Virgin Galactic conclude il primo volo con turisti spaziali

È decollata il 10 agosto la missione Galactic 02 dello spazioplano di Virgin Galactic, un volo che segue a poco più di un mese la missione Galactic 01 che aveva visto a bordo di SpaceShipTwo quattro italiani; un pilota e tre specialisti.

Galactic 02 è la missione di Virgin Galactic che rappresenta a tutti gli effetti il primo volo turistico nello spazio della compagnia americana. A bordo di SpaceShipTwo erano presenti sei persone, di cui tre turisti. Jon Goodwin (80 anni), un ex atleta olimpico che ha partecipato come canoista alle Olimpiadi di Monaco del 1972, malato di Parkinson dal 2014. Goodwin è la seconda persona che ha viaggiato nello spazio con questa patologia. Keisha Schahaff (46 anni) e Anastatia Mayers (18 anni), le altre due turiste spaziali, sono invece la prima coppia madre-figlia a viaggiare insieme nello spazio. Loro due sono i primi astronauti provenienti dai Caraibi (sono di Antigua e Barbuda). Anastatia Mayers, studentessa presso l’Università di Aberdeen, è anche la seconda persona più giovane ad aver viaggiato nello spazio.

Insieme a loro c’erano i piloti di VSS Unity C.J. Sturckow e Kelly Latimer e il capo istruttore astronauti di Virgin Galactic, Beth Moses. I piloti dell’aereo madre VMS Eve erano Nicola Pecile e Mike Masucci. Per il comandante C.J. Sturckow questo è stato l’ottavo volo nello spazio, quattro a bordo dello Space Shuttle e quattro ai comandi dello spazioplano della Virgin, mentre per Moses, il capo istruttore astronauti della Virgin, questo è stato il quarto viaggio a bordo di Unity. Latimer, la prima donna pilota di spazioplani della Virgin.

A Goodwin, che aveva acquistato il suo biglietto nel 2005 risultando la quarta persona in assoluto a prenotare il volo, nel 2014 è stato diagnosticato il Parkinson, ma questo “contrattempo” non ha scoraggiato né lui né Virgin Galactic. Schahaff e Mayers hanno vinto il loro viaggio acquistando un biglietto di una lotteria indetta per raccogliere fondi per Space for Humanity, un’organizzazione senza scopo di lucro fondata dal filantropo e imprenditore spaziale Dylan Taylor che si dedica a «espandere l’accesso allo spazio a tutta l’umanità». Branson ha consegnato personalmente i biglietti alle due vincitrici.

Presentazione dell’equipaggio

SpaceShipTwo Unity è decollato alle ore 10:30 EDT (14:30 UTC) dallo Spaceport America, situato nel deserto del New Mexico, agganciato sotto l’ala di VMS Eve, il velivolo a doppia fusoliera della Virgin. La coppia di velivoli è salita fino a un’altitudine di circa 45.000 piedi, dopodiché Unity è stato rilasciato dall’aereo madre. Appena dopo il rilascio, SpaceShipTwo ha acceso il suo motore a razzo che, dopo averlo spinto fino a raggiungere tre volte la velocità del suono, gli ha permesso di toccare una altitudine di poco superiore agli 88 km, una quota di poco inferiore alle 55 miglia, ben al di sopra della soglia delle 50 miglia, un’altitudine che in USA identifica un po’ arbitrariamente il confine da cui parte lo spazio aperto.

Una volta spento il propulsore a razzo, Schahaff, Mayers, Goodwin e Moses hanno potuto sganciarsi dai loro sedili per provare l’ebrezza della microgravità e fluttuare all’interno della cabina del velivolo, mentre i piloti sono rimasti legati per tutto il volo. In fase di rientro, SpaceShipTwo ripiega di circa 60 gradi l’estremità delle ali per aumentare la resistenza aerodinamica e rallentare la discesa. Una volta raggiunti gli strati più densi dell’atmosfera, le ali tornano nello loro posizione più tradizionale permettendo ai piloti di affrontare l’avvicinamento alla pista di atterraggio presso lo Spaceport America.

