Missione Galactic 03: due decenni di attesa prima di volare
Virgin Galactic ha concluso con successo la sua terza missione spaziale commerciale facendo raggiungere a tre clienti paganti i confini dello spazio nel corso di un volo della durata di circa 90 minuti.
I passeggeri che hanno volato la missione Galactic 03 erano stati tra i primi clienti di Virgin Galactic, avendo acquistato i biglietti nel 2005 quando la società era ancora nelle fasi iniziali del suo programma di sviluppo, ma per vedere esaudito il loro desiderio hanno dovuto attendere quasi due decenni.
Virgin Galactic non ha rivelato i nomi dei clienti prima del lancio ma ha successivamente diffuso un comunicato stampa indicando i loro nomi e i paesi di origine: Timothy Nash, cittadino britannico del Sud Africa; Adrian Reynard dal Regno Unito e il magnate immobiliare di Las Vegas Ken Baxter.
Lo spazioplano a razzo della compagnia, VSS Unity, è decollato venerdì alle ore 10:34 ET dallo Spaceport America, un vasto campus del New Mexico che Virgin Galactic utilizza come base di partenza, appeso all’aereo madre a doppia fusoliera chiamato VMS Eve. Deludendo in parte le aspettative degli appassionati, questo evento non è stato trasmesso in diretta streaming ma ha avuto solamente aggiornamenti sui social media.
Dopo il decollo, l’aereo madre ha impiegato circa 45 minuti per raggiungere la quota di rilascio posta a oltre 45.000 piedi (circa 14 km) di altitudine. Appena dopo il distacco, lo spazioplano ha acceso il suo motore a razzo per salire di quota fino a superare gli 80 km di altitudine e far trascorrere ai propri passeggeri alcuni minuti in assenza di gravità prima di planare sulla pista di atterraggio dello spazioporto.
VSS Unity è stato pilotato dal comandante Nicola Pecile e dal pilota Michael Masucci, mentre il capo istruttore astronauti della compagnia, Beth Moses, ha viaggiato nella cabina insieme ai passeggeri fornendo supporto ai clienti nel corso del volo suborbitale.
C’è sempre una piccola diatriba relativa a quale altitudine sia lo spazio. Gli Stati Uniti riconoscono il limite delle 50 miglia (circa 80 chilometri), mentre alcune organizzazioni internazionali usano la linea di Kármán, che si trova a 62 miglia (100 chilometri) sopra la superficie terrestre. Ma ci sono molte aree grigie.
L’inizio delle operazioni regolari, con missioni effettuate a cadenza mensile, arriva dopo anni di ritardi, interruzioni nello sviluppo e fallimenti nei collaudi. Rimane vivido nella nostra memoria il 31 ottobre 2014, quando il veicolo VSS Enterprise subì un cedimento strutturale durante un volo di collaudo sopra il deserto del Mojave. Gli esiti di quell’incidente furono la morte del copilota Michael Alsbury mentre il pilota Peter Siebold riportò ferite gravi.
Da allora l’azienda ha lavorato costantemente al miglioramento della propria tecnologia per tornare in volo nell’estate del 2021 con una missione che vide tra i passeggeri a bordo di VSS Unity anche Richard Branson, il fondatore di Virgin Galactic. Il ritorno al volo non fu una missione di pieno successo poiché le analisi stabilirono che il profilo di missione seguito dallo spazioplano non fu quello precedentemente concordato con la FAA, l’ente federale americano dell’aviazione. Anche questo inconveniente provocò un nuovo stop dei voli fino al 2023.
Malgrado sia stata raggiunta e dimostrata una regolarità dei voli, la cadenza mensile non sembra comunque infondere fiducia negli investitori che si chiedono se la società saprà rimettersi in sesto dal punto di vista finanziario per iniziare a realizzare profitti. Le azioni Virgin Galactic hanno perso oltre il 30% del loro valore nell’ultimo mese, nonostante i recenti successi della società. Attualmente il titolo viene scambiato a circa 2 $ per azione. In definitiva, la società prevede di inviare centinaia di persone nello spazio, offrendo il brivido a chiunque se lo possa permettere, in competizione con Blue Origin di Jeff Bezos nel settore del turismo spaziale suborbitale.
Con il primo lancio commerciale, Virgin Galactic ha trasportato membri dell’aeronautica militare italiana e un ingegnere italiano in una missione di ricerca scientifica. Con il secondo volo, effettuato il 10 agosto, VSS Unity ha trasportato i primi viaggiatori spaziali da Antigua, una coppia madre-figlia che ha vinto il biglietto messo in palio da una raccolta fondi di beneficenza, e un ex olimpionico statunitense, Jon Goodwin, che è diventato la seconda persona affetta dal morbo di Parkinson a viaggiare nello spazio.
Nel complesso, Virgin Galactic ha venduto circa 800 prenotazioni, le prime 600 a 250.000 $ mentre le ultime, oltre 200, a 450.000 $ per biglietto.
Baxter, uno dei passeggeri dell’ultimo volo, ha documentato gran parte del suo viaggio sul suo sito web e sui social media. In un post prima del lancio, ha raccontato e descritto il significato dell’attesa di quasi 20 anni aspettando di volare.
Fonte: Virgin Galactic
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