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L’ESA cerca nuovi tirocinanti per il 2023

Sessione alla ESA Academy. Credit: ESA

Per chi è in procinto di terminare gli studi universitari e inizia a pensare cosa fare da grande, l’Agenzia Spaziale Europea offre un’ottima opportunità per chi sogna di unire la passione dello spazio con il lavoro. L’ESA infatti, come ogni anno, ha iniziato il processo di selezione di nuovi tirocinanti da affiancare al proprio effettivo.

Sono circa un centinaio di posizioni sparse per le varie sedi dei paesi membri ESA, molto variegate per ruoli e prerequisiti richiesti, come dire, c’è spazio per tutti. Sono comunque stage dedicati a studenti dell’ultimo o del penultimo anno di studi della laurea specialistica, della durata variabile da tre a sei mesi, e finanziati in forma di rimborso spese con 800€ mensile per chi risiede a più di 50 km dalla sede del tirocinio.

Il processo è iniziato il 2 novembre, con la pubblicazione delle posizioni aperte, e c’è tempo fino al 30 novembre per prenderne parte. Tra dicembre e gennaio l’ESA elaborerà le richieste ricevute e da febbraio a ottobre 2023 è previsto l’inizio degli apprendistati, da stabilire in maniera personale con ogni candidato, tenendo conto anche delle esigenze di studio.

Non è necessario aver studiato in ambito aerospaziale per poter partecipare al tirocinio. Le posizioni aperte, infatti, sono trasversali su molte discipline anche non spaziali, come ad esempio scienze dei materiali, legge, risorse umane, e tante altre elencate nel sito dei tirocini. Si possono scegliere un massimo di due posizioni dove inviare la candidatura ed è molto importante esprimere al meglio le proprie motivazioni.

Non è raro che uno studente universitario che voglia intraprendere una carriera nel settore astronautico si senta spaesato e non sappia da dove iniziare. Opportunità come queste non garantiscono una carriera in azienda, ma sono un punto di partenza importante per permettere ai giovani aspiranti di tastare con polso cosa vuol dire lavorare in ESA, ma soprattutto di avere l’occasione di orientarsi in questo mondo, di conoscere persone che come loro hanno iniziato da zero, di conoscere persone dell’ambiente e di avere contatti a cui fare le domande giuste.

Infografica con opportunità per candidati con requisiti diversi da quelli del bando in corso. Credit: ESA.

Il tirocinio, inoltre, per sua stessa natura e per la brevità della durata, non è affatto uno strumento per aumentare la produttività dei processi interni, ma un modo per formare persone in un ambiente di nicchia che altrimenti avrebbero più difficoltà ad acquisire le conoscenze necessarie. Va da sé che l’investimento tenuto da entrambe le parti, più che altro in tempo dedicato, è una chiara dichiarazione di interesse reciproco: l’ESA ha bisogno di personale qualificato ed è disposta a formarlo, mentre lo studente ha il desiderio di orientare la sua carriera in questo ambito particolare. Succede spesso, e non solo in ambito aerospaziale, che i tirocini sfocino in contratti di lavoro regolari esaudendo i desideri di entrambi.

Per chi invece non rispetta i requisiti, si è già laureato, sta studiando per un dottorato o addirittura sta già lavorando, l’ESA offre comunque altre opportunità, alcune periodiche e programmate, come lo Young Graduate Trainee Programme, altre secondo le proprie necessità puntuali, come le normali offerte di lavoro.

Ci sono poi altre possibilità per avvicinarsi a questo ambiente anche senza i requisiti elencati sopra. Tra le iniziative dell’agenzia c’è anche ESA Academy, che si occupa di fornire una formazione complementare a quella erogate dall’università che si sta frequentando. L’iniziativa è molto interessante, in quanto permette di partecipare alla costruzione di artefatti che andranno veramente nello spazio. Ci sono state delle iniziative come Fly Your Satellite! o European Student Earth Orbiter che hanno permesso l’invio in orbita di satelliti costruiti da studenti. In passato il nostro team di AstronautiCAST ha intervistato due partecipanti che parteciparono all’iniziativa Drop Your Thesis! che prevedeva di eseguire esperimenti a zero g alla ZARM Drop Tower di Brema, una torre a vuoto spinto che riesce a simulare l’assenza di peso, per pochi secondi, allo stesso livello di quello sperimentato sulla stazione spaziale.

Ma anche restando al di fuori di tutte le selezioni c’è sempre la partecipazione attiva volontaria a progetti legati a missioni spaziali che coinvolgono il grande pubblico con attività di citizen science. Queste permettono di collaborare a iniziative con pochissimi prerequisiti richiesti, danno un’idea di come avviene il lavoro di ricerca dietro le quinte della spettacolarità di un lancio di una missione, e consentono di contribuire veramente al progresso scientifico.

Ricordiamo che oltre a tutte le attività dirette, ci sono anche tantissime attività divulgative tenute da volontari che mettono in luce vari aspetti del mondo aerospaziale sconosciuti a chi non lo frequenta (e a volte anche a chi lo frequenta). Ci sono tantissimi siti web utili, ufficiali e non, da cui prendere ispirazione per cultura personale e per informazioni su come costruirsi una carriera. Questo è dopotutto l’obiettivo principale della nostra associazione, ISAA, Italian Space and Astronautics Association, la divulgazione delle scienze spaziali e astronautiche in lingua italiana.

Nel corso di quasi 20 anni di operazioni, ISAA ha visto tanti appassionati seguire le proprie attività, forum, podcast, notizie, convegni, in maniera più o meno attiva. Alcuni di essi hanno iniziato a partecipare in prima persona alle iniziative dell’associazione, e molti altri sono riusciti a trovare un lavoro nel settore grazie (e non solo) ai contatti acquisiti e ai suggerimenti ricevuti.

Come per molte professioni, entrare a lavorare nel settore spaziale è impegnativo ma alla portata di tutti. Ci possono essere difficoltà nel percorso da seguire che possono apparire insormontabili, ma non c’è nessun blocco a priori, le scuole superiori frequentate, l’università frequentata, carenze linguistiche, nulla che possa essere un vero impedimento formativo che non possa essere colmato con tempo e costanza. L’impegno dedicato per costruirsi una carriera in questo settore potrebbe essere ripagato non solo economicamente, ma visto che solitamente si è spinti dalla passione nel settore, anche con la gratificazione di fare qualcosa che si ama e che serve al mondo.

Ragion d’essere al lavoro raggiunta con l’ikigai: il lavoro non deve essere solo compenso economico ma unire diverse virtù. Credit: Matt Gaedke

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