Proseguiamo la serie articoli con i quali vi porteremo i video della missione Minerva di Samantha Cristoforetti con sottotitoli in italiano. Per ragioni di praticità alcune delle domande più lunghe sono state parafrasate. I sottotitoli e il transcript sono a cura di ISAA.
Nel video di oggi Samantha Cristoforetti e Jessica Watkins rispondono alle domande di Associated Press e ABC News.
Transcript
AP: Jessica, che cosa ti ha sorpreso maggiormente del vivere nello spazio?
JW: Mi sembra ancora un sogno e potrei svegliarmi da un momento all’altro, ma spero di no perché è assolutamente straordinario vivere quassù e lavorare con i miei colleghi. Forse una delle cose più sorprendenti, ma al contempo divertenti, è stato imparare a lavorare in un ambiente tridimensionale: è estremamente interessante rendersi conto di come il cervello si adatti velocemente a usare tutto lo spazio a disposizione sulle pareti, e l’intero volume dei moduli.
AP: Fareste delle migliorie alla ISS per gli astronauti di sesso femminle? La nuova toilette ha introdotto qualche modifica in tal senso?
SC: È una domanda interessante, ma non mi viene in mente niente di specifico, e in realtà non abbiamo ancora avuto modo di utilizzare la nuova toilette. Ma quelle presenti, che avevo già utilizzato nel mio primo volo, funzionano benone e volendo a bordo ci sono vari adattatori per aumentarne la compatibilità con l’anatomia femminile, quindi non abbiamo problemi.
AP: Samantha, oltre alla macchina per il caffè espresso, quali “lussi” vorresti con te in un ipotetico viaggio su Marte?
SC: Purtroppo ISSpresso non è più a bordo, è stata riportata a terra qualche anno fa; per quanto riguarda invece le missioni verso la Luna o Marte è probabile che adotteremo veicoli più piccoli rispetto alla ISS e dovremo adattarci a vivere in spazi più ristretti, con meno comfort. In realtà una parte del nostro lavoro sulla ISS è proprio testare queste tecnologie e nuove soluzioni abitative, che si spera possano aiutarci nei viaggi oltre l’orbita bassa dove avremo sempre bisogno di tutto il necessario per sopravvivere in quanto esseri umani, ma dove avremo meno risorse e spazio rispetto a ciò che abbiamo disponibile qui sulla Stazione. Diciamo spesso che qui è come un campeggio, e devi un po’ adattarti, ma per me la ISS è un campeggio di classe, mentre una missione verso la Luna o verso Marte sarebbe meno lussuosa in termini di spazio e comfort.
JW: Vorrei solo aggiungere che siamo un po’ viziati quassù sulla ISS. Ce la passiamo bene, abbiamo ottimi snack, ottimo cibo, ottima compagnia, accesso a internet e altri comfort. Non c’è dubbio, stiamo alla grande!
AP: È bello trovarsi a bordo con un’altra collega astronauta? Potrà mai esserci una maggioranza di donne nello spazio?
JW: È certamente un piacere e un onore essere quassù con tutti i miei colleghi, inclusa Samantha. Sono grata all’equipaggio che abbiamo creato. Credo che in futuro avremo sicuramente un incremento nella diversità del team di astronauti sia nel gruppo NASA e si spera presto anche in quello di ESA, quindi sarà possibile mettere insieme equipaggi molto variegati, in un numero infinito di combinazioni da impiegare per le missioni verso Luna e Marte.
AP: Jessica, hai portato alcune rocce a bordo. Sono rocce lunari?
JW: No, purtroppo non ho rocce lunari con me, non me le avrebbero fatte portare, sono troppo preziose! Non sarebbero state al sicuro nelle mie mani! Ma ho altre rocce, incluso un meteorite che ho simbolicamente riportato qui, nel suo luogo di origine, e che poi riporterò nuovamente a terra. Sono proprio orgogliosa di questo mio piccolo tesoro!
