Dopo anni di altalenante sviluppo, infinite missioni di test e lunghe attese, pare che Virgin Galactic sia finalmente entrata al pieno regime di crociera di una missione commerciale al mese.
Alle 18:10 ora italiana di venerdì 6 ottobre 2023 lo spazioplano VSS Unity di proprietà della compagnia spazio-turistica di Richard Branson, si è distaccato dal velivolo madre White Knight Two e ha acceso il motore a razzo per spegnerlo 60 secondi dopo, permettendo ai 3 passeggeri di slacciare le cinture e godersi qualche minuto in assenza di peso durante il volo inerziale. La quota raggiunta all’apogeo è stata di 87.5 km.
È durante questa fase di “caduta libera” del volo suborbitale che Unity ha mostrato, come in ogni missione, il suo asso nella manica: le ali a geometria variabile capaci di posizionarsi “a bandiera”, orientate quindi a 90° rispetto all’asse longitudinale del velivolo, garantendo una discesa più stabile e confortevole.
L’atterraggio, in configurazione da aeroplano, è avvenuto qualche minuto dopo presso Spaceport America, lo spazioporto di proprietà della compagnia da cui decollano e atterrano quasi tutte le missioni di Unity.
I passeggeri di Galactic 04
Come detto, a bordo, oltre al comandante Kelly Latimer, al pilota CJ Sturcklow, e all’istruttore Beth Moses, erano presenti anche 3 passeggeri: Ron Rosano, Trevor Beattie e Namira Salim.
La compagnia non ha rilasciato molti dettagli sui suoi clienti, ma sappiamo che Rosano, di nazionalità americana, è coinvolto nel mondo che si serve dell’astronautica a scopo educativo, Beattie è un produttore di film inglese che ha accompagnato Branson nel portare in volo SpaceShipOne nel 2004, e Salim è un’avventuriera e imprenditrice originaria del Pakistan, che con questa missione è diventata il primo cittadino della nazione asiatica a raggiungere lo spazio (secondo lo standard americano di 50 miglia, ma non secondo quello internazionale di 100 km).
Insomma la compagnia di Branson pare aver raggiunto la frequenza desiderata di voli, vedremo se si riuscirà a mantenerla.
