Cronache di Starbase – Febbraio e marzo 2022

Credits: SpaceX/Flickr

Ben ritrovati alle Cronache di Starbase di febbraio e marzo 2022. Abbiamo ritardato l’uscita di questo numero della rubrica perché i ritmi forsennati sostenuti da SpaceX nel corso di quasi tutto il 2021 si sono decisamente calmati. I progressi di prototipi e infrastrutture continuano, naturalmente, ma si tratta di passi incrementali nell’attesa del pronunciamento finale della FAA riguardo la valutazione di impatto ambientale.

Ecco dunque una “fotografia” della situazione al centro di Boca Chica ai primi di aprile 2022, riassunta nell’infografica di Brendan Lewis.

Tornando a esaminare il fronte legale, il rilascio della VIA da parte della Federal Aviation Administration (FAA) è stato posticipato per due volte, prima alla fine di marzo e poi alla fine di aprile 2022. Brutte notizie invece sono arrivate da una seconda istruttoria, questa volta gestita dal Genio dell’esercito statunitense, riguardante l’espansione di Starbase con una seconda torre di lancio e altre infrastrutture. La pratica è stata infatti bocciata per la mancanza di alcune informazioni che SpaceX non avrebbe fornito nelle modalità previste. L’esito negativo non è definitivo, ma si aggiunge ai problemi che SpaceX deve risolvere prima di veder realizzato in pieno il suo ambizioso piano per Starbase.

Il lavoro sui prototipi

Ai primi di febbraio abbiamo avuto una nuova occasione di ammirare lo stacking completo di una Starship, quando Ship 20 è stata agganciata a Booster 4 sulla rampa di lancio orbitale. Oltre a fare da suggestivo sfondo alla presentazione di Elon Musk tenutasi lo scorso 11 febbraio, i prototipi sono stati utilizzati per una serie di test ai chopstick e ai sistemi di caricamento dei propellenti dei bracci quick disconnect.

Nel corso del mese di marzo sia B4 sia S20 sono stati oggetto di ripetuti test di pressione a bassa temperatura tramite azoto liquido, utili a valutare non solo le reazioni del vettore ma anche a validare le procedure di caricamento propellenti e le infrastrutture della torre di lancio.

In parallelo a queste attività, nell’area di produzione di Boca Chica venivano completati due nuovi prototipi: Ship 24 e Booster 7. Si tratta di due elementi particolarmente importanti in quanto incorporano una lunga serie di modifiche e migliorie che sembrerebbero farne l’accoppiata preferita per il primo volo orbitale.

https://twitter.com/KSpaceAcademy/status/1511100811870359560

Ship 24 e Booster 7 hanno subito cambiamenti importanti rispetto ai prototipi che li hanno preceduti sia nell’aspetto esteriore sia nella disposizione delle strutture interne. Tra questi i più rilevanti sono:

  • l’inversione del meccanismo di agganciamento tra Ship e Booster, con la parte positiva (ganci sporgenti) dalla parte della Ship e quella negativa (nicchie) dalla parte del Booster;
  • l’abbassamento di un anello della piastra di collegamento delle tubature al braccio quick disconnect della Ship, che probabilmente è una delle cause dei lavori di modifica alla torre stessa;
  • la comparsa di un prototipo di portello del vano carico nella Ship, ottenuto allungando una delle sezioni di un anello;
  • la riprogettazione delle piastre che costituiscono il naso delle Ship, che ora adotta solo due anelli di pannelli ricurvi e allungati, saldati tra loro, invece di quattro;
  • i thrust puck delle Ship, ridisegnati per meglio accomodare i Raptor 2 il cui numero potrebbe passare da 6 a 9;
  • spostamento di entrambi gli header tank della Ship nella parte superiore del “naso”;
  • l’utilizzo ormai confermato di 33 Raptor 2 per il Booster, rivelato ancora una volta da un nuovo design del thrust puck;
  • conversione delle valvole di venting del LOX su Booster e Ship in apparati a doppia funzione, capaci anche di agire come thruster di manovra;
  • l’aggiunta di superfici aerodinamiche longitudinali a coprire tubature esterne e COPV del Booster.

È bene ricordare che questi dettagli non derivano da documentazione tecnica di SpaceX, ma sono in gran parte ricavati da foto e video raccolti dagli appassionati e dalle troupe semiprofessionali presenti a Boca Chica o confermate da Elon Musk in diversi scambi su Twitter.

