Dopo 19 missioni consecutive effettuate con successo, il 19 settembre 2023 un razzo Electron di Rocket Lab ha fallito l’immissione in orbita del carico che trasportava. Il decollo è avvenuto alle 08:55 italiane dal Launch Complex 1B situato sulla penisola di Mahia, in Nuova Zelanda: il pad è uno dei tre a disposizione dall’azienda, assieme al Launch Complex 1A, sempre a Mahia, e al Launch Complex 2, situato presso il Middle Atlantic Regional Spaceport (MARS) in Virginia, negli Stati Uniti d’America.
A bordo del razzo era presente un satellite con radar ad apertura sintetica (SAR) di Capella Space, un’azienda che offre immagini della Terra a privati e altre compagnie: il satellite, appartenente alla terza generazione e chiamato Acadia-2, avrebbe fatto parte di una costellazione di esemplari simili in orbita. Si trattava della terza missione del 2023 effettuata da Rocket Lab per conto dell’azienda, dopo Stronger Together del 16 marzo e We Love The Nightlife del 23 agosto.
Il lancio era inizialmente programmato per le 08:30 italiane, ma l’attività solare troppo elevata aveva indotto i tecnici di Rocket Lab a far slittare il decollo di poco meno di mezz’ora, appunto alle 08:55.
Come si può vedere dalla diretta YouTube il lancio è proseguito senza alcun problema fino al momento dell’accensione del secondo stadio, a circa due minuti dal decollo. Si vedono infatti delle scintille uscire dal motore e un lampo verde, che non dovrebbe essere dovuto all’innesco della miscela piroforica TEA-TEB in quanto non usata dal motore Rutherford di Electron. Per ora Rocket Lab non ha rilasciato dettagli significativi su quanto accaduto, se non comunicando che è già al lavoro con la Federal Aviation Administration (FAA) per individuare le cause dell’incidente e apportare le modifiche necessarie. Nel frattempo i prossimi lanci sono stati rimandati almeno al 2024, in modo da permettere la conclusione dell’indagine.
L’ultimo fallimento di un Electron risaliva al 15 maggio 2021 con la missione numero 21, chiamata Running out of toes: le cause furono individuate in un’interferenza causata da un problema nel sistema di accensione del secondo stadio con il sistema di controllo della spinta del motore, da cui la conseguente uscita dalla traiettoria prevista.
Fonti: forumastronautico.it.