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“Uno sguardo a Minerva” – Samantha Cristoforetti si presenta

Samantha Cristoforetti e Mathias Maurer salutano dal modulo Columbus. Credits: ESA Tv

Proseguiamo la serie articoli con i quali vi porteremo i video della missione Minerva di Samantha Cristoforetti con sottotitoli in italiano. Il materiale multimediale reso disponibile da NASA ed ESA è molto, ma quasi totalmente in inglese. Il nostro intento è di renderlo accessibile anche a chi è meno familiare con questa lingua, anche grazie alla trascrizione completa del contenuto. I sottotitoli e il transcript sono a cura di ISAA.

Nel video di oggi Samantha Cristoforetti si presenta, parlandoci della sua infanzia, dei suoi studi, delle sue esperienze di vita e di quello che l’ha condotta a diventare un’astronauta.

Per i “nostalgici”, qui abbiamo pubblicato un video analogo in occasione della missione Futura di Samantha, nel 2014.

Trascrizione

Ho ricevuto la “chiamata” per diventare astronauta una sera. Ho avuto la sensazione che l’intero universo si fosse fermato, per sorridermi. Il mio nome è Samantha Cristoforetti, e sono specialista di missione per la missione NASA SpaceX Crew-4 verso la Stazione Spaziale Internazionale.

Sono nata a Milano in Italia, ma sono cresciuta in un piccolo paesino delle Alpi nord-orientali, sempre in Italia, in una piccola località molto rurale, tra le montagne. Sono cresciuta sciando e divertendomi all’aperto. I miei genitori possedevano un hotel, ed è quello che hanno fatto per l’intera vita lavorativa. Vivevamo nell’hotel, era la nostra casa.

Ho iniziato a sognare di diventare astronauta molto presto, ero ancora alle scuole elementari. Penso che diverse cose mi abbiano portato a sognare di diventarlo: le cose che imparavo a scuola, i libro che leggevo… ed ero molto appassionata di libri di avventura. O il fatto che stessi crescendo in un posto dove avevo l’opportunità di giocare all’aperto ed esplorare con altri bambini, con la massima libertà, e la passione per l’avventura. Quindi, un insieme di cose che credo siano bastate a far scattare la scintilla della passione per l’esplorazione spaziale.

Ho completato le scuole superiori in Italia e poi mi sono iscritta al Politecnico di Monaco, al corso di laurea in ingegneria, e ho scelto ingegneria aerospaziale. Poi è successo qualcosa di inatteso: si è aperta l’opportunità di arruolarsi nell’Aeronautica Militare italiana come pilota. Non mi fu possibile farlo subito dopo le superiori perché a quel tempo le forze armate non ammettevano le donne.

L’ampio spettro educativo e addestrativo che ho ricevuto quando sono diventata astronauta mi ha aiutato davvero molto. Il lavoro di astronauta è davvero molto legato a questo ampio spettro di cose che si deve imparare a padroneggiare, piuttosto che divenire una specialista che ha una conoscenza consolidata e profonda di una cosa specifica. Ne sono molto grata, in retrospettiva.

Nel 2014 ho avuto l’opportunità di volare nello spazio per la prima volta. Arrivare sulla stazione spaziale, aprire il portello, abbracciare i nostri amici che ci aspettavano lassù, abituarsi a quella sensazione di galleggiare, affacciarsi da Cupola per la prima volta, la prima alba vista completamente dallo spazio… ne sono stata quasi travolta. E certamente, col passare del tempo ci si stabilizza nella routine, non si viene travolti dalle emozioni ogni singolo giorno, ma si sviluppa un’affezione per quel posto, per quel lavoro, per quelle persone.

Essere stata selezionata per Crew-4 è stato grandioso, perché mi dà l’opportunità di tornare sulla Stazione Spaziale Internazionale e di rivivere nuovamente quella trasformazione dall’essere una creatura terrestre a una che vive nello spazio, ed essere parte di quella vita molto molto speciale lassù, in questo avamposto dell’umanità nello spazio.

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