Aggiornamenti dal sistema solare: novembre 2023
Novembre si apre in modo vivace, con l’incontro della sonda Lucy con un numero imprevisto di asteroidi, scoprendo il primo asteroide a contatto che è un satellite naturale di un altro asteroide. Silenzio radio verso Marte, a causa della congiunzione Marte-Sole-Terra che ha causato un blocco, previsto, delle comunicazioni con le sonde marziane. Tutte le sonde proseguono la loro missione con regolarità.
Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e di quelle in fase di preparazione.
In preparazione per il lancio
C’è in programma un anno di pausa per le rampe di lancio interplanetarie, e una ripresa frenetica nell’autunno del 2024. Partiranno tre importantissime missioni, in preparazione da molti anni: Hera (ESA), Europa Clipper (NASA) e MMX, Martian Moon eXplorer (JAXA). La prima andrà a visitare un asteroide che ha subito un incidente, Didymos, il cui satellite naturale Dimorphos si è scontrato con la sonda DART circa un anno fa. A novembre ha completato i testi acustici. La seconda partirà dagli Stati Uniti e andrà su Giove, effettuando numerosi sorvoli di Europa. La terza porterà per la prima volta dei campioni di suolo dal sistema marziano, per la precisione dalla luna più di vicina a Marte, Fobos.
Oltre a queste tre missioni, le più importanti, ce ne sono altre meno pubblicizzate, e i cui progressi fatti per la preparazione non vengono comunicati regolarmente e potrebbero esserci ritardi non resi noti. In programma per fine anno prossimo, infatti, ci sono anche altre due missioni marziane: ESCAPADE (NASA) e Mangalyaan 2 (ISRO) e una missione su Venere: Shukrayaan-1 (ISRO). Viene infine posticipata al 2025, almeno, DESTINY+ (JAXA), una missione verso 3200 Phaethon, un ibrido cometa-asteroide.
Nel sistema solare interno
Un po’ di riposo per Parker Solar Probe (NASA), che nel mese di novembre si trova nei pressi dell’afelio, dove lo scudo termico si può raffreddare dai più di 1.000 °C del perielio ai circa 35 °C confortevoli attuali. Durante le fasi di crociera distante dal Sole, vengono trasmessi i dati raccolti nei pressi del perielio precedente. Il prossimo perielio sarà il 29 dicembre.
Discorso simile per Solar Orbiter (SolO) (ESA), che a metà mese aveva concluso il trasferimento dei dati acquisiti fino a fine agosto 2023. Il mese prossimo arriveranno i dati registrati durante il perielio di settembre.
Continua senza aggiornamenti di rilievo l’ultima sonda di eliofisica, STEREO A (NASA). Benché non ci sia niente di importante da segnalare su queste tre sonde, regolarmente registrano e trasmettono dati scientifici a Terra, e i vari team operativo fanno continuamente un lavoro di pianificazione con i dati acquisiti e gestiscono il rilascio e la pubblicazione dei dati scientifici.
A esplorare i pianeti interni ci sono BepiColombo (ESA/JAXA), con le due sonde MPO (ESA) e MMO (JAXA), e Akatsuki (JAXA). La prima è diretta su Mercurio, e ci arriverà stabilmente tra circa due anni, la seconda è già arrivata in orbita attorno a Venere nel 2015 ed è in una fase di estensione di missione illimitata.
Infine, due sonde hanno completato la loro missione principale, riportando a Terra campioni da un asteroide, e stanno proseguendo verso un nuovo asteroide per osservarlo da vicino. La prima è Hayabusa 2# (JAXA), che incontrerà 2001 CC₂₁ nel 2026 e 1998 KY₂₆ nel 2031. La seconda è OSIRIS-APEX (NASA), missione riciclata da OSIRIS-REx, che adesso punterà all’asteroide Apophis. L’obiettivo è di importanza scientifica elevata, tanto che è emersa la volontà di andare a visitare l’asteroide con una nuova missione, prima del prossimo incontro ravvicinato con la Terra, e quindi prima del sorvolo di OSIRIS-APEX. Il budget è molto difficile da ottenere, soprattutto in questo periodo di tagli.
La flotta marziana
Novembre a mezzo servizio per tutte le missioni marziane, a causa della congiunzione marziana. Dall’11 al 25 novembre, Marte si è trovato a meno di 2° di distanza angolare dal Sole, visto dalla Terra, per cui le comunicazioni sono state rese difficoltose dalla nostra stella a causa dei disturbi provocati su tutte le frequenze. A fine mese tutte le missioni sono tornate alla normalità.
In orbita
Ci sono poche novità dai sette orbiter attivi, anche a causa del black-out radio causato dalla congiunzione marziana. Le missioni in corso attualmente sono: Tianwen-1 (CNSA), Hope (UAESA), Mars Odyssey (NASA), Mars Reconnaissance Orbiter (NASA), MAVEN (NASA), Trace Gas Orbiter (ESA/Roskosmos) e Mars Express (ESA). Queste ultime due hanno continuato le trasmissioni anche durante la congiunzione, trasmettendo e ricevendo a velocità molto più ridotta di quella nominale.
Da segnalare uno studio sulle immagini acquisite da MRO, effettuato grazie all’intervento di molti volontari al di fuori della comunità scientifica. NASA e vari citizen scientist, volontari non addetti ai lavori, hanno collaborato per esaminare le nuvole marziane, producendo risultati scientifici interessanti sulla distribuzione delle nuvole nell’atmosfera.
Un’ultima nota di colore, TGO ha evidenziato un fenomeno di luminescenza sull’atmosfera marziana, dall’aspetto simile alle aurore polari terrestri, ma di natura completamente differente.
