La scorsa notte, quando in Italia erano le 02:28, la capsula CST-100 Starliner di Boeing è attraccata al modulo Harmony della Stazione Spaziale Internazionale, concludendo positivamente un biennio di ritardi, imprevisti, riparazioni e test che hanno visto l’azienda aerospaziale statunitense superata e umiliata dalla concorrenza.
Trattandosi di un volo di collaudo, a bordo non si trovavano astronauti ma un manichino antropomorfo battezzato Rosie the rocketeer, utile a raccogliere dati ambientali per migliorare la sicurezza e il comfort dei futuri occupanti umani della capsula.
Decollata a bordo di un Atlas V N22 di ULA poco più di 24 ore prima (alle 00:54 CEST del 20 maggio) dalla rampa SLC-41 della Cape Canaveral Space Force Station in Florida, USA, la Starliner ha utilizzato il viaggio verso la Stazione per completare una serie di test al sistema di manovra e di attracco, raccogliendo una serie di preziosi dati utili alle missioni successive e dimostrando la piena operatività dei sistemi di bordo rimanendo a distanza di sicurezza dall’avamposto orbitante.
Stavolta è andato (quasi) tutto liscio
L’obiettivo principale di OFT-2 si può riassumere in una parola: test. La missione in corso è un infatti la ripetizione della precedente OFT (Orbital Flight Test – Test di volo orbitale) che Boeing ha voluto effettuare a sue spese per dimostrare a NASA la ritrovata affidabilità del suo sistema di trasporto per astronauti da e verso l’orbita bassa. Il primo volo di test, risalente al dicembre 2019, si infatti era concluso in un mezzo disastro, con il fallimento di varie importanti funzioni del software di bordo e la rinuncia forzata al docking con la ISS.
Nell’autunno del 2021, quando Boeing sembrava finalmente pronta a partire e con la Starliner già in rampa di lancio, un ulteriore grosso problema scoperto all’ultimo momento a un sistema di valvole aveva forzato il ritorno della capsula negli hangar di assemblaggio per la sostituzione e il collaudo delle parti difettose, aggiungendo ulteriori ritardi a un programma andato già lunghissimo.
A profittare della situazione era stata SpaceX, subentrando a Boeing come fornitore di servizi di lancio degli astronauti NASA verso la ISS e quindi aggiungendo sul conto di Boeing un danno economico oltre a quello di immagine. Ebbene, con questi trascorsi è facile immaginare la pressione cui è stato sottoposto il management di Boeing così come il grande sollievo rappresentato dall’arrivo di Starliner alla ISS.
Oltre all’ulteriore validazione delle procedure di lancio, la prima fase critica è stata dunque quella dell’inserzione orbitale, gestita dal software di bordo e fallita in diretta durante OFT-1. Le accensioni previste si sono svolte perfettamente, nel sollievo generale. Una volta alzata l’orbita come da programma, nel corso delle ultime 24 ore Starliner ha effettuato ulteriori prove, tra cui un’accensione di aborto dell’attracco, un test di tenuta del sistema RCS, una prova di comunicazione diretta ISS-capsula atta ad assicurarsi che gli astronauti di Expedition 67 potessero intervenire in prima persona inviando comandi alla Starliner, e vari controlli al sistema di sensori di approccio VESTA (Vision-based Electro-optical Sensor Tracking Assembly), cruciali per gestire la manovra autonoma di attracco alla ISS.
Come dimostrato dai fatti, tutte le prove sono state coronate dal successo, anche se con qualche eccezione (come normale) mitigata dalla ridondanza dei sistemi di bordo e dall’azione tempestiva dei controllori a terra.
Mezz’ora circa dopo il lancio, nel corso delle prime manovre di innalzamento dell’orbita, due dei dodici motori di manovra orbitale OMAC (Orbital Maneuvering and Attitude Control), tutti appartenenti allo stesso “grappolo”, si sono guastati finendo fuori linea, ma il terzo motore nel sistema di ridondanza ha sopperito alla mancanza garantendo la spinta necessaria. Le indagini sulla natura e sulle cause dell’anomalia sono ancora in corso.
Durante tutta la fase di avvicinamento alla ISS ci sono stati alcuni problemi con il sistema di raffreddamento della capsula, in particolare con un sublimatore e relative tubazioni, ma le parti difettose sono state isolate dai tecnici a terra senza particolari conseguenze.
Infine nel corso della manovra di attracco due dei thruster di manovra fine (un sistema diverso da OMAC) sono stati messi fuori linea dal software di controllo per problemi di bassa pressione di funzionamento.
Starliner resterà attraccata alla ISS per circa cinque giorni. L’apertura dei portelli tra capsula e stazione è attualmente programmata per oggi 21 maggio a partire dalle 17:45 con la diretta streaming di NASA Tv.
Se l’analisi dei risultati ottenuti da OFT-2 non rileverà particolari problemi la prossima tappa per la capsula di Boeing sarà il suo primo lancio con equipaggio, attualmente fissato a dicembre 2022. A bordo troveranno posto due super veterani del programma spaziale NASA, gli astronauti Michael Fincke nel ruolo di pilota e Barry E. Wilmore come comandante.
Fonti: NASA