Continuano i ritardi alle numerose sonde lunari che dovrebbero partire nei prossimi mesi e noi ci consoliamo con le ancor più numerose missioni in giro per il sistema solare. Non manca molto al telescopio spaziale Webb per iniziare la propria missione scientifica, mentre procedono i viaggi di Lucy e DART verso la loro destinazione finale.
Sulla Terra intanto la NASA estende la missione di 8 sonde nel sistema solare e termina quella di un telescopio terrestre (ma volante…) e, sempre negli Stati Uniti, viene pubblicato il cosiddetto Decadal Survey, che contiene le priorità scientifiche nell’esplorazione spaziale alle quali si atterrà l’agenzia spaziale americana nei prossimi dieci anni.
Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e di quelle in fase di preparazione.
In preparazione per il lancio
La sonda CAPSTONE (NASA) dovrebbe essere la prossima a partire nel mese di maggio su un vettore Electron, di Rocket Lab, ma ancora non ci sono date precise. Servirà a validare l’orbita del futuro Lunar Gateway del programma Artemis.
Mese importante ma travagliato quello di aprile per la prima missione del programma lunare della NASA, Artemis 1, che porterà intorno alla Luna la capsula Orion (senza equipaggio) e diversi altri piccoli satelliti. Nelle scorse settimane si sono svolti alcuni tentativi di wet dress rehearsal, cioè la prova di conto alla rovescia che include anche il riempimento dei serbatoi. I tentativi sono stati tre, il 3, 4 e 14 aprile, interrotti da diversi problemi sia alle infrastrutture di Terra, sia allo stadio superiore. Alla fine si è deciso di riportare il razzo e la capsula al VAB (Vehicle Assembly Building) per cercare di risolvere i vari problemi. Questo ha ovviamente fatto slittare la data di lancio, che adesso non avverrà prima di agosto.
SLIM (Smart Lander for Investigating Moon) è un lander lunare giapponese che dovrebbe atterrare nei pressi di un tunnel di lava lunare studiato in passato dall’orbiter Kaguya. Il lander rimarrà un paio di settimane in orbita lunare prima di atterrare sulla superficie, dove dovrebbe condurre una missione di qualche giorno. Il lancio avverrà insieme al telescopio a raggi X XRISM ed è attualmente previsto non prima di fine giugno.
Potrebbero partire questa estate diverse altre missioni lunari, ma le date sono ancora molto incerte. Si tratta della russa Luna 25 e la sudcoreana KPLO, mentre per l’indiana Chandrayaan-3 si parla ormai di un lancio nel 2023.
Il primo di agosto dovrebbe anche partire Psyche, la nuova missione della NASA diretta all’esplorazione dell’omonimo asteroide di tipo metallico. La missione prevede anche un carico secondario, Janus, che studierà degli asteroidi binari. La sonda è arrivata proprio a fine aprile al Kennedy Space Center in preparazione per il lancio.
Esplorando la Luna
Chang’e 4 (CNSA) sta compiendo il suo 42º giorno lunare sulla superficie del nostro satellite, insieme al rover Yutu-2, entrambi sulla faccia nascosta della Luna. Il rover ha percorso quasi 1.150 metri all’interno del cratere Von Kármán, mentre le comunicazioni con la terra sono affidate al satellite Queqiao, in orbita.
Nessun aggiornamento invece per l’altro lander cinese Chang’e 3 e le sonde in orbita lunare Chang’e 5 (CNSA), Chandrayaan-2 (ISRO), Lunar Reconnaissance Orbiter (NASA), THEMIS-ARTEMIS (NASA) P1 e P2. La missione di LRO è stata appena estesa di altri tre anni.
In equilibrio tra Sole e Terra
Il punto lagrangiano L₁ tra la Terra e il Sole è una zona del sistema solare particolarmente adatta alle sonde per l’osservazione solare. Al momento (e ormai da diversi anni) ci sono DSCOVR (NASA/NOAA), SoHO (NASA/ESA) ACE (NASA) e WIND (NASA).
Il James Webb Space Telescope (NASA/ESA/CSA) è invece nel punto lagrangiano L₂, dalla parte opposta della Terra rispetto al Sole. Il telescopio ha completato ad aprile il raffreddamento degli strumenti e la collimazione degli specchi, e comincia ora la fase di calibrazione dei quattro strumenti scientifici. Questa fase durerà un paio di mesi e sarà seguita finalmente dall’inizio delle osservazioni scientifiche.
Gli altri due telescopi in orbita intorno a L₂ sono Spektr-RG (Roskosmos/DLR) e Gaia (ESA).
Nel sistema solare interno
Parker Solar Probe (NASA) sta completando la sua dodicesima orbita intorno al Sole. Il passaggio al perielio con l’inizio della tredicesima orbita avverrà il prossimo 1 giugno. Solar Orbiter (ESA) è invece in una fase diversa della propria orbita, in quanto si sta allontanando dalla nostra stella.
Allontanandoci leggermente dal Sole, continua su Venere la missione pluriennale dell’orbiter Akatsuki (JAXA), mentre BepiColombo (ESA/JAXA), con le sue due sonde MPO (ESA) e MMO (JAXA), ha come destinazione finale l’orbita di Mercurio, che raggiungerà solo a dicembre del 2025.
STEREO A (NASA) è un’altra missione di osservazione solare il cui obiettivo iniziale era di osservare insieme alla compagna STEREO B (ormai non più operativa) la nostra stella da diverse parti dell’orbita.
