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Aggiornamenti dal sistema solare: novembre 2022

Credit: NASA

Un mese ricco di novità lunari, ma non solo. Con il lancio inaugurale di SLS, la capsula Orion ha finalmente raggiunto la Luna, ma la missione Artemis I portava con sé altri CubeSat, aggiungendo così da sola undici missioni al computo totale di quelle in giro per il sistema solare. In Europa sono stati scelti cinque nuovi astronauti ed è stato comunicato che uno italiano della vecchia guardia, quindi Parmitano o Cristoforetti, andrà sul futuro Lunar Gateway.

Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e di quelle in fase di preparazione.

In preparazione per il lancio

Con il lancio di Artemis I, la prossima missione a budget multi-miliardario in rampa è JUICE (ESA). La missione verso il sistema gioviano partirà ad aprile del 2023 e arriverà su Giove nel 2031 e su Ganimede nel 2034.

Poco prima di essa potremo vedere la partenza del lander lunare Peregrine a bordo di un Vulcan di ULA al debutto, e di Aditya-L1, una missione di eliofisica dell’agenzia spaziale indiana, entrambe previste per fine febbraio.

Traiettoria di JUICE, con sorvoli di Venere, Terra e vari satelliti di Giove

Per chiudere l’anno è rimasto solamente il lancio di un Falcon 9 di SpaceX verso la Luna, con un orbiter, un lander e dei mezzi di trasporto. Non è il classico trittico di missione planetaria, sono infatti missioni indipendenti e organizzate da agenzie diverse. Abbiamo l’orbiter Lunar Flashlight realizzato dal JPL della NASA, e il lander M1 del programma Hakuto-R, realizzato dall’azienda giapponese ispace, che porta a bordo un robot rotolante sviluppato da JAXA e il rover emiratino Rashid. Il lancio è imminente, potrebbe avvenire già il primo di dicembre.

Esplorando la Luna

Dopo tanta attesa, la capsula Orion, elemento principale della missione Artemis I (NASA), è arrivata in prossimità della Luna. Partita il 16 novembre con il volo inaugurale di SLS, è passata al primo perilunio il 21 del mese. La capsula è fornita di numerose telecamere e sta fornendo regolarmente contenuti multimediali spettacolari. Concluderà la missione l’11 dicembre con il rientro nell’oceano Pacifico. Oltre a Orion, sono stati rilasciati altri dieci CubeSat per missioni indipendenti di cui Lunar IceCube, OMOTENASHI, EQUULEUS, LunaH-Map e LunIR destinati alla Luna o alla sua orbita e altre cinque missioni che andranno in orbita eliocentrica.

Il giorno prima della partenza di SLS era arrivata in orbita lunare CAPSTONE (NASA), dopo tanti mesi di viaggio, seguendo una traiettoria molto più lunga in termini di tempo, ma a risparmio energetico, che ha richiesto minore consumo di carburante. Strada simile intrapresa da Danuri (KARI), che si trova al momento a circa un milione di chilometri dalla Terra e ha fotografato un passaggio della Luna davanti alla Terra. Arriverà in orbita lunare il 16 dicembre.

Le missioni veterane cinesi proseguono senza grosse novità. Chang’e 5 (CNSA) è in orbita lunare con solo il modulo di servizio, Chang’e 4 (CNSA) ha un rover Yutu-2 sul lato nascosto della Luna e Queqiao in orbita per far da ripetitore al rover, Chang’e 3 ha solo un lander con un telescopio all’ultravioletto funzionante. Ci sono poi ancora Chandrayaan-2 (ISRO) e LRO (NASA) due orbiter che mappano la superficie lunare e THEMIS-ARTEMIS (NASA) P1 e P2 che mappano il campo magnetico in orbita lunare.

