Perseverance rilascia al suolo i primi campioni sigillati
Dopo quasi due anni di esplorazione all’interno del cratere Jezero, il rover NASA ha iniziato a depositare al suolo i tubi sigillati con all’interno alcuni dei campioni finora raccolti, in vista dell’eventuale futuro recupero e invio verso la Terra dalla Mars Sample Return Mission.
Dall’agosto 2021 Perseverance ha sigillato 18 tubi di titanio, di cui 1 contenente atmosfera marziana, 2 regolite e 15 roccia frammentata.
Di questi tubi, 10 verranno depositati nel sito denominato Three Forks a formare un deposito di riserva, mentre Perseverance continuerà a mantenere al suo interno una parte identica degli stessi campioni che era stata separata subito dopo la raccolta.
L’architettura della missione di recupero e invio a Terra dei campioni prevede infatti che gli stessi vengano consegnati da Perseverance direttamente al lander venuto a prenderli in consegna. Nel caso in cui Perseverance non fosse in grado di eseguire il compito, allora un paio di droni elicottero dovranno raggiungere il deposito di riserva di Three Forks, raccogliere i 10 tubi sigillati e portarli al lander.
Il primo tubo, denomitato Malay e contenente roccia magmatica raccolta il 31 gennaio 2022 nella zona South Séítah, è stato depositato lo scorso 21 dicembre.
Il tubo, recuperato dal caricatore cilindrico dove era stivato, è stato fotografato un’ultima volta dalla CacheCam per verificarne l’esattezza e quindi è stato fatto cadere al suolo dal fondo di Perseverance a circa 89 cm di altezza.
Subito dopo è stato fotografato dalla camera WATSON posizionata in cima al lungo braccio robotico del rover. La verifica fotografica è necessaria in quanto nei test compiuti presso il Jet Propulsion Laboratory di Pasadena in California con il rover gemello OPTIMISM, il 5% delle volte i tubi rimangono in piedi dopo la caduta.
Il secondo tubo, denominato Mageik e contenente roccia sedimentaria raccolta il 16 novembre 2022 presso il delta dell’antico fiume che alimentava il lago nel cratere, è stato depositato il 23 dicembre secondo le modalità già esposte.
La particolarità di questo secondo tubo è che contiene la carota di roccia più lunga finora raccolta, pari a 7,36 cm.
Il terzo tubo, denominato Crosswind Lake e contenente regolite raccolta il 7 dicembre sempre presso il delta del fiume, è stato depositato il 30 dicembre.
Tubi di titanio o spade laser?
Non è sfuggita all’occhio degli appassionati l’incredibile somiglianza dei tubi sigillati con le spade laser dell’universo di Star Wars.
La direttrice del JPL, Laurie Leshin, in un tweet ha voluto ironizzare scrivendo che esiste un sistema più veloce per riportare i campioni a casa: «Sto allungando la mia mano aperta verso lo schermo del computer per vedere se il tubo viene trasportato da Marte. In qualità di direttrice sono sicura che la Forza sia con me, giusto?».
Anche dal web sono arrivati subito alcune simpatiche rivisitazioni dell’immagine scattata da Perseverance su Marte.
Ma nonostante qualcuno abbia forzatamente cercato delle connessioni tra il JPL e l’universo creato da George Lucas, la forma e l’aspetto dei tubi sigillati sono puramente dettati da scelte ingegneristiche.
La parte luccicante che sembra oro è nitruro di titanio, un materiale ceramico estremamente duro che serve a ricoprire le leghe metalliche per migliorarne le proprietà superficiali. La parte che sembra argento è titanio puro, mentre la parte bianca è un rivestimento a base di alluminio che serve a proteggere il campione interno dalla radiazione solare.
La parte allargata in titanio, che più ci ricorda l’elsa di una spada laser, è in realtà il sigillo ermetico applicato dopo il riempimento del tubo, dotato di involucro per lo stantuffo e le molle interne che mantengono il campione fermo all’interno.
Se poi andiamo a vedere le dimensioni reali scopriamo che i tubi sono lunghi meno di 15 cm e larghi circa 2,5 cm, corrispondenti a circa la metà di una spada laser.
Fonte e foto credits: NASA/JPL
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