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Aggiornamenti dal sistema solare: settembre 2023

Credit: NASA

Senza dubbio la notizia del mese è il completamento della missione OSIRIS-REx, che ha portato campioni dall’asteroide Bennu allo Utah. Nei prossimi giorni partirà Psyche, e per le missioni future potrebbe esserci qualche turbolenza in arrivo, visto che il Congresso statunitense sta valutando, proprio in questi giorni, un taglio sensibile al finanziamento della NASA che potrebbe avere pesanti ripercussioni sulle missioni in pianificazione.

Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e di quelle in fase di preparazione.

In preparazione per il lancio

È quasi finita l’attesa per il lancio di Psyche (NASA), la missione destinata all’asteroide 16 Psyche, che partirà alla prima occasione disponibile dal 12 ottobre in poi. La sonda testerà due tecnologie nuove, mai usate nello spazio profondo oltre l’orbita lunare. La prima è la propulsione a effetto Hall, in termini di impulso specifico leggermente meno efficiente della propulsione a ioni già largamente usata da altre sonde, ma con un rapporto tra impulso e potenza elettrica maggiore, che è importante considerando la distanza dal Sole a cui arriverà. La seconda è la comunicazione laser per invio e trasmissione a Terra di dati e telemetria. Questa tecnologia è ancora sperimentale e verrà affiancata alla classica comunicazione radio. L’arrivo a destinazione è previsto per agosto 2029.

Traiettoria di Psyche con evidenziate le opportunità di comunicazione laser. Credit: NASA/JPL-Caltech

Nel sistema solare interno

Due sonde dedicate all’eliofisica Parker Solar Probe (NASA) e Solar Orbiter (SolO) (ESA), passano molto vicino al Sole. La prima ha da poco battuto ogni record di vicinanza al Sole per un oggetto artificiale, passando il 27 settembre a 7,9 milioni di km dalla superficie solare a una velocità di 176 km/s. Ha battuto anche il suo record precedente di 9,2 milioni di km. Questo nuovo record è dovuto alla spinta gravitazionale di Venere sfruttata lo scorso 21 agosto. La seconda, invece, passerà a 43 milioni di km di distanza il prossimo 12 ottobre. Avere più di una sonda dedicata allo studio dei fenomeni solari è importante perché permette di effettuare osservazioni congiunte con angolazioni e strumenti diversi. Di recente, infatti, e grazie ai dati congiunti, si è risolto un mistero vecchio di decenni sul perché la temperatura in superficie fosse così bassa.

L’altra sonda vicinissima al centro del sistema solare, BepiColombo (ESA/JAXA) con le due unità indipendenti MPO (ESA) e MMO (JAXA), si trova al momento a mezza unità astronomica dal Sole e sta aspettando altri vari passaggi ravvicinati di Mercurio prima di inserirsi nella sua orbita. Il terzo passaggio è avvenuto a giugno 2023 e il prossimo, il quarto, sarà tra un anno, il 4 settembre 2024.

STEREO A (NASA) continua a osservare il Sole, con ben 17 anni di osservazioni ininterrotte. A settembre ci ha regalato qualche scatto della cometa Nishimura al passaggio al perielio.

La capsula di OSIRIS-REx appena atterrata. Credit: NASA/Keegan Barber

OSIRIS-REx (NASA) torna a casa dopo sette anni di viaggio. Partita nel 2006, è arrivata su Bennu nel 2018, ne ha prelevato campioni dalla superficie nel 2020 ed è ripartita verso la Terra nel 2021. Il 24 settembre 2023 la sonda si è separata dalla capsula che conteneva i campioni. La capsula è atterra nello Utah, negli Stati Uniti, e i campioni verranno esaminati nei prossimi mesi da svariati centri di ricerca sparsi in tutto il mondo. La sonda, invece, ha deviato dalla sua traiettoria verso la Terra e ha proseguito oltre per una nuova missione, OSIRIS-APEX, diretta verso 99942 Apophis, un asteroide di 300 metri ritenuto in passato abbastanza pericoloso per la Terra. Nel 2004 si stimava una possibilità di 0,3% che l’asteroide potesse colpire la Terra con effetti catastrofici. Nel 2013 questa possibilità è stata esclusa.

Proseguono senza particolari aggiornamenti le missioni Akatsuki (JAXA), in orbita su Venere, e Hayabusa 2# (JAXA), in estensione di missione diretta verso l’asteroide 98943 (2001 CC₂₁).

