La scorsa settimana due notizie, una buona e una cattiva, hanno colto di sorpresa gli appassionati della storia dell’astronautica: una riguarda un segmento del booster che portò in orbita la missione Gemini V nel 1965 e l’altra il primo stadio S-IB di un vettore Saturn IB mai utilizzato durante il programma Apollo.
Titan II GLV-5 s/n 62-12560
Il 21 agosto 1965, dalla rampa LC-19 della Cape Kennedy Air Force Station, decollava la missione Gemini V con a bordo il comandante L. Gordon Cooper, Jr. e il pilota Charles “Pete” Conrad, Jr., terza missione con equipaggio del programma Gemini e prima di lunga durata (8 giorni).
Il vettore utilizzato per portare in orbita le capsule Gemini era un Titan II GLV (Gemini Launch Vehicle), un missile balistico intercontinentale (ICBM) nato per trasportare testate nucleari in ogni parte del mondo, modificato per essere idoneo al lancio con equipaggio.
Essendo nato per essere lanciato con un brevissimo preavviso, il Titan II utilizzava propellenti ipergolici (una miscela di idrazina e dimetilidrazina asimmetrica come combustibile e tetrossido di azoto come comburente) che permettevano al razzo carico di rimanere in attesa nei silos di lancio per lunghi periodi.
Dopo due minuti e mezzo di volo, a circa 80 km di altezza, il primo stadio del Titan GLV-5 ricadde incontrollato nell’oceano Atlantico al largo delle isole Bermuda, destinato a inabissarsi come tutti i booster lanciati dalla Florida prima di lui.
Per pura coincidenza però un aereo dell’U.S. Air Force lo avvistò galleggiare sulla superficie e ne comunicò la posizione al cacciatorpediniere U.S.S. Du Pont dell’U.S. Navy che lo raggiunse, scoprendo che non si trattava dell’intero primo stadio ma solamente del segmento superiore, quello del serbatoio del tetrossido di azoto.
Leggermente ammaccato ma integro, il segmento venne quindi issato sul ponte della nave e riportato a terra, diventando il primo e unico booster statunitense recuperato dopo un lancio orbitale. Il primato resistette per i successivi 16 anni fino al primo lancio dello space shuttle, di cui notoriamente venivano recuperati, oltre all’orbiter, anche i due SRB (Solid Rocket Booster) laterali.
Dopo 58 anni, lo scorso 19 gennaio il booster è finalmente tornato alla Cape Canaveral Space Force Station, a pochi chilometri dalla rampa di lancio da cui venne lanciato, e grazie all’iniziativa della U.S. Space Force Historical Foundation, è ora esposto all’interno dell’Hangar C del Cape Canaveral Space Force Museum.
S-IB-211
Destino opposto per il primo stadio S-IB dell’undicesimo vettore Saturn IB costruito (su 14 totali) negli anni ’60 durante il programma Apollo. Non essendo stato utilizzato durante una missione operativa, da 44 anni questo booster, completo di simulacro del secondo stadio e navicella Apollo, svetta come simbolo di benvenuto per chi giunge in Alabama dal Tennessee lungo l’autostrada I-65.
Usurato dal tempo e dagli elementi, il razzo è stato recentemente dichiarato non più sicuro e quindi dovrà essere rimosso e smantellato.
In un comunicato ufficiale il NASA Marshall Space Flight Center (MSFC) e lo U.S. Space and Rocket Center di Huntsville in Alabama, proprietari del razzo, si legge: «Un faro per i viaggiatori lungo la I-65 per molti anni, questo razzo non è stato costruito per sopportare più di 40 anni di continua esposizione agli elementi della natura. In questi anni la struttura di supporto si è deteriorata, i danni sono troppo significativi per essere riparati, causando un problema di sicurezza strutturale».
Realizzato negli anni ’60 in piena febbre Apollo, il Saturn IB SA-211 era stato inizialmente destinato a una missione con equipaggio intorno al dicembre 1967, come si legge in un documento del 31 ottobre 1963 a firma dell’allora amministratore NASA George Mueller.
La storia andò diversamente: con la tragedia dell’Apollo 1 del gennaio 1967 e la scelta dell’amministrazione Nixon di concludere il programma Apollo dopo le 6 missioni lunari, le 3 dello Skylab e l’Apollo-Soyuz Test Project, di Saturn IB ne vennero lanciati solo 9, di cui i primi 4 senza equipaggio e i successivi con astronauti a bordo della navicella Apollo.
Tra il dicembre 1967 e l’aprile 1968 il booster S-IB-211 venne comunque sottoposto a 7 hot fire test presso il MSFC e dichiarato idoneo al volo.
Qualche anno dopo, nel 1974, l’allora Governatore dell’Alabama George Wallace scrisse al direttore del MSFC William Lucas chiedendo un «significativo pezzo di hardware spaziale, quale un vettore Saturn, da erigere come pietra miliare presso il Welcome Center» che sarebbe stato aperto l’anno successivo al confine con il Tennessee.
Nel 1979 infine il MSFC consegnò allo stato dell’Alabama un Saturn IB completo costituito dal primo stadio S-IB-211 e da due simulacri per il secondo stadio e la navicella Apollo.
L’adattatore superiore conico, la sezione ad anello contenente l’avionica, la torre di emergenza superiore alla capsula e gli 8 supporti a terra che sostengono il razzo in verticale sono invece esemplari di lancio autentici.
Il tutto è stato quindi eretto presso l’Ardmore Welcome Center di Elkmont, lungo l’autostrada e liberamente accessibile dai visitatori.
Il secondo stadio S-IVB originale del razzo 211 è ancora esposto presso lo U.S. Space & Rocket Center di Huntsville, convertito in configurazione Skylab. Degli altri quattro esemplari di Saturn IB rimanenti, due incompleti (213 e 214) sono stati smantellati; del 212 è stato smantellato solo il primo stadio mentre il secondo stadio S-IVB è diventato lo Skylab originale e il 209 è ancora visibile presso il Rocket Garden del Kennedy Space Center in Florida.
Nonostante il Saturn IB sia stato oggetto di manutenzione nel 2006 e 2014, l’attuale degrado strutturale imporrebbe un intervento stimato oltre i 7 milioni di dollari. Inoltre, dato che nel corso degli anni lungo l’autostrada sono stati realizzati sovrappassi e altre opere che impediscono un eventuale trasporto su ruota del booster, la manutenzione dovrà essere effettuata obbligatoriamente sul posto.
Recentemente però alcuni siti di informazione locale hanno riportato la notizia che lo stato dell’Alabama avrebbe già destinato 980.000 dollari per il ripristino.