DART (NASA) e LICIACube (ASI) sono in viaggio verso la loro destinazione finale, l’asteroide binario Didymos, che raggiungerà a settembre di quest’anno. Sono invece in una fase della propria missione completamente diversa Hayabusa 2 (JAXA) e OSIRIS-REx (NASA). La prima, dopo aver raccolto campioni dall’asteroide Ryugu e averli riportati a Terra, si sta dirigendo verso nuovi obiettivi, mentre la seconda si sta dirigendo verso il nostro pianeta con un carico di campioni provenienti dall’asteroide Bennu. Una volta sorvolato la Terra e rilasciato i campioni a settembre 2023, la sonda comincerà una nuova missione denominata OSIRIS-APEX verso il vicino asteroide Apophis.
La flotta marziana
In orbita
Gli orbiter marziani della NASA sono stati tra i più numerosi a beneficiare dell’estensione di missione di tre anni approvata dall’agenzia spaziale americana. A meno di imprevisti, quindi, continueremo ancora per un po’ a ricevere dati da Mars Odyssey, Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) e MAVEN.
A fare compagnia alle sonde americane ci sono Mars Express (ESA), Mars Orbiter Mission (ISRO), Trace Gas Orbiter (ESA/Roscosmos), Al-Amal (UAESA) e Tianwen-1 (CNSA).
Sulla superficie
È il sol numero 340 sulla superficie di Marte per il lander di Tianwen-1 e il rover Zhurong (CNSA). Il rover ha percorso più di 1,9 km, ma recentemente le attività sono un po’ diminuite in quanto è inverno nell’emisfero nord e il rover sta ricevendo sempre meno energia solare.
Mese intenso quello di aprile per il rover Perseverance (NASA) e l’elicottero Ingenuity, giunti al sol numero 430 sul pianeta. Dopo aver raccolto 8 campioni di roccia nella sua prima campagna scientifica e aver percorso un record di circa 5 chilometri in soli 31 sol (giorni marziani), il 13 aprile il rover ha raggiunto il secondo sito di studio, su quello che si pensa sia un’antica foce a delta di un fiume all’interno del cratere Jezero. Lungo la strada Perseverance ha anche catturato delle bellissime immagini di un eclisse di Sole da parte di Phobos che, a causa delle ridotte dimensioni del satellite e della sua distanza da Marte, può solo essere parziale. Dal canto suo Ingenuity, durante il suo 26º volo a ripreso delle bellissime immagini del paracadute e dei resti della capsula con cui era atterrato su Marte insieme a Perseverance. Al termine di questo volo l’elicottero aveva percorso 6,2 km.
L’altro rover Curiosity (NASA) è invece arrivato al sol 3.465 su Marte. Il rover aveva dovuto fermarsi lo scorso 18 marzo sul Greenhough Pediment, un terreno leggermente in salita che si estende per circa 2 km sul Monte Sharp, a causa dalla presenza di un terreno particolarmente insidioso che avrebbe comportato troppi rischi per la missione. Il percorso che avrebbe dovuto compiere il rover era infatti stato soprannominato “terreno a dorso di alligatore”, per rendere l’idea del tipo di rocce e ciottoli presenti sul sito. Il controllo missione ha quindi deciso di organizzare un nuovo percorso che permetterà a Curiosity di riprendere l’ascesa in sicurezza. Il mese di aprile, quindi, è stato principalmente speso a tornare indietro sui propri passi, cosa che tra l’altro ha permesso di rispondere a interessanti domande scientifiche come ad esempio come e quanto la superficie di Marte cambi nel tempo.
Il lander InSight (NASA) è al sol numero 1.223 su Marte e, con ormai diversi strumenti spenti o non più operativi, si sta dedicando principalmente allo studio dei terremoti marziani. Sia InSight che Curiosity fanno parte del pacchetto di missioni estese per altri tre anni dalla NASA.
Nel sistema solare esterno
Lucy (NASA) continua il suo lungo viaggio verso gli asteroidi troiani di Giove, che però non raggiungerà prima del 2027. Nel frattempo sorvolerà la Terra due volte (a ottobre 2022 e a dicembre 2024) e inizierà le osservazioni scientifiche nel 2025, quando si avvicinerà a un asteroide della cintura principale. Nelle prossime settimane si tenterà una manovra per provare a dispiegare completamente il secondo pannello solare, che aveva avuto alcuni problemi dopo la messa in orbita.
Juno (NASA) ha effettuato lo scorso 9 aprile il passaggio ravvicinato PJ41 del pianeta gigante del sistema solare. La sonda, dopo essersi dedicata principalmente allo studio dell’atmosfera di Giove, è ora nella sua missione estesa in cui si sta focalizzando soprattutto sui satelliti medicei.
New Horizons (NASA) è a quasi 53 UA dalla Terra nel suo viaggio nella fascia di Kuiper, dopo aver visitato Plutone e Arrokoth. Ancora non è stato trovato un nuovo possibile obiettivo, ma anche questa missione rientra tra quelle estese per altri tre anni.
Infine Voyager 1 e Voyager 2, rispettivamente a 156 e 130 UA dalla Terra, hanno terminato da tempo la loro missione ma sono ancora attive nonostante l’età stia avviandosi verso i 50 anni.
Riassunto missioni
Ci sono 37 missioni spaziali al di fuori dell’orbita terrestre, operate da 44 unità robotiche.
Gli aggiornamenti per questo mese sono giunti al termine, continuate a seguirci e ci risentiamo il prossimo mese con gli aggiornamenti dal sistema solare!