La flotta marziana

In orbita

Tutto nominale in orbita marziana, dove ormai ci sono sonde nella loro estensione di missione che vengono usate per scopi scientifici o come ripetitori per i rover di superficie. I veterani di Marte sono Mars Odyssey (NASA), Mars Express (ESA) e Mars Reconnaissance Orbiter (NASA), lanciate in tre finestre di lancio consecutive, nel 2001, 2003 e 2005. Seguirono poi MAVEN (NASA) e Trace Gas Orbiter (ESA/Roskosmos), lanciate nel 2013 e 2016, anche loro in due finestre consecutive. Chiudono lo schieramento Tianwen-1 (CNSA) e Hope o Al-Amal (UAESA), lanciate a pochi giorni di distanza nel 2020.

Sulla superficie

Potrebbe vivere un piccolo cane per 10 ore con l’ossigeno prodotto dallo strumento MOXIE di Perseverance (NASA), a seconda quanto dichiarato dal team del JPL che gestisce il rover. Il totale è 122 grammi, generati in 16 sessioni di produzione, e la missione dello strumento MOXIE è così terminata. Quantità a parte, il successo della missione sta nella dimostrazione della capacità di produzione di ossigeno da atmosfera marziana in diverse condizioni e diversi periodi dell’anno. Ad accompagnare il rover c’è un altro dimostratore, Ingenuity. Un piccolo drone che ha già superato di dieci volte l’obiettivo di effettuare cinque voli su Marte. A settembre ha stabilito un nuovo record, quello di quota di volo, raggiungendo i venti metri dalla superficie. Normalmente mantiene una quota di crociera di dieci metri.

Visione a 360° dell’ultima valle raggiunta da Curiosity

Il fratello maggiore di Perseverance, Curiosity (NASA), un rover molto simile arrivato su Marte nel 2012, è da poco giunto in una valle ricca di materiale interessante, Gediz Vallis Ridge. Sembrerebbe un luogo dove un antico fiume accumulò detriti portati dai monti vicini.

Nessuna notizia da Zhurong (CNSA), il rover della missione Tianwen-1 che non si è ancora risvegliato dall’ibernazione.

Nel sistema solare esterno

Manca un mese al sorvolo del primo obiettivo di Lucy (NASA), l’asteroide Dinkinesh, che avverrà il primo novembre. Già la sonda è riuscita a inquadrare l’obiettivo con la sua telecamera di bordo. Al momento l’asteroide è visibile solo come un puntino e rimarrà tale fino al giorno del sorvolo, quando finalmente si potrà osservare qualche dettaglio in più della superficie. L’asteroide non era un obiettivo al momento della pianificazione della missione, ma è stato aggiunto solo successivamente al lancio.

Juno (NASA) ha effettuato un altro passaggio al periapside della sua orbita attorno a Giove, siamo al PJ54, avvenuto il 7 settembre. La sua orbita si sta evolvendo naturalmente, rimane sempre un’orbita polare, ma con una forte precessione del perigiovio. Se all’inizio della missione era situato a circa 3° di declinazione, adesso è arrivato a 45°. Questa precessione, consente di visitare da vicino i satelliti medicei. Il prossimo è Io: Juno passerà il 30 dicembre 2023 a 1.500 km di distanza dalla superficie di Io.

Una delle tante ricostruzioni fatte con immagini grezze della missione Juno; questi vortici di elio e idrogeno sono stati ripresi il 7 settembre. Credit: NASA/SwRI/MSS/Tracy Prell 

Tra otto anni arriverà anche JUICE (ESA) a far compagnia su Giove. Lanciata lo scorso aprile, al momento si trova ancora nei pressi dell’orbita terrestre.

New Horizons (NASA) ha fotografato Nettuno e Urano da una posizione unica. Ci vorranno due mesi circa per scaricare le foto, nel frattempo dalla Terra sono tutti invitati a catturare immagini di questi due pianeti, Hubble compreso, per confrontare le foto da angolazioni diverse.

Siamo a 46 anni di missione per Voyager 1, la sonda partita il 5 settembre 1977 e destinata inizialmente solo a Giove e Saturno. È la seconda sonda più longeva nello spazio profondo, superata solo da Voyager 2, partita un mese prima di lei. Stanno viaggiando a 161 e 135 unità astronomiche dal Sole, con quattro strumenti scientifici ancora funzionanti per Voyager 1 e cinque per Voyager 2. Il sistema di produzione di energia elettrica dovrebbe permettere il mantenimento degli strumenti ancora accesi almeno fino al 2026, poi potrebbe essere necessario spegnerne un altro.

Riassunto missioni

Ci sono 35 missioni spaziali al di fuori dell’orbita terrestre, operate da 42 unità robotiche.

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Evoluzione della posizione delle sonde del sistema solare nel mese di settembre 2023. I CubeSat sono esclusi. Credit: ISAA/P. Portaluri

Gli aggiornamenti per questo mese sono giunti al termine, continuate a seguirci e ci risentiamo il prossimo mese con gli aggiornamenti dal sistema solare!

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