AP: Samantha, hai portato a bordo delle prelibatezze italiane? Le hai già mangiate?
SC: Sono stati studiati alcuni piatti speciali per me dallo stesso chef con cui avevo collaborato nel mio volo precedente, ma non sono ancora arrivati qui a bordo. Arriveranno con una missione cargo fra qualche settimana, quindi per ora non li ho provati qui nello spazio. Proprio come nella mia prima missione mi sono focalizzata su del cibo sano e nutriente, ma anche su qualcosa… di esotico. Ci sarà una barretta fatta con farina di insetto che certamente non è un piatto tradizionale italiano, ma forse sarà un tipo di alimento che avremo in futuro.
AP: Dimmi di più su questa farina. Da quali insetti è prodotta? Proviene da un laboratorio europeo?
SC: Onestamente ti confesso che non ricordo i dettagli, ma di sicuro ve lo farò sapere.
AP: Nel weekend ci sarà un’eclisse lunare totale visibile dall’America. La guarderete anche voi?
JW: Sì, lo sappiamo e speriamo davvero di poterla vedere. Speriamo di svegliarci in tempo e di vederla, posizione della ISS permettendo.
AP: Parlate della guerra in Ucraina coi vostri colleghi cosmonauti, o è un argomento tabù?
SC: Qui cerchiamo di focalizzarci sugli aspetti inerenti la missione e su tutto ciò che abbiamo in comune, come la nostra passione per lo spazio, la dedizione a questa missione e al programma ISS, ma anche su tutto ciò che unisce le persone in generale, come l’amore per le nostre famiglie, per i figli e per gli amici. Questo è ciò di cui preferiamo parlare insieme.
AP: Samantha, mi dicono che stai facendo video su TikTok. Da cosa è nata questa idea?
SC: Ho ragionato su come poter raccontare questa missione, il mio secondo volo, coinvolgendo anche le giovani generazioni, i teenager. Mi è stato detto che li posso trovare su TikTok ed eccomi qui!
AP: Sono già stati fatti dei video? Di cosa si parla?
SC: C’è solo un primo video, ma ne faremo altri sulle attività a bordo della Stazione Spaziale, e magari risponderemo ad alcune delle domande che ci verranno poste dagli utenti di questa piattaforma. Sostanzialmente il primo video era il riassunto della spettacolare notte del lancio di due settimane fa, ed è stato un modo per condividere i momenti salienti di quel fantastico giorno.
ABC: Jessica, dunque c’è una nuova “challenge” in corso! Girerai anche tu dei video per TikTok?
JW: No, non mi sognerei mai di competere con lei [riferito a Samantha, ndt] ma posso aiutarla a girare i video per TikTok.
ABC: Jessica, sei la prima geologa che abbia mai messo piede sulla ISS?
JW: No, non sono l’unica geologa che è stata qui. Ricordo Drew Feustel, astronauta NASA, ma anche un astronauta vulcanologo di ESA. Quindi di sicuro sono almeno la terza, ma probabilmente mi sto dimenticando qualcuno. È davvero entusiasmante essere quassù e vedere la Terra da questa nuova prospettiva.
ABC: Hai la possibilità di applicare i tuoi studi da geologa sulla ISS?
JW: Sono super felice di avere l’opportunità di vedere la Terra da un punto di osservazione unico come la ISS. È vero che abbiamo anche altri strumenti in orbita bassa e sulla Terra che acquisiscono informazioni sul pianeta, ma potere integrare questi dati con ciò che facciamo qui sulla ISS è entusiasmante. Se penso alle applicazioni della geologia per i viaggi verso la Luna o Marte, posso dire che da qui si possono studiare tanti “analog”, ossia luoghi con caratteristiche e meccanismi analoghi che possono raccontarci molto riguardo la superficie di altri pianeti. È come se usassimo la Terra come un laboratorio per studiare le superfici di altri pianeti. Spero di poter fare questo tipo di osservazioni mentre sono qui.
