Perseverance inizia la seconda campagna di esplorazione del cratere Jezero
Il rover NASA da qualche settimana ha ufficialmente terminato la fase esplorativa sul fondo del cratere Jezero per iniziare quella del delta del fiume che alimentava l’antico lago.
La missione di Perseverance alla ricerca di biomarcatori sulla superficie marziana è suddivisa in varie campagne che prendono il nome da ciascuna area interessata.
La Crater Floor Campaign, iniziata subito dopo l’arrivo sul pianeta rosso nel febbraio 2021, ha impegnato il rover sul fondo del cratere alla ricerca delle migliori rocce da campionare.
Dirigendosi inizialmente verso sud rispetto al punto di atterraggio, Perseverance ha quindi aggirato da est le dune sabbiose di Séítah, per poi risalire verso nord e infine prendere definitivamente la direzione ovest per arrivare al delta del fiume.
In questa prima campagna sono stati raccolti e sigillati 8 tubi, di cui 6 con campioni di roccia, uno atmosferico e uno in bianco. Tutti sono ancora mantenuti all’interno del rover e sono destinati a essere raccolti da una futura missione di ritorno verso la Terra.
La Delta Front Campaign appena iniziata vedrà il rover impegnato per i prossimi sei mesi a risalire il delta del letto del fiume, superando un dislivello di 40 metri, caratterizzando gli strati di roccia sedimentaria e effettuando analisi e campionamenti. Grazie all’abilità di Perseverance nell’affrontare autonomamente il terreno aggirando vari ostacoli, la seconda campagna è iniziata con più di un mese di anticipo rispetto a quanto previsto.
«Il delta del fiume all’interno del cratere Jezero promette di essere un vero e proprio tesoro per i geologi» ha affermato Thomas Zurbuchen, amministratore associato del NASA Science Mission Directorate. «È sicuramente una delle migliori zone dove cercare le tracce di una passata vita microbica su Marte. Le risposte sono là fuori e il team di Perseverance è pronto a trovarle».
Il letto sedimentario che compone il delta si è depositato in epoche remotissime quando l’acqua scorreva sulla superficie marziana e il fiume si riversava nel cratere formando un lago. Le acque che si riversano in un lago trasportano materiale fine che, con l’aprirsi dell’estuario e il diminuire della velocità, si depositano in gran quantità formando stratificazioni. È proprio questa particolarità che potrebbe aver conservato integro in profondità eventuale materiale organico. Se all’epoca su Marte era presente la vita, allora qualche traccia potrebbe essere rimasta preservata all’interno degli strati rocciosi, protetta dai cambiamenti atmosferici che hanno lentamente trasformato il pianeta nello stato attuale.
Studiando la mineralogia e la chimica organica di quelle rocce, gli scienziati sperano di risalire allo stato originario del cratere e quindi scegliere accuratamente i campioni più interessanti da riportare sulla Terra.
In questi giorni Perseverance sta esplorando la zona chiamata Hawksbill Gap, una rampa leggermente inclinata dove sta eseguendo analisi del terreno scegliendo autonomamente gli obbiettivi. Quando infine il delta sarà stato esplorato per intero, il rover tornerà nei luoghi più promettenti per eseguire i campionamenti e sigillare almeno 8 nuovi tubi. Questi verranno quindi depositati sulla superficie insieme ai precedenti, e lì rimarranno indisturbati in attesa del recupero da parte di un futuro rover.
Nonostante Perseverance sia equipaggiato con una suite di strumenti scientifici all’avanguardia, gli scienziati ritengono improbabile la possibilità di rilevare direttamente su Marte le eventuali tracce di vita passata. Perciò, per dare la risposta definitiva eliminando ogni dubbio, i campioni dovranno necessariamente essere analizzati nei laboratori terrestri.
La Delta Top Campaign successiva vedrà Perseverance risalire il delta, probabilmente con un percorso differente ed esplorare l’antica riva del lago ed eventualmente inoltrarsi all’interno del letto del fiume e salire sul bordo del cratere.
Fonte e foto credit: NASA, JPL-Caltech.
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