Un elenco dettagliato di questi aggiornamenti, corredato di immagini e schemi tecnici, è stato spiegato con efficacia dai ragazzi di NasaSpaceFlight.com in questo video.

Ship 25 e 26 si trovano in varie fasi di assemblaggio, ma sono ancora lontane dal completamento. Booster 8 è in una fase di costruzione abbastanza avanzata, con la sezione del serbatoio del metano liquido ormai completata. I lavori su quella dell’ossigeno liquido sono ancora in corso. Booster 9 è invece nelle prime fasi di assemblaggio.

Infrastrutture in Texas e in Florida

Lo svolgimento di attività legate del programma Starship in Florida non è una novità. Al contrario, prima di consolidare la produzione dei prototipi in Texas, SpaceX aveva iniziato ad assemblarne i primi elementi nella proprietà di Cidco Road a Cape Canaveral, ora convertita alla produzione di mattonelle del sistema di protezione termica delle Starship.

Come accennato da Musk durante la presentazione di febbraio, se lo sviluppo di Starbase in Texas venisse bloccato da problemi legali, SpaceX potrebbe far ricorso a un “piano B”, cioè al trasferimento della campagna di lanci di test e orbitali nel nuovo stabilimento in costruzione nella zona del Kennedy Space Center, in Roberts Road, a due passi dal mitico VAB. Già utilizzato per stoccare i primi stadi dei Falcon 9 in attesa di essere riutilizzati, questa sito è in via di espansione e nelle ultime settimane ha visto l’arrivo dei primi segmenti di una torre di lancio gemella di quella costruita a Boca Chica.

In caso di necessità la produzione di Starship potrebbe quindi essere spostata in Florida, direttamente entro i confini del Kennedy Space Center, lasciando a Boca Chica il ruolo di centro di ricerca, sviluppo e static fire ma senza più effettuarvi lanci. In attesa del rapporto finale della FAA su Boca Chica, SpaceX si sta dunque portando avanti su questo secondo fronte.

Rimanendo nell’ambito delle infrastrutture, tra i pochi aggiornamenti diffusi in queste ultime settimane si segnalano dei lavori di sistemazione alla piastra delle tubazioni del braccio quick disconnect della Ship, che è stata smontata. Continua anche la costruzione della Wide Bay, il nuovo hangar che una volta completato sarà ancora più imponente della High Bay, destinato ad ospitare i prototipi via via che vengono completati e aumentano di numero.

I prossimi passi

Come accennato in apertura, il prossimo passo significativo sulla strada che conduce all’agognato test orbitale di Starship è la conclusione della Valutazione di Impatto Ambientale da parte della FAA. Al momento in cui scriviamo la data di rilascio è fissata per il 29 aprile.

Nel caso in cui SpaceX vedesse approvato il suo piano senza particolari modifiche, stando alle dichiarazioni di Musk ci si potrebbe attendere un lancio già nel mese di maggio. A suggerire prudenza nel valutare questa data, a parte il noto ottimismo di Musk quando si tratta di tempistiche, è la disponibilità di un numero sufficiente di Raptor 2. Ne servono 39 (33 per il Booster e 6 per la Ship), e in caso di ritardi o problemi di qualsiasi genere la data di lancio potrebbe scivolare al prossimo giugno o luglio.

Le nostre fonti

Le fonti utilizzate per questa serie di articoli sono tweet e comunicati stampa di SpaceX, ma soprattutto foto e video pubblicati da varie troupe di appassionati che da mesi tengono d’occhio costantemente le attività a Boca Chica. Tra queste si segnalano NasaSpaceFlight e LabPadre, che quotidianamente rilasciano su vari social media contributi essenziali per seguire l’andamento dei lavori. Per quanto ogni cura sia posta nel fornirvi solo informazioni attendibili, data la natura non ufficiale delle fonti disponibili molti dettagli potrebbero rivelarsi parziali o errati.

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Marco Zambianchi

Spacecraft Operations Engineer per EPS-SG presso EUMETSAT, ha fatto parte in precedenza dei Flight Control Team di INTEGRAL, XMM/Newton e Gaia. È fondatore di ForumAstronautico.it e co-fondatore di AstronautiCAST. Conferenziere di astronautica al Planetario di Lecco fino al 2012, scrive ora su AstronautiNEWS ed è co-fondatore e consigliere dell'associazione ISAA.