In equilibrio tra Sole e Terra

Dai punti lagrangiani le sonde possono effettuare misurazioni costanti senza essere disturbate dai moti della Terra e della Luna, ma rimanendo sempre abbastanza vicini per trasmettere i dati a Terra. Sul primo punto lagrangiano ci sono quattro sonde attive, dedicate quasi esclusivamente allo studio del Sole e dei suoi effetti sulla Terra. DSCOVR (NASA/NOAA) in più effettua fotografie della Terra a un’ora di distanza l’una dall’altra. Insieme a lei orbitano ACE (NASA), WIND (NASA) e SoHO (NASA/ESA). Dai dati di quest’ultima la NASA ha effettuato un’elaborazione con un supercomputer, prevedendo un declino della attività magnetica a lungo termine.

La protostella L1527 immersa in una nuvola di materia che ne alimenta la crescita, ripresa dal James Webb Space Telescope. Credit: NASA/ESA/CSA

Dal punto lagrangiano opposto, L₂, tre grandi telescopi osservano le stelle, le galassie e l’universo intero. Uno di essi è momentaneamente in pausa geopolitica, Spektr-RG (Roskosmos/DLR), a causa delle tensioni tra Europa e Russia, compagini che hanno collaborato per la realizzazione del satellite. JWST (NASA/ESA/CSA) ci regala ormai quotidianamente immagini senza precedenti degli angoli più remoti dell’universo. E Gaia (ESA) continua a raccogliere dati mentre vengono elaborati quelli rilasciati poco tempo fa. Di recente è stato scoperto il buco nero più vicino alla Terra, una delle due componenti del sistema Gaia BH1.

Nel sistema solare interno

Ci sono cinque missioni nuove a zonzo nel sistema solare interno, si tratta dei cinque Cubesat rilasciati dalla missione Artemis I che hanno proseguito oltre la Luna: BioSentinel, ArgoMoon, NEA Scout, Team Miles e CuSP. Eseguiranno svariati esperimenti nello spazio profondo, ma non sono gli unici CubeSat attivi così lontani.

ArgoMoon andrà a breve in orbita eliocentrica, nel frattempo sta fornendo foto della Terra e della Luna dalla sua orbita molto allungata.

C’è anche LICIACube (ASI), infatti, il piccolo satellite che ha accompagnato la missione DART e adesso sta proseguendo verso un nuovo obiettivo. A breve Argotec dovrebbe comunicare la prossima destinazione, si tratterà comunque di un piccolo asteroide.

Delle altre sette missioni in corso, ce ne sono altre due attive che interessano gli asteroidi, Hayabusa-2# (JAXA), erede di Hayabusa 2 e diretta verso 2001 CC21, e OSIRIS-REx (NASA), di ritorno a Terra dopo aver prelevato i campioni di Bennu. C’è poi una missione planetaria, Akatsuki (JAXA), in orbita intorno a Venere da sette anni e quattro missioni di eliofisica, Parker Solar Probe (NASA), BepiColombo (ESA/JAXA) con le sonde MPO (ESA) e MMO (JAXA), Solar Orbiter (SolO) (ESA) e STEREO A (NASA).

La flotta marziana

Marte è il secondo pianeta più esplorato dopo la Terra, con dieci missioni attive al momento. L’8 dicembre andrà in opposizione, si troverà grossomodo parlando alla minima distanza dalla Terra quest’anno. Le comunicazioni con le sonde sono più agevoli in quanto il ritardo è di qualche minuto, ma è anche il momento migliore per far partire nuove missioni, poco prima dell’opposizione, per farle arrivare poco dopo. Questa finestra è la prima mancata dopo undici anni di esplorazione continua, dal lancio di Curiosity il 26 novembre 2011.

In orbita

Le sonde in orbita si occupano per lo più di cattura regolare di dati dal pianeta rosso. Sono tutti satelliti operativi da più di un anno, che hanno già accumulato enormi quantità di dati e raramente sono protagonisti di scoperte eclatanti. Forniscono anche supporto per i mezzi di superficie.

Hope (UAESA) e MAVEN (NASA) studiano l’atmosfera, a quest’ultima è stata approvata un’ulteriore estensione di missione per studiare gli effetti del vento solare sull’atmosfera marziana durante la fase di maggiore attività di un ciclo solare. Alcuni risultati sono già arrivati.