Sulla superficie
Come al solito, non si hanno notizie del rover Zhurong (CNSA) della missione Tianwen-1. Finito in ibernazione a maggio del 2022 a causa della scarsa luce solare sui suoi pannelli fotovoltaici, si attendeva un suo risveglio da dicembre 2022 a luglio 2023. L’agenzia spaziale cinese ha annunciato qualche mese fa che proverà a ricevere un suo segnale fino a dicembre 2023.
Nessun problema per Perseverance (NASA), che continua la sua missione incurante di polvere, freddo e buio, rispettando però la pausa di congiunzione come tutte le altre missioni marziane. Siamo vicino al traguardo dei 1.000 sol di missione, che raggiungerà a metà dicembre; ha percorso 22 km sulla superficie da febbraio 2021, quando è atterrato sulla superficie. Insieme a lui, l’elicotterino Ingenuity a novembre ha effettuato soltanto due brevissimi voli sul posto, spostandosi di 7 metri in totale, solamente per posizionarsi in maniera ottimale per la pausa di congiunzione.
Per ultimo Curiosity (NASA), il mezzo di superficie più anziano di Marte, ha compiuto il 6 novembre 4.000 sol di attività. In termini terrestri sono più di 11 anni di missione, durante i quali ha percorso 32 km. Il rover ha dimostrato grande affidabilità durante la sua missione, i problemi non sono mancati, ma sono stati risolti prontamente dal team a Terra. Ultimamente, ad esempio, si sta lavorando a un problema sui filtri del Mastcam, la coppia di telecamere del rover.
Nel sistema solare esterno
Partita da poco, Psyche (NASA) ha superato la prima fase di controlli tecnici e viaggia a pieno regime. Sono stati testati sia i motori a effetto Hall che le comunicazioni laser, e tutto funziona alla perfezione. È la prima volta che queste due tecnologie vengono usate nello spazio profondo, e il successo di questo test è importante per l’implementazione in nuove missioni in futuro.
Non uno, né due, ma tre sono gli asteroidi visitati da Lucy (NASA) nel mese di novembre. Il primo obiettivo della missione, l’asteroide Dinkinesh, si è rivelato essere un asteroide binario, con un corpo principale sugli 800 metri di diametro e uno secondario di un centinaio circa, a giudicare dalle immagini arrivate a pochi giorni dal sorvolo, avvenuto il primo novembre. Successivamente, con il download completo di tutte le immagine, si è scoperto che il corpo secondario è un binario a contatto, formato da due piccoli asteroidi uniti, portando a tre il numero totale di asteroidi del sistema. Adesso la sonda mira al nostro pianeta, dove effettuerà un sorvolo ravvicinato a dicembre 2024, sfruttando così la spinta gravitazionale che la porterà a visitare Greci e Troiani di Giove.
La sonda JUICE (ESA) ha effettuato una grossa manovra correttiva, accendo il motore principale per 43 minuti. Era tutto previsto, ed è stato necessario per posizionarsi in traiettoria per la prossima tappa importante, un sorvolo di Luna e Terra, che avverrà ad agosto 2024. L’accensione ha bruciato 363 kg di carburante, un decimo di quello presente a bordo, ed è la manovra più lunga di tutta la decennale missione della sonda. A dicembre verranno analizzate posizione e velocità, e la traiettoria verrà eventualmente raffinata con una nuova accensione dei motori, questa volta in modo decisamente più contenuto.
Invece è già presente in orbita attorno a Giove la sonda Juno (NASA). Il 22 novembre è passata al PJ56, il periapside della 56ª orbita attorno a Giove, ha catturato immagini e dati scientifici che sta trasmettendo a Terra. A dicembre avverrà un evento importante della missione, il sorvolo del satellite mediceo Io a 1.500 km dalla superficie. Sarà l’incontro più vicino di questa sonda a Io, che si ripeterà anche un mese dopo alla stessa quota, ma non batterà il record di 102 km detenuto dalla sonda Galileo. Già in passato Juno ha sorvolato Io a quote più elevate, e questi sorvoli hanno permesso di creare la prima mappa completa della superficie, evidenziando la distribuzione dei vulcani.
Astronautica a parte, Giove ha avuto un ruolo primario nel cielo notturno terrestre durante il mese di novembre, in quanto si trovava in opposizione ed era molto luminoso, visibile e ben riconoscibile nella volta celeste.
Andando un po’ più lontano, New Horizons (NASA) si trova a 58 unità astronomiche dalla Terra, e sta viaggiando verso l’esterno del sistema solare. La sua missione dovrebbe proseguire almeno fino al 2029, se le batterie al plutonio e il resto dell’elettronica dureranno abbastanza.
C’è stato un download di dati molto impegnativo per Voyager 1, la sonda più anziana del sistema solare che viaggia a 24.000.000.000 di km di distanza dalla Terra. Il file era di 4 megabyte, ma a quella distanza la banda di trasmissione usuale è di 160 bit al secondo e sarebbero stati necessari più di due giorni di trasmissione continua. Per questo motivo, è stato usato un array di cinque antenne per la ricezione, tra cui anche una da 70 metri, riducendo così il tempo di connessione a 6 ore e mezzo. Voyager 2 prosegue la sua marcia al di fuori del sistema solare senza nulla di rilevante da segnalare.
Riassunto missioni
Ci sono 36 missioni spaziali al di fuori dell’orbita terrestre, operate da 43 unità robotiche.
Gli aggiornamenti per questo mese sono giunti al termine, continuate a seguirci e ci risentiamo il prossimo mese con gli aggiornamenti dal sistema solare!
Ove non diversamente indicato, questo articolo è © 2006-2024 Associazione ISAA - Leggi la licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.