Questa è stata la seconda missione commerciale di Virgin Galactic, dopo il volo del 29 giugno che aveva portato tre ricercatori dell’aeronautica militare italiana, due piloti della Virgin, tra cui l’italiano Nicola Pecile, e un ingegnere della compagnia a toccare un’altitudine di circa 85 km. Quel volo era stato acquistato dal governo italiano mentre il volo della scorsa settimana è stato il primo con “astronauti privati” e contemporaneamente anche la settima missione suborbitale pilotata. Il primo volo di collaudo era avvenuto il 13 dicembre 2018. Dopo ulteriori due voli di collaudo, Branson e un equipaggio di sei persone sono stati i membri dell’equipaggio che aveva partecipato l’11 luglio 2021 al quarto volo spaziale della compagnia.
Al termine della missione con Branson, Virgin ha interrotto le operazioni di volo, ufficialmente per aggiornare i propri velivoli, fino al 25 maggio 2023 quando sei dipendenti dell’azienda hanno affrontato il quinto volo di collaudo, seguito dalla missione di ricerca italiana del 29 giugno. Se la cadenza mensile verrà mantenuta, a settembre assisteremo alla missione Galactic 03. Nel frattempo le oltre 800 persone che hanno già staccato un biglietto di volo potranno sperare di riuscire a volare quanto prima.

La diretta del lancio

Situazione economica e commerciale

Cambiamo ambito per provare a dare qualche spiegazione alla quotazione di borsa dell’azione Virgin Galactic che, a fronte degli ultimi voli di successo, registra una progressiva e continua perdita di valore. Il valore più alto mai registrato è stato di 56 dollari per azione, per poi crollare alla quotazione di questi giorni pari a circa 3 dollari.

Virgin Galactic è stata quotata in borsa nel 2019. Il suo ultimo report finanziario, valido fino al secondo trimestre di quest’anno, evidenzia una solida liquidità pari a 980 milioni di dollari e una buona capacità nel reperire nuovi fondi ma, malgrado questi buoni fondamentali, Virgin Galactic ha riportato una perdita trimestrale di 134 milioni di dollari riconducibile in parte agli investimenti nello sviluppo di una futura linea di velivoli. L’azienda ha anche 1.100 dipendenti, quindi la maggior parte dei costi ricade sul personale delle sedi del New Mexico e della California. In buona sostanza, senza finanziamenti aggiuntivi Virgin Galactic esaurirà la sua liquidità in meno di due anni.

Sarà assai improbabile osservare nel breve/medio periodo rilevanti variazioni nel flusso dei costi. Virgin Galactic sembra ora riuscire a volare ogni quattro o sei settimane circa. Ciascuno di questi voli trasporta solo tre clienti paganti, più un rappresentante della compagnia. Poiché una parte del motore parzialmente riutilizzabile del veicolo spaziale deve essere sostituita dopo ogni volo, queste prime missioni stanno operando in perdita.

Ma allora perché Virgin Galactic vola? Sostanzialmente l’azienda desidera mostrare al mondo cosa è in grado di fare, rassicurare gli investitori sulle proprie capacità tecniche e pubblicizzare l’esperienza che può offrire ai clienti. L’azienda ha un piano per raggiungere la redditività, ma per arrivare a questo obiettivo Virgin Galactic deve sopravvivere almeno per i prossimi tre anni.

Nel luglio 2021 è stato effettuato il primo volo spaziale con un equipaggio al completo, una missione che ha visto Richard Branson tra i passeggeri. Quel volo sembrava poter dare il via alla piena commercializzazione, ma dopo quella missione SpaceShipTwo non volò più fino al 25 maggio 2023, un intervallo di quasi due anni.
I voli di collaudo del 2018 e 2019 avevano evidenziato l’esigenza di ottimizzare Unity ed Eve per poter effettuare voli più frequenti. Le modifiche fisiche successivamente apportate ai velivoli avevano avuto lo scopo di irrobustire la struttura e contemporaneamente ridurre la necessità di ispezioni invadenti.
Gli ultimi voli hanno confermato la bontà delle modifiche permettendo alla compagnia di avvicinarsi a una cadenza mensile dei voli. Le prime due missioni stanno convalidando le decisioni prese dagli ingegneri. Ad esempio, una carenatura aerodinamica mobile di Eve, l’aereo madre, si rompeva dopo ogni volo. Non era un problema strutturale, ma la riprogettazione ha visto la creazione di un giunto scorrevole che permette il movimento della carenatura senza però causarne la rottura.

