il pianeta e di come i due fenomeni interagiscono. Grazie a MAVEN è stato osservato un fenomeno molto raro: la sparizione improvvisa del vento solare e la conseguente espansione di atmosfera e magnetosfera marziana.
Ci sono altre cinque sonde attive in orbita marziana, senza particolari eventi da segnalare: Tianwen-1 (CNSA), Hope (UAESA), Mars Reconnaissance Orbiter (NASA), Trace Gas Orbiter (ESA/Roskosmos) e Mars Express (ESA).
Sulla superficie
Dicembre doveva essere il limite oltre il cui sarebbero cessati i tentativi di mettersi in comunicazione con il rover Zhurong (CNSA), andato in ibernazione anni fa e mai più risvegliato. Purtroppo non è ancora arrivata nessuna notizia ufficiale dall’agenzia cinese. Il 12 gennaio 2024 corrisponde all’equinozio autunnale marziano, e col finire dell’estate le speranze di rivedere il rover in vita si annullano quasi completamente.
Il rover Perseverance (NASA), e suo compagno elicottero Ingenuity, sono arrivati a 1000 giorni marziani sulla superficie. Il rover ha percorso 24 km, collezionando 23 campioni di suolo, su un totale massimo previsto di 38, per una ipotetica missione di recupero, Mars Sample Return, che avverrà verso fine decennio.
Curiosity (NASA) invece ha superato abbondantemente i 4.000 sol. Sta attraversando un terreno abbastanza insidioso e senza percorsi alternativi, che però non impedirà al rover di andare avanti. In alcuni tratti ha dovuto effettuare una leggera impennata per proseguire. La marcia è ripresa dopo il periodo di pausa causato dalla congiunzione solare. Curiosity ha percorso 31 km in totale sulla superficie marziana.
Nel sistema solare esterno
Da Psyche (NASA) è arrivata la prima immagine. L’estetica dell’immagine non è eccezionale, sono solo stelle, puntini bianchi su sfondo nero, ma è servita per calibrare gli strumenti e verificare la funzionalità degli stessi.
A novembre JUICE (ESA) aveva compiuto una grossa manovra correttiva, accendendo i motori per 43 minuti. Successivamente, la manovra è stata analizzata, per capire se doveva in qualche modo essere raffinata o meno per raggiungere il prossimo obiettivo, il sorvolo di Luna e Terra ad agosto 2024. La correzione è stata quasi completamente quella prevista, è stata effettuata solo una leggerissima deviazione il 1º dicembre e non ne sono previste altre prima dell’incontro con la Terra.
Dopo il mese intenso di novembre, con la tripla scoperta di Lucy (NASA), a dicembre non c’è molto da segnalare per la missione. Al satellite naturale di Dinkinesh, scoperto da Lucy, è stato attribuito ufficialmente un nuovo nome, Selam, rimanendo sempre in tema antropologico per l’assegnazione di nomi relativi a questa missione.
Il 30 dicembre, Juno (NASA) ha sorvolato Io da molto vicino, passando a 1.500 km di quota dalla superficie del satellite naturale di Giove. E il primo di due passaggi ravvicinati, che la porteranno a ridurre il periodo orbitale attorno a Giova da 38 a 33 giorni, ed è anche quindi la penultima possibilità di sorvolare una luna medicea. La precessione del periapside dell’orbita di Juno, dovuto al fatto che Giove non è proprio sferico, ha permesso questa serie di osservazioni. In parole più semplici, l’ellisse dell’orbita si sposta, cambiando il suo asse, come nella figura di seguito, e man mano che procede in questo spostamento, si intersecano le orbite dei satelliti medicei, dalla più esterna verso la più interna. L’estensione di missione terminerà a settembre 2025 e al momento non è stato comunicato se ci sarà un’ulteriore estensione con nuovi obiettivi scientifici o se semplicemente si concluderà.
Oltre l’ultimo pianeta, oltre la fascia di Kuiper, a poco meno di 60 unità astronomiche dal Sole, New Horizons (NASA) continua a produrre regolarmente scienza, anche se la sua missione principale è già conclusa. Ha uno strumento per la misura della concentrazione di polvere interplanetaria, Student Dust Counter (SDC). La previsione era che oltre la fascia di Kuiper, dove diminuiscono sensibilmente il numero di corpi celesti osservati, la concentrazione di polvere dovesse diminuire. Così non è invece, e al momento non si trova una spiegazione valida.
Soffre un po’ di balbuzie Voyager 1, che quando deve trasmettere registrati, non fa altro che ripetere in continuazione la prima sequenza. Non è così facile risolvere un problema al computer di una sonda a 162 au di distanza dal Sole, visto che un comando ci mette 22 ore e mezza ad arrivare. Presumibilmente ci vorrà qualche mese a risolvere il problema. Voyager 2 viaggia senza note di sorta, a solamente, si fa per dire, 135 au dal Sole.
Riassunto missioni
Ci sono 36 missioni spaziali al di fuori dell’orbita terrestre, operate da 43 unità robotiche.
Gli aggiornamenti per questo mese sono giunti al termine, continuate a seguirci e ci risentiamo il prossimo mese con gli aggiornamenti dal sistema solare!