Due tipi di aurora marziana confrontati con i dati acquisiti da MAVEN. Credits: LASP/CU Boulder, UC Berkeley

Tianwen-1 (CNSA) oltre alle normali attività scientifiche può fare esperimenti per le prossime missione marziane. Sono previste alcune correzioni orbitali proprio per testare le manovre della missione Tianwen-3 con prelievo di campioni da portare a Terra.

Completano la flotta in orbita le sonde Mars Odyssey (NASA), Mars Express (ESA), Mars Reconnaissance Orbiter (NASA) e Trace Gas Orbiter (ESA/Roskosmos). Quest’ultima doveva essere la sonda di supporto del rover Rosalind Franklin della missione ExoMars, che è stata più volte posticipata, poi cancellata, e infine rispolverata all’ultima ministeriale ESA con una possibile data di partenza per il 2028.

Sulla superficie

L’ultimo rover arrivato su Marte, Zhurong (CNSA), della missione cinese Tianwen-1, prosegue nel suo stato di ibernazione dal 18 maggio, ma il 26 dicembre arriva la primavera su Marte, quindi è probabile che presto vedremo la continuazione della missione. Ha percorso 1.921 metri durante la sua attività passata, giungendo a 1.350 metri di distanza in linea d’aria dal luogo di atterraggio.

Perseverance (NASA) non soffre il freddo, grazie alla sua alimentazione speciale a base di isotopi di plutonio. La sua affidabilità potrebbe garantirgli una promozione a rover di raccolta per l’importante missione congiunta NASA-ESA sul trasporto di campioni marziani a Terra. Per il momento è stato individuato il primo punto di raccolta dei campioni. Vicino al rover, il piccolo drone infreddolito Ingenuity si è sgranchito le ali, facendo solo un piccolo volo sul posto di 18 secondi e 5 metri di altezza.

Un’animazione del JPL su Mars Sample Return con Perseverance incaricato per la consegna dei campioni

Curiosity (NASA) ha raggiunto una zona ricca di sali, che lasciano presupporre un passato con acqua abbondante. Questa area è stata scoperta in precedenza da MRO, e il rover ci è giunto e può condurre esperimenti molto più approfonditi che dall’orbita. Il rover ha percorso da inizio missione circa 29 km in 3.700 giorni di lavoro.

Siamo vicini all’addio di InSight (NASA), un lander pieno di polvere che fa fatica a produrre quel che gli serve con i pannelli fotovoltaici. La missione è stata un successo, ed è durata molto di più del previsto. Il termine della missione potrebbe arrivare tra qualche settimana o mese al massimo.

Nel sistema solare esterno

Lucy (NASA) prosegue in un’orbita più ampia dopo aver sorvolato la Terra il mese scorso, ma il suo viaggio è ancora lungo prima di incontrare il primo asteroide programmato nel 2025. A novembre è stato fatto un ulteriore progresso nell’apertura del pannello fotovoltaico, che dopo la partenza non si era aperto completamente, ma qualche vibrazione eccessiva ha fatto desistere il team dal programmare altri interventi.

Juno (NASA) ha compiuto la prima orbita a periodo corto da quando ha sorvolato Europa, passando da un periodo di 43 a uno di 38 giorni. La prossima manovra orbitale avverrà a febbraio 2024 riducendo il periodo a 33 giorni. Il 6 novembre è passato al periapside PJ46, fornendo nuovi dati scientifici.

New Horizons (NASA) continua il suo viaggio in ibernazione a 55 unità astronomiche (au) dalla Terra. Più lontano di lei rimangono attive solamente due sonde, Voyager 1 e Voyager 2, a 159 au e 132 au.

Riassunto missioni

Ci sono 49 missioni spaziali al di fuori dell’orbita terrestre, operate da 56 unità robotiche.

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Evoluzione della posizione delle sonde del sistema solare nel mese di novembre 2022. Credit: ISAA/Vespia

Gli aggiornamenti per questo mese sono giunti al termine, continuate a seguirci e ci risentiamo il prossimo mese con gli aggiornamenti dal sistema solare!

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