Virgin Galactic ha un’esperienza da vendere. Un biglietto è ben lungi dall’essere considerato a buon mercato. Ci sono molti dettagli da curare nel corso dei tre giorni di preparazione al volo vissuti dai partecipanti al terzo piano dell’edificio principale. Questa struttura, chiamata Astra, è il luogo in cui ci si allena e ci si rilassa prima del volo. In questa struttura è presente una versione a grandezza naturale di SpaceShipTwo con cui è possibile familiarizzare prima di effettuare l’esperienza di volo.

L’esperienza di Virgin è nettamente diversa dalla proposta della concorrenza, quella di Blue Origin. I passeggeri a bordo del veicolo di Jeff Bezos decollano su un razzo tradizionale e atterrano tramite paracadute. Sebbene Blue Origin abbia effettuato una mezza dozzina di missioni con astronauti privati, lo scorso settembre ha subito un incidente durante un volo senza equipaggio e da allora il New Shepard non ha più volato. Anche prima dell’incidente, i biglietti per un volo con Blue Origin costavano circa il doppio di quelli di un volo con Virgin Galactic.

La flotta di Virgin Galactic è composta da un solo veicolo spaziale, Unity, e da un solo aereo da trasporto, Eve. Nella primavera del 2021, la società aveva annunciato un secondo veicolo, Imagine, i cui collaudi sarebbero dovuti iniziare entro l’estate, e l’avvio della costruzione di un terzo, Inspire.
Oggi, due anni dopo, Imagine non si vede da nessuna parte e nessuno parla più di Inspire. Virgin Galactic afferma di aver sospeso Imagine mentre lavorava alla ripresa dei voli. Volerà mai? In poche parole, Virgin Galactic ha risorse limitate e preferisce che i suoi ingegneri lavorino su una nuova generazione di veicoli spaziali, chiamata classe Delta. Questi nuovi veicoli saranno la chiave per raggiungere la redditività.
I nuovi veicoli saranno molto simili agli attuali ma risulteranno più economici, di costruzione più semplice e più facilmente manutenibili. Unity ed Eve richiedono molta manutenzione tra un volo e l’altro. La nuova classe Delta sarà progettata per operazioni molto più economiche.

Virgin ha scommesso il suo futuro sui veicoli Delta. Trasporteranno sei passeggeri, non quattro, e dovrebbero volare una volta alla settimana. Con una flotta di velivoli classe Delta, Virgin aspira a realizzare 400 voli l’anno. Il collaudo dei nuovi velivoli dovrebbe essere veloce, visto che saranno basati sullo stesso design di Unity e voleranno con lo stesso profilo, ma al momento i veicoli Delta sono ancora in fase di progettazione. La costruzione dovrebbe essere avviata nel corso della seconda metà del prossimo anno, mentre i collaudi verranno svolti alla fine del 2025. L’avvio del servizio commerciale non avverrà, salvo ritardi, prima della fine del 2026.

Quindi, in attesa dei nuovi velivoli, VSS Unity volerà ancora per i prossimi tre o quattro anni. Nel frattempo l’azienda dovrà trovare le risorse per costruire ulteriori velivoli da trasporto, poiché VMS Eve ha ormai 15 anni.

Quindi Virgin Galactic ce la farà? Ci vogliono anni per sviluppare hardware spaziale e Virgin Galactic promette molti aggiornamenti con i veicoli di classe Delta. Alla fine i passi da compiere sono ancora tanti, ma l’aver raggiunto una cadenza quasi mensile crea credibilità.

Ai posteri l’ardua sentenza.

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Marco Carrara

Da sempre appassionato di spazio, da piccolo sognavo ad occhi aperti guardando alla televisione le gesta degli astronauti impegnati nelle missioni Apollo, crescendo mi sono dovuto accontentare di una più normale professione come sistemista informatico in una banca radicata nel nord Italia. Scrivo su AstronautiNews dal 2010; è il mio modo per continuare a coltivare la mia passione per lo spazio.