ABC: Come dormite nello spazio? Riuscite a riposare bene?
JW: Dormire è uno dei miei pochi superpoteri, qui per me non è assolutamente un problema. Sono felice di riuscire a dormire bene in microgravità.
SC: Sì, ho smesso anche io di chiederle se ha dormito bene, perché dorme magnificamente ovunque e in ogni momento. È proprio il suo superpotere! Io non sono al suo livello, ma anche io dormo benone quassù e devo ammettere che è qualcosa che tornando a Terra mi è mancato. Quel rituale di infilarsi nel sacco a pelo quando ti senti stanca, scrivere qualche e-mail, chiudere il sacco a pelo, chiudere gli occhi, spegnere le luci e lasciarsi fluttuare è una sensazione fantastica, mi piace molto!
ABC: Come spronereste la vostra “te stessa” da bambina, diciamo a 10 anni, a diventare un’astronauta?
JW: Direi alla “me stessa” più giovane di continuare a sognare in grande, e che sicuramente non verrai mai scelta se non provi nemmeno a candidarti. Inoltre per quello che riguarda la mia esperienza, trovare percorsi emozionanti da intraprendere, inseguire le mie passioni e le opportunità che mi hanno aiutato a proseguire quel percorso, trovare mentori, insegnanti, istruttori che mi hanno a loro volta incoraggiata a seguire la mia strada, ecco, tutte queste cose mi hanno davvero permesso di arrivare dove sono ora. Quindi spronerei la giovane “me stessa” e tutti i giovani a rifare esattamente queste cose.
SC: Io non sono sicura che parlerei con la “me stessa” più giovane, per il fatto che in fin dei conti sono già diventata un’astronauta! Come ci insegna la fantascienza 😁 se si torna indietro nel tempo e si comincia a parlare con le persone, sicuramente si incasina la linea temporale e potrei rischiare di non diventare più astronauta! Penso che mi lascerei in pace.
ABC: Samantha, nell’ultima selezione di astronauti il numero di donne è cresciuto sensibilmente. Cosa ne pensi?
SC: Sì è vero, e in ESA ne siamo entusiasti. Abbiamo avuto una grande partecipazione. In Europa penso che abbiamo ricevuto più di 25.000 domande, più del triplo rispetto all’ultima selezione del 2009. Come dicevi tu anche la percentuale di donne è aumentata significativamente, e siamo tutti sicuri che alla fine di quest’anno avremo tanti nuovi astronauti e tra loro di certo diverse colleghe. Saranno proprio queste giovani colleghe ad aprire la strada per missioni oltre l’orbita terrestre bassa, verso la Luna e si spera un giorno verso Marte.
ABC: A proposito di Luna, guardereste il lancio di Artemis 1 dalla stazione spaziale?
JW: Assolutamente sì! Sarebbe fantastico! Qui abbiamo un posto in prima fila! Siamo entusiasti di tutto il lavoro che NASA sta portando avanti con il programma Artemis per compiere un’ulteriore “grande passo”.
ABC: Cosa possiamo imparare dal sistema di riciclaggio della ISS? Ci potrà aiutare a contrastare la siccità e il cambiamento climatico?
SC: Sì credo che questa sia proprio una delle aree di ricerca e di sviluppo tecnologico in cui il lavoro svolto sulla ISS abbia una evidente applicazione diretta per la vita sulla Terra. NASA pubblica ogni anno una nutrita lista di queste ricadute tecnologiche e sono sicura che alcuni di questi spin-off provengano, come dicevi, dalla incredibile capacità che abbiamo qui di gestire efficacemente il ciclo dell’acqua. Otteniamo un ciclo quasi perfetto: con un rendimento intorno al 100% riusciamo a recuperare l’urina, il sudore, tutta l’umidità dell’aria. Quindi speriamo che ci siano aziende o start-up che possano rendere scalabile questa tecnologia rendendola applicabile alle sfide che affrontiamo sulla Terra come il